Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

lunedì 7 maggio 2012

BAT : La crisi continuerà a colpire soprattutto le Pmi con meno di 10 dipendenti

Si tratta di un quadro a tinte fosche, quello dipinto del Rapporto Unioncamere 2012 presentato quest'oggi a Roma in occasione della 10a Giornata dell'Economia.  Tra gennaio e marzo del 2012 si sono perse 26 mila imprese, e tanti piccoli e piccolissimi imprenditori sono a rischio fallimento per crediti non riscossi o perché vedono ridursi il credito delle banche. Cala anche l’occupazione dipendente: stimati 130 mila posti in meno entro la fine dell'anno. Infine, pare che la recessione viaggi a due velocità, divisa tra quella del Centro-Nord e quella del Mezzogiorno, così come anche la ripresa del ciclo economico dovrebbe concretizzarsi nel 2013.

Si riassumo così le previsioni contenute nel Rapporto Unioncamere 2012, diffuso in occasione della 10a Giornata dell’Economia. Secondo il documento a fronte di un calo medio del Prodotto interno lordo dell’1,5%, saranno le regioni del Sud a pagare lo scotto più consistente della crisi, segnando un decremento del Pil dell’1,8%, con l’Abruzzo, il Molise e la Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%. Anche i consumi delle famiglie e la spesa per investimenti sono previsti quest’anno in ulteriore, sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%), più incisivo nelle aree meridionali. Il segno positivo tornerà a comparire solo nel 2013 (+0,8% l’incremento atteso del Pil), con un’accelerazione maggiore nel Nord-Est (+1,3%) e un velocità decisamente più contenuta al Sud (+0,2%). Il miglioramento dell’economia italiana, prospettata per la seconda parte dell’anno, sarà favorito soprattutto all’andamento delle esportazioni, che, pur rallentando rispetto all’anno precedente, dovrebbero evidenziare un aumento del 2,8%, contribuendo ad avviare una ripresa degli investimenti.

Ma il difficile contesto economico colpirà soprattutto le imprese con meno di 10 dipendenti, più fortemente legate ai consumi interni. Esse genereranno un numero di assunzioni inferiore a quello delle aziende con 50 dipendenti e oltre (244mila contro 262mila). Anche quest’anno, quindi, proseguirà la riduzione della forza lavoro presente nelle imprese manifatturiere (ammonta a oltre -38mila il saldo tra entrate e uscite previste dalle imprese, con una variazione percentuale del –1,1%), con il tessile, abbigliamento e calzature al quale si dovrà il decremento maggiore (-8mila unità).


© modaPORTALE. RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento