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martedì 30 ottobre 2012

PUGLIA : Sulla richiesta di condanna per Vendola. "Non sono tutti uguali"



Venti mesi è la richiesta di condanna della procura di Bari nei confronti di Nichi Vendola per un presunto abuso d’ufficio.
Subito la notizia è balzata sui quotidiani nazionali ingenerando confusione, omettendo di raccontare come stanno veramente i fatti e perché si sia arrivati a tale richiesta, in così poco tempo.
È giusto e doveroso precisare che si tratta soltanto di una richiesta della procura di Bari e non di una sentenza di condanna. Quest’ultima sarà emessa mercoledì 31 ottobre.
In un momento in cui la politica non gode di buona salute e in un periodo in cui è sempre più dilagante il pensiero del “tanto sono tutti uguali”, queste notizie, se date in maniera distorta, non possono che alimentare lo scontento nei confronti della politica e di certo non fanno bene alla nostra democrazia.
Per far riacquistare fiducia nella politica e interrompere il mantra del “tanto sono tutti uguali” sono necessarie azioni forti e concrete e non solo parole o promesse.
Questa vicenda, per diversi motivi, dimostra l’esatto opposto, cioè che non sono tutti uguali.
Il primo motivo è la scelta del rito abbreviato. Più che di una scelta di difesa giudiziaria, questa è una vera e propria scelta politica, imposta da Vendola e dettata dal fatto che Nichi ha voluto, che in tempi celeri, si sapesse se fosse colpevole o innocente, per poter affrontare le primarie e le elezioni politiche con assoluta serenità e in un rapporto di chiarezza con gli elettori e le elettrici.
Si è preferito accorciare i tempi, sacrificando il dibattimento processuale e mettendo in gioco la propria “vita pubblica”, pur di dare un segnale di discontinuità con il passato, dove si è preferito le lungaggini del processo o si è cercato in qualche modo di sottrarsi al giudizio della magistratura.
Un altro motivo con cui è stata data la dimostrazione di essere diversi, è stato il rispetto che si è sempre avuto nei confronti della magistratura. A ciò, va aggiunta anche la modifica della legge regionale che non permetteva la costituzione di parte civile della Regione nei processi contro il proprio governatore.
Per poi concludere con la decisione di ritirarsi dalla vita pubblica in caso di condanna.
A prescindere da quello che sarà il responso della magistratura, a Nichi, uomo dello stato che da sempre ha combattuto la mafia e si è battuto per la legalità, pensiamo vada riconosciuto il merito di averci dimostrato che c’è ancora una speranza, che c’è un’Italia diversa e migliore dall’attuale.

f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria
             Michele Lorusso - Valentina Lomuscio

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