Su 136 concessioni di coltivazione in terra di idrocarburi liquidi e gassosi,
attive in Italia nel 2010, solo 21 hanno pagato le royalty alle amministrazioni pubbliche.
Su 70 coltivazioni a mare, solo 28 le hanno pagate.
Su 59 società che nel 2010 hanno operato in Italia solo 5 pagano le royalty
Al 2011 sono 82 le istanze di permesso di ricerca e i permessi di ricerca
di idrocarburi liquidi o gassosi in mare
(74 dei quali nelle regioni del Centro-Sud, 39 nella sola Sicilia)
presentati al Ministero dello Sviluppo economico.
Sono 204 le istanze di ricerca e i permessi di ricerca in terra
(89 al Nord pari al 44%, 61 al Sud, pari al 30% e 54 nel Centro Italia,pari al 26%
Ma il petrolio in Italia è poco e di scarsa qualità:
la produzione italiana di petrolio equivale allo 0,1% del prodotto globale e il nostro Paese è al 49o posto tra i produttori
L’Italia è considerato un Paradiso Fiscale dalle aziende che cercano e coltivano gli idrocarburi: Nel nostro Paese vige un intollerabile e scandaloso regime di esenzioni dai pagamenti delle aliquote sul prodotto estratto a terra e mare, aliquote tra le più basse al mondo (che sono in media tra il doppio e sette volte di più), canoni di ricerca e coltivazione risibili.
Solo nel 2010 , con una modifica al Codice dell’Ambiente sono state interdette le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nelle aree protette e in un raggio di 12 miglia da queste e nelle acque di tutta le Penisola per gli idrocarburi liquidi, nel raggio di 5 miglia dalle linee di base costiere.
Il WWF chiama la popolazione a:
- vigilare sulla normativa nazionale vigente
- appoggiare l’iniziativa del consiglio regionale della Puglia
per l’interdizione in Adriatico
delle nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi
- chiedere la corretta applicazione del principio di precauzione nelle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale a cominciare dalle istanze di ricerca alle Tremiti
COSTRUIAMO OGGI IL NOSTRO FUTURO SOSTENIBILE
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WWF PUGLIA
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