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venerdì 6 gennaio 2012

TRANI : Morto in carcere, gli 007 Acquisite le carte del caso

Le indagini del ministero sul decesso di Gregorio Durante. Rapporto utile per capire se sono state violate procedure 

  Hanno passato al setaccio il carcere di Trani, sentito diversi agenti e acquisito una notevole mole di documentazione. E’ durata un’intera giornata, ieri, l’ispezione di due inviati del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, incaricati di capire se ci siano responsabilità della direzione o del personale del penitenziario nella morte di Gregorio Durante, il detenuto 33enne di Nardò deceduto il 31 dicembre scorso. Ora, i due ispettori dovranno relazionare (per conoscenza) anche al pm Luigi Scimè, che coordina l’inchiesta per concorso in omicidio colposo a carico del direttore del carcere, Salvatore Bolumetti, e di 13 medici che avevano assistito Durante nell’ultimo mese, sia dentro che fuori del carcere. Secondo quanto denunciato dai familiari, l’uomo, pur soffrendo di epilessia, era stato accusato di aver "simulato" la malattia per poter uscire dal carcere. E, in seguito a un tentativo di aggressione agli agenti penitenziari, gli era stata comminata anche una sanzione disciplinare, consistita in tre giorni di isolamento diurno. Mentre gli ultimi giorni di vita li aveva passati in una cella adibita a infermeria, seguito costantemente da un altro detenuto che lo accudiva.

Gli avvocati di Durante (Francesco Fasano e Nicola Marino) avevano, invece, richiesto la sospensione dell’esecuzione della pena o gli arresti domiciliari per consentire al 33enne di essere curato in maniera appropriata in un ospedale. Il sospetto è che all’uomo non sia stata più somministrata la terapia necessaria a tenere sotto controllo la malattia, conseguente a un’encefalite virale contratta da Gregorio Durante quando aveva 17 anni. Le condizioni di salute dell’uomo si erano aggravate dal 4 dicembre scorso e il 10 era stato ricoverato, per quattro giorni, nel reparto di psichiatria di Bisceglie. Di qui però era stato dimesso, perché non gli potevano essere somministrate le cure adatte che erano, evidentemente, di tipo neurologico. Solo il 27 dicembre, però, il neurologo di fiducia della famiglia, Luigi Maria Specchio, aveva potuto visitarlo in carcere e aveva certificato che l’uomo presentava una ricaduta e necessitava di ricovero «urgente» in una struttura specialistica. Dal penitenziario, però, era stato chiesto al magistrato di sorveglianza il trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario. Cosa che, comunque, non è mai avvenuta perché Gregorio Durante è morto all’alba del 31 dicembre.
Il resoconto degli ispettori, che potrebbero eventualmente erogare sanzioni nei confronti del personale, sarà molto utile al pm per capire se nel carcere siano stati violati protocolli e procedure e se, quindi, ci siano responsabilità degli agenti che al momento non risultano indagati. L’unica certezza emersa per ora dall’autopsia, eseguita martedì dal medico legale Biagio Solarino, è che il corpo di Durante non presentava lesioni evidenti e nemmeno ecchimosi. Eppure, i familiari durante una visita in carcere prima di Natale - così come sostenuto nella denuncia presentata alla procura di Trani all’indomani della morte - avevano notato «ai polsi e alle caviglie evidenti ecchimosi, segno del fatto che era stato legato». Senza dubbio, invece, il 33enne presentava evidenti segni di deperimento fisico, così come rilevato anche all’esame autoptico. Ora, sarà necessario attendere l’esito degli esami tossicologici e istologici per sciogliere i molti dubbi dei medici, a cominciare dalla natura dell’epilessia di cui soffriva Gregorio Durante.

Carmen Carbonara
Fonte : Corriere della sera

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