Alla luce della designazione
della nuova giunta che conta una sola donna su nove assessori, ci sforziamo di
trovare un senso a questa storia, anche se un senso questa storia non sembra
avercelo.
Eh già, ancora una volta la politica
barlettana non si smentisce in materia di politiche di genere. In una Regione
in cui è in corso la mobilitazione per la presentazione di una proposta di
legge popolare che propone l'equa presenza nelle liste elettorali tra uomini e
donne e la possibilità di esprimere una doppia preferenza (una per genere), al
fine di favorire la parità di genere in Consiglio Regionale; in una Regione in
cui sono molteplici i ricorsi fatti al TAR, puntualmente vinti, contro la
politica dell'esclusione delle donne dai luoghi delle decisioni, a Barletta cosa succede? Succede che la
solfa è sempre la stessa, con una piccola variazione sul tema: "garantire" la parità di genere
con una sola donna in giunta e -tac- la
coscienza è pulita. Non c’è partito o uomo politico che non si dica favorevole
a lavorare per la rappresentanza di genere, eppure nei fatti constatiamo la
loro incapacità di dare concretezza a certi proclami.
A questo punto ci chiediamo che
senso abbia l'art 36 dello Statuto Comunale, il cui testo abbiamo riportato per
intero in apertura. Ci chiediamo che senso abbia l'art. 3 della Cost. che
sancisce costituzionalmente il principio di uguaglianza anche di genere. Ci
chiediamo, ancora, che senso abbia l'art. 51, comma 1 della Costituzione che
ha lo scopo di promuovere le pari
opportunità uomo-donna negli enti pubblici, nelle istituzioni e alle cariche
elettive.
In altre città a queste norme di legge un senso lo ha
dato il Tar, che accogliendo il ricorso proposto da associazioni, partiti,
società civile, ha determinato l'azzeramento di numerose giunte proprio in
virtù degli artt. 3 e 51 della Cost, unitamente alla norma comunale a tutela
della parità di genere, ove prevista.
Noi, dal canto nostro, possiamo e
dobbiamo provare a dare un senso a questa storia in salsa barlettana con tutti
i mezzi che abbiamo e che possiamo. È una promessa. E con profonda attenzione valuteremo l’agire di questa nuova squadra di
governo “impari” nella forma, ma speriamo non anche nella sostanza: saprà
attuare politiche attente al mondo femminile? Vorrà destinare –a partire dal
prossimo bilancio- risorse ai centri antiviolenza? Vorrà attuare piani per la
prevenzione della violenza di genere? Intenderà sostenere la rete di servizi
per l’infanzia, per gli anziani e per i non autosufficienti?
Se non ora, quando? Barletta
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