
“La nuova proposta di riordino dei posti letto presso la ASL BAT non tiene conto delle aree vocazionali rispetto alla vecchia proposta di riordino (giugno 2012): presidio ospedaliero di Barletta area vocazionale ‘polo oncologico’ e presidio ospedaliero di Andria area vocazionale ‘polo urgenza ed emergenza’ come assegnate dalla regione Puglia”, dichiara Caracciolo.
A Barletta infatti l’assegnazione dei posti letto in oculistica passa da 0 a 10, mentre viene annullato il trasferimento di 15 posti letto di urologia da Andria a Barletta. Ad Andria l’oculistica passa da 10 posti letto a 4 e rimane ancora assegnato al presidio ospedaliero di Andria l’unità operativa di Urologia con i suoi 15 posti letto.
L’oculistica di vocazione ‘urgenza ed emergenza’ (es. distacco di retina, traumi) nella programmazione nazionale è destinata ad una contrazione significativa dei posti letto, sia per le innovazioni chirurgiche che comportano una esecuzione delle procedure chirurgiche in regime ambulatoriale (es. intervento di cataratta), sia per il rimborso a tali esecuzioni da parte del SSN sempre in riduzione (la maggior parte dei rimborsi per le procedure chirurgiche ammonta a circa € 1.000,00).
L’urologia di vocazione ‘oncologica’ (es. tumori alla prostata, alla vescica ecc.) prevede procedure chirurgiche, nella maggior parte dei casi, di risoluzione di diagnosi oncologiche con rimborso da parte del SSN di importi più alti rispetto a quelli riconosciuti per gli interventi in oculistica; inoltre, visto l’aumento dell’età media della popolazione nazionale, molti più pazienti saranno costretti a rivolgersi a questo reparto.
I posti dell’oculistica, in controtendenza rispetto a quelli nazionale, passano da 10 posti letto (10 posti ad Andria riordino -giugno 2012-) a 14 (10 a Barletta e 4 ad Andria riordino -dicembre 2012): indubbiamente condivido che non si possono azzerare i posti letto di oculistica presso l’ospedale di Andria per non passare nel ridicolo visto la sua area di vocazione.
Inoltre, il piano di riordino della rete ospedaliera di giugno 2012 aveva ridefinito un ottimale assetto della specialità di psichiatria posizionandola sul P.O. di Canosa (struttura dedicata alla post acuzie e riabilitazione funzionale) realizzando un miglior equilibrio assistenziale per il paziente che finalmente vedeva realizzata la presenza di una figura assistenziale in regime di ricovero sia sul fronte murgiano (Canosa) che costiero (Bisceglie); anche questo equilibrio è stato alterato dall’ultima delibera di Giunta regionale.
“Con la delibera di Giunta regionale n. 3006 del 27 dicembre 2012 la vocazione oncologica del P.O. di Barletta è stata minata rinnegando così le volontà espresse dalla stessa Giunta in numerosi e precedenti atti [vedasi per l’appunto il piano di riordino della rete ospedaliera di giugno 2012]. Pertanto, con il mancato trasferimento dell’U.O. di Urologia da Andria a Barletta, viene meno l’interesse dell’Esecutivo regionale in merito alle soluzioni legate al paziente oncologico nel territorio della ASL BT”, evidenzia Caracciolo.
“Quali logiche sono prevalse? Logiche personali a scapito delle reali esigenze assistenziali del malato – cittadino – utente? A chi serve tutto questo? Sicuramente apprezzabile è l’apertura delle UU.OO. di Ematologia e di Radioterapia metabolica, questi sforzi però rimangono vani se non si completa il trasferimento dell’U.O di Urologia; inoltre è importante considerare che a Barletta il paziente ricoverato in oncologia per recarsi alle sale operatorie è costretto a farsi una passerella per tutto l’ospedale.
Alla luce di tutto questo chiedo un intervento immediato dell’Assessore alle Politiche della Salute, dr. Ettore Attolini, al quale chiedo di rimediare velocemente all’errore commesso, ponendogli questi interrogativi: la nuova proposta di riordino tiene veramente conto delle esigenze di vocazione dei due presidi ospedalieri Andria-Barletta, come organizzato dalla stessa Regione Puglia? alle scelte ragionevoli di giugno 2012 sono prevalsi interessi di qualche singolo? l’esecutivo regionale ha dimenticato le reali esigenze assistenziali dei pazienti oncologici del territorio?”.
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