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giovedì 29 settembre 2011

SAN FERDINANDO DI PUGLIA : Chiude la piscina comunale: la Cgil Bat lancia un S.O.S. lavoratori

Cgil Bat: “Ora chiediamo una clausola di salvaguardia per i lavoratori per provare a dare una parvenza di serietà ad una vicenda che ha del paradossale”.


La piscina comunale di San Ferdinando di Puglia il primo settembre ha chiuso i battenti. Dopo quattordici anni di lavori ed un notevole investimento di soldi pubblici, pari a circa due milioni di euro, ora è tutto da rifare. Mancano le autorizzazioni necessarie. La piscina, insomma, non poteva aprire. Il comune della nuova provincia, non solo non ha più il complesso, accanto alle vasche c’è una palestra, ma si ritrova ad avere anche qualche disoccupato in più. Al danno la beffa. Questa in estrema sintesi la storia dell’ennesima opera pubblica italiana protagonista di una vicenda paradossale.

Pur di consegnare la struttura l’amministrazione decise di sforare il patto di stabilità. Il giorno dell’inaugurazione il sindaco, Salvatore Puttilli, parlò di “un obiettivo raggiunto”. Quando si è insediato il commissario prefettizio, Francesco Cappetta, è venuto a galla che non c’erano le autorizzazioni necessarie. Nessuno era a conoscenza del fatto che la struttura era inagibile? A pagare il prezzo più salato di queste gravi mancanze sono i cittadini di San Ferdinando che ora non hanno più la loro piscina e i lavoratori che, dalla sera alla mattina, sono diventati dei disoccupati. La “Pentotary” di Foggia, società concessionaria del servizio aggiudicandosi la gara per la gestione, ha senza indugi comunicato il licenziamento ai cinque dipendenti a tempo indeterminato ed agli altri assunti con contratti a progetto.

“Preferiamo non entrare nel merito della vicenda e non chiederci – commenta Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – come sia possibile aprire una struttura del genere senza i permessi per poterlo fare, ciò che a noi interessa ora è capire quale sarà il futuro dei lavoratori che, essendo stati licenziati in tronco dopo solo sette mesi dall’assunzione, non hanno neanche diritto agli ammortizzatori sociali. Avremmo voluto che il commissario prefettizio ed il gestore si incontrassero per chiarire la questione. Al momento non ci risulta che ciò sia avvenuto. Come al solito sono sempre i cittadini a trovarsi amaramente al centro delle diatribe burocratiche e politiche”.

Chiediamo – conclude Vincenzo Montrone, segretario generale Slc Cgil Bat – che, non appena sanata la questione dell’agibilità della struttura, il commissario prefettizio inserisca nel prossimo bando di aggiudicazione del servizio di gestione una clausola di salvaguardia per tutelare i lavoratori ingiustamente licenziati e per provare a dare una parvenza di serietà ad una vicenda che ha davvero del paradossale”.

Ufficio Stampa CGIL BAT

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