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mercoledì 17 ottobre 2012

BARLETTA : Truffa alle assicurazioni altre sei ordinanze, avvocato ai domiciliari

Barletta, truffa alle assicurazioni altre sei ordinanze, avvocato ai domiciliariComune costretto a pagare sinistri per incidenti mai avvenuti. La mente è Giuseppe Doronzo che pianificava gli accordi per i risarcimenti


Un po' come accadeva per i falsi incidenti stradali quando, partendo da sinistri realmente accaduti, bastava alterare la dinamica o le conseguenze dei danni subiti da veicoli e dalle persone per ottenere i premi dalle compagnie assicurative. A Barletta succedeva più o meno la stessa cosa ai danni del Comune. Costretto ad erogare, attraverso l'ufficio gestione sinistri, somme a titolo di risarcimento per incidenti mai avvenuti, anche le cadute accidentali dei pedoni per strade dissestate o in cattivo stato di manutenzione. In questo caso, hanno accertato gli investigatori, era sufficiente avere una parte lesa, magari infortunata anche in luoghi diversi da quello dell'incidente, e testimoni oculari apparenti, che non avevano cioè mai assistito al sinistro, e il gioco era fatto.

Gli esempi sono tanti, a Barletta il comune ha liquidato soldi anche a chi si era infortunato giocando a calcetto ma aveva dichiarato di essere caduto per la strada. La mente della truffa, secondo i militari della Guardia di Finanza, era un avvocato di 39 anni, Giuseppe Doronzo, già coinvolto in passato in un'inchiesta per truffa alle assicurazioni, ora domiciliari. Per gli altri protagonisti della vicenda, parti lese e testimoni falsi degli incidenti, il gip del tribunale di Trani Roberto Oliveri Del Castillo ha disposto la misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza; si tratta di Marcello Lagrasta, di 39 anni, Emanuele Cascella, di 41, Nicola Di Staso, di 50, Francesco Saverio Lemma, di 51, e Mario Piciaccia, di 33.

L'inchiesta, coordinata dal magistrato
della procura di Trani Michele Ruggiero, è alla sua parte conclusiva dopo un'indagine che va avanti dal 2007 e che in questi anni ha già visto in manette 25 persone, anche avvocati e medici compiacenti. In principio, lo ricordiamo, furono solo gli incidenti stradali. All'epoca i finanzieri scoprirono che i soggetti coinvolti erano sempre gli stessi, ora come "conducenti" o "proprietari" dei mezzi coinvolti, ora come "danneggiati" o "risarciti", ora come "testimoni" dell'evento oppure come "passeggeri". Altra singolarità è che in occasione degli "eventi sinistrosi", alcuni anche con lesioni (danno biologico) o danni materiali di speciale rilevanza, non veniva mai richiesto l'intervento del "pubblico soccorso" (118) o di altra forza pubblica (per i rilievi di rito) o dell'ambulanza.

Gli ultimi provvedimenti giudiziari scaturiscono dall'ascolto di persone informate dei fatti che riferirono come il "copione" fosse sempre lo stesso, sia per gli incidenti stradali che per gli infortuni ai pedoni. Secondo l'accusa l'avvocato Doronzo pianificava a priori ogni incidente, mediante la stipula di accordi con gli altri indagati così da creare il sinistro stradale idoneo per ottenere, attraverso la denuncia presentata al Comune, un risarcimento congruo. In due casi, a detta degli investigatori, i danni richiesti ammontavano ciascuno a 20mila euro. Con una transazione con l'ente si è poi arrivati a 7, 8 mila euro, suddivisi tra falso infortunato, falso testimone e l'avvocato.


 di GIOVANNI DI BENEDETTO
Fonte : Repubblica

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