ECCO COSA RISPONDEVA L’ENTE A FEBBRAIO 2012 ALLA PETIZIONE POPOLARE
PROMOSSA DA UN’ASSOCIAZIONE ADERENTE AL NOSTRO CIRCUITO CON CUI SI CHIEDEVA
L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE. INTANTO E’ PARTITO IL BALLETTO DELLE
RESPONSABILITA’ E DELLO SCARICA-BARILE.
Tanta
voglia di dare la parola ai Cittadini non si era mai vista prima d’ora, eppure
le sollecitazioni affinché si approvassero tutti gli strumenti per far si che
la parola referendum non fosse solo utopia e fantasia sono state numerosissime
ma la politica, quella piccola piccola, faceva finta di non sentire mentre per
i suoi affari le orecchie le teneva sempre ben rizzate. Oggi viene da sorridere
nel rileggere la nota che venne inviata a febbraio scorso, dopo la consegna
alla provincia Bat della petizione popolare promossa dalla L.A.C. – Libera
Associazione Civica.
Alla
nota della L.A.C. rispondeva la provincia Bat con altra nota di accompagnamento
a firma della dott.ssa Maria de Filippo, Segretario Generale della Provincia di
Barletta-Andria-Trani alla relazione redatta e firmata dalla Dirigente del
Settore Affari Generali, Organi Istituzionali, Contratti ed Espropriazioni,
dott.ssa Anna Lisa Camposeo. Proprio la Dirigente provinciale citava lo Statuto dell’Ente
affermando che esiste tutt’ora “la
mancata emanazione di un Regolamento dei referendum e delle forme di
partecipazione” della Provincia di Barletta-Andria-Trani, disciplinante il
procedimento istruttorio inerente alla petizione.
Quindi,
di fatto, la Dirigente
prendeva atto di quanto trasmesso e riteneva la documentazione avente finalità
di “sensibilizzazione” con lo scopo di focalizzare l’interesse dell’Ente
destinatario su una particolare tematica, seppur essa non debba necessariamente
sfociare in un atto deliberativo, proprio considerata l’assenza di Regolamento.
Dopo
tutto ciò assistiamo oggi a quello che avevamo ampiamente e con larghissimo
anticipo previsto e divulgato a mezzo stampa cioè la messa in moto di
meccanismi di declino di responsabilità ridicoli e del tutto fuorvianti.
Gli
interventi stampa di quanti dovrebbero sentire la necessità di dimostrare con
atti concreti di prendere le distanze invece di tenere i classici due pedi in
una scarpa, dovrebbero sprecarsi mentre, invece, tutti vogliono autoassolversi
dimenticando che esistono tanti strumenti per dimostrare di essere estranei a
certe decisioni, in primis le dimissioni da tutti i privilegi che si continuano
a mantenere. La pratica dei due piedi in una scarpa è cosa assai consueta e
abusata proprio perché consente a certi personaggi politici di contestare (a
chiacchiere) da una parte e condividere tutt’altro per rimanere a galleggiare
nel mondo della politica che tanti spazi e tante opportunità offre a tutta la
cricca.
Chi
se la prende addirittura con il Governo Monti non fa altro che affermare ciò
che noi abbiamo scritto a larghe lettere sui nostri cartelli allorquando
abbiamo manifestato pubblicamente nelle vie cittadine il nostro dissenso rispetto
a numerosi provvedimenti che non abbiamo condiviso e che altri, quelli potenti
e che “contano”, solo ora che sono stati toccati nelle loro poltrone si
ricordano di contestare.
Solo
ora i politici chiacchieroni, nominati e per nulla rappresentativi del
territorio si sono accorti dei lamenti delle diomedee e non ammettono ancora
che sono gli artefici ed i protagonisti del traghettamento delle anime
politiche verso l’ade.
Siamo
certi che nei prossimi giorni saranno utilizzati tutti i mezzi per dimostrare
che le responsabilità dell’accorpamento della Bat nella Provincia di Foggia
sono di altri facendo dimenticare che, invece, le scelte sul territorio non
sono state fatte e che le omissioni sono talmente tante che neanche il vate
Dante riuscirebbe a contenerle in un toma.
Ufficio
di Coordinamento
Libere Associazioni Civiche Andriesi
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