Lo scorso 12 aprile, presso la sede
della Dirigenza Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la
sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche – Servizio Rischio
Industriale della Regione Puglia, si è tenuta la seconda conferenza di servizi
prevista dalla procedura per il rilascio dell’AIA alla Buzzi Unicem spa sita in
Barletta.
Erano presenti rappresentati della
Regione Puglia, della Provincia BAT, del Comune di Barletta, dell’ARPA Puglia,
dell’ASL BAT, della Buzzi Unicem spa e noi accompagnati dai nostri legali,
avv.ti Lancieri e Torre, e da un tecnico della SIGEA Puglia, la geologa Di
Bartolo.
La conferenza si è aperta con la
ricostruzione da parte dell’ingegner Tedeschi dell’iter amministrativo svolto e
l’illustrazione dell’atto di intervento ricevuto dall’associazione Beni Comuni,
il Collettivo Exit, il Circolo Arci Cafiero ed altri soggetti intervenuti come singoli cittadini.
Le osservazioni da noi presentate sono
state distribuite, contestualmente,
agli enti della Conferenza di Servizi. Questo ha generato le rimostranze dell’avv. Viviani, legale
rappresentante della Buzzi Unicem, che ha contestato la nostra legittimità a
presenziare.
Legittimità confermata dal nostro legale ai sensi degli artt. 9 e 10 della
Legge 241/90 e smi e dall’Ufficio Regionale avendo a riferimento la necessità
di tutelare gli interessi della collettività.
L’intervento del legale della
cementeria dimostra quanto la Buzzi Unicem
non abbia alcuna intenzione di aprire un confronto con i soggetti sociali del
territorio che la ospita.
Nonostante ciò abbiamo accolto la
richiesta del presidente della C.d.S. a lasciare il tavolo una volta presentata
la nostra relazione perché, impuntandoci, avremmo potuto bloccare la
conferenza, ottenendo come risultato l’inasprimento dei rapporti con gli Enti
locali
La nostra volontà, infatti, è quella di
confrontarci sulle questioni tecniche, chimiche e sanitarie in modo serio e
responsabile per portare alla collettività risultati in grado di tutelarla.
L’avvocato Lancieri, ha pertanto
illustrato ai partecipanti le nostre osservazioni. La relazione, redatta grazie
al supporto di ingegneri, geologi, chimici e medici, evidenzia una serie di
criticità, inesattezze e superficialità.
A distanza di qualche giorno abbiamo
ricevuto e visionato il verbale.
In linea con le nostre osservazioni, la Provincia Bat ha escluso
l’estensione del permesso a coincenerire alla tipologia di rifiuti con codice
CER 191212 e l’aumento del limite giornaliero da 178 a 200 tonnellate così
come richiesto dalla Buzzi. Tali modifiche devono necessariamente scontare un
nuovo procedimento VIA.
Contestualmente
però nel verbale della conferenza si legge “Con
riferimento ai parametri da monitorare per il CSS utilizzato, il rappresentante
dell’Ufficio Rifiuti ritiene che debbano essere rispettati i limiti associati
ai parametri previsti dalla dalla norma UNI 9903-1 nella parte relativa al CDR
di qualità normale”. Quindi non appare chiaro se il CSS sarà oggetto di
ulteriore VIA o è già utilizzato nel processo di coincenerimento.
Riguardo
le emissioni pulverulenti provenienti dall’area adibita a deposito del Coke di
petrolio, il gestore intende risolverle attraverso la nebulizzazione di acqua
per i cui reflui non si indicano le
procedure di smaltimento, essendo questi fortemente inquinanti.
Perplessità destano le ceneri di pirite
e la richiesta di utilizzo delle stesse come materie prime secondarie
nell’ambito del ciclo produttivo, atteso che le stesse contengono zolfo ed
arsenico, in concentrazioni anche elevate, che possono gravemente contaminare
le acque ed i terreni agricoli.
Pertanto,
abbiamo chiesto il monitoraggio di tutte le matrici ambientali (suolo, acque
sotterranee, bioindicatori animali e vegetali oltre che aria e deposizioni
atmosferiche).
Oltre ai
punti di cui sopra siamo in attesa di risposte da parte della Buzzi riguardo
altre lacune ed inesattezze da noi segnalate nell’atto di intervento.
Quanto alla “caratterizzazione delle emissioni di PM10 e PM2,5 e ricadute
atmosferiche”, nulla viene specificato a proposito del mercurio che,
invece, come noto rappresenta un potente cancerogeno, che i cementifici possono
produrre sino a 1300 Kg/anno.
Quanto alle “polveri sottili emesse dalla linea di cottura clinker” dello
stabilimento di Barletta, si segnala che, nella caratterizzazione del PM10
fornita dall'azienda, si giunge a conclusioni opposte a quelle a cui è
pervenuta l'ARPA Puglia.
Difatti, all’esito della campagna di
monitoraggio del 2009, l’ARPA rilevava “la
presenza di fonti emissivi locali, presumibilmente di carattere industriale che
concorrono in maniera rilevante alla formazione dei livelli di PM10 dell’area,
rimarcando la presenza di uno stabilimento
per la produzione di cemento”.
In
riferimento alla “Valutazione tecniche
sulle emissioni di NOx e CO del forno di Barletta”, l'azienda afferma
espressamente di non essere in grado di raggiungere livelli di NOx indicati
dalla Regione, ed altrettanto esplicitamente, l’istante ammette che detti
valori non potranno essere neppure raggiunti nei prossimi anni, se non tramite
ipotetici ingenti investimenti.
Abbiamo contestato espressamente la
ricostruzione normativa operata dalla cementeria, rammentando che la Regione Puglia
riguardo gli NOx, ha stabilito per la Cementir di Taranto il limite di media
giornaliera di 450 mg/Nm3.
Dinanzi al
documentato impatto estremamente rilevante delle industrie insalubri presenti
all'interno del sito urbano (Buzzi Unicem e Timac) abbiamo invitato gli Enti
coinvolti nel procedimento, ognuno per le rispettive competenze, a voler dare
avvio ad un sub-procedimento di Valutazione
di Impatto Sanitario (c.d. VIS).
Si chiede,
ancora, che tutti i limiti di emissione in atmosfera non oggetto di BAT siano
sottoposti alla riduzione del 20% ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 5
della L.R. Puglia 7/99, recante “Disciplina delle emissioni nelle aree a
elevato rischio di crisi ambientale”.
Di
fondamentale importanza risulta il sistema di controlli che deve essere sempre
efficiente. A nostro avviso all’ARPA Puglia dovrebbe poter effettuar qualsiasi
controllo, senza preavviso alcuno, in contemporanea agli autocontrolli.
Chiediamo che tutti i risultati siano inviati all’ARPA Puglia ed alla Regione
Puglia e, in caso di violazioni penalmente rilevanti, anche alla competente
Autorità Giudiziaria. Imporre alla Buzzi Unicem, qualora risulti che i valori
limite di emissione in atmosfera indicati siano superati, di informare senza
indugio gli enti interessati, di arrestare senza indugio, in casi di guasto
dell’impianto, l’attività di co-incenerimento, finché sia ristabilito il
normale funzionamento e di installare un portale di controllo della
radioattività per tutti i flussi di rifiuti in ingresso all’impianto.
Infine, la Regione Puglia ha recepito una
nostra richiesta più volte presentata all’amministrazione Maffei, sollecitando
il Comune di Barletta a rilasciare ,in base agli art. 216 e 217 del Regio
Decreto n.1265 del 1937, il parere sanitario sull’aumento dei rifiuti da
bruciare all’interno della cementeria, al fine di tutelare gli interessi della
collettività.
Sabrina
Salerno – Ass. Beni Comuni
Alessandro
Zagaria – Collettivo Exit
Ruggiero
Dilillo – Circolo Arci C. Cafiero
Singoli
cittadini di Barletta
Nessun commento:
Posta un commento