AFFRONTARE PER TEMPO IL PROBLEMA IN MODO DA ORIENTARE LE SCELTE VERSO
L’APPLICAZIONE DELLA TARIFFA MINIMA.
In prossimità
dell’entrata a regime con il pagamento della prima rata della Tares, il nuovo
tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che andrà a sostituire la più nota e
odiata Tarsu e la Tia
che non abbiamo mai conosciuto, cresce l’angoscia anche nel Settore Commercio,
oltre che in quello Artigianale ed Industriale, poiché gli effetti
dell’applicazione di questa nuova “trovata” vengono ritenuti drammatici
soprattutto per le imprese che sono costrette ad utilizzare superfici superiori
alla media per l’esercizio delle proprie attività economiche. Anche le nostre
stime confermano possibili aumenti delle tariffe che potrebbero addirittura
quintuplicarsi il che è inimmaginabile anche se la nostra economia andasse a
gonfissime vele ma così non è. A fronte di aumenti che inciderebbero sulle
piccole imprese per centinaia e, in taluni casi, migliaia di euro l’anno,
l’applicazione della Tares produrrebbe aumenti vertiginosi per le attività
ricettive, della ristorazione, concessionarie auto, impianti di distribuzione
carburanti e per tutte quelle imprese che operano nel settore turismo e che
utilizzano grandi superfici pur non registrando, necessariamente, maggior
produzione di rifiuti. Di fronte alle tante incertezze e al fine di meglio
approfondire gli aspetti tecnico/operativi/applicativi della nuova Tassa e per
individuare formule che consentano l’applicazione dell’aliquota minima la cui
discrezionalità è consentita ai comuni, sarebbe opportuno un approfondimento
per evitare che le già fortemente colpite imprese possano trovarsi di fronte ad
aumentati costi aziendali non previsti e non preventivati che comunque non
potrebbero sostenere specie in questo momento, tenendo conto che il nuovo
tributo può già essere considerato iniquo.
Le nuove
aliquote, infatti, saranno calcolate sulla base dei parametri contenuti nel DPR
158/1999, i cui coefficienti potenziali di produzione, forniti per calcolare la
parte variabile della tariffa da attribuire alle categorie di utenza non
domestica, hanno già marcatamente evidenziato il loro totale scollamento dalla
reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche. Incrementi che,
rispetto al passaggio tariffario Tarsu/Tia, saranno ancor più marcati visto che
a questi andrà aggiunta la quota servizi introdotta dal nuovo tributo (come
quelli per l'illuminazione e la gestione delle strade).
La richiesta
del confronto istituzionale preventivo, quindi, deve altresì servire ad attivare
un processo condiviso, oltre che previsto dal vigente Statuto Comunale e dal
Regolamento che individua competenze e compiti delle Associazioni iscritte
all’Albo e delle Consulte comunali, al fine di predisporre e strutturare i
regolamenti per l’applicazione della Tares, tenendo altresì conto che la nuova
tassa prevede che il gettito sarà destinato principalmente allo Stato quindi i
comuni rischiano di approvare tariffe elevate ed insostenibili senza peraltro
trarne vantaggi in termini di bilanci e di gestione ottimale dei servizi.
Un impatto
negativo, quindi, da evitare a tutti i costi anche nella considerazione che le
conseguenze non sono unicamente quelle che si riverserebbero sul comparto
commerciale cittadino ma anche su quello sociale ed occupazionale in una
realtà, come quella di Andria, dove il dato relativo alla disoccupazione,
soprattutto giovanile, è di gran lunga superiore a quello nazionale
drammaticamente, quotidianamente ed insistentemente denunciato dai mass media e
statisticamente accertato.
Sempre per la
città di Andria, infine, non si trascuri il fatto che con l’avvio della
raccolta differenziata anche negli esercizi commerciali, l’obiettivo deve
rimanere quello di far pagare per i rifiuti effettivamente prodotti e comunque
riconducibili con certezza all’attività d’impresa perseguendo l’obiettivo
principale che è quello di attivare strumenti di premialità per coloro che,
commercianti, cittadini e utenti pongano in essere l’unico reale circuito
virtuoso il cui motto deve essere: ”chi produce meno immondizia paga di meno”
ma nel nostro territorio nessuna Amministrazione ha mai “osato” dotarsi di
strumenti in grado di arrivare a questo obiettivo, purtroppo.
Savino Montaruli*
*Presidente Associazione
UNIMPRESA BAT.
*Vice presidente eletto della 3^
CONSULTA delle attività produttive, professioni, arti e mestieri e dei
consumatori e utenti della città di Andria.
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