L'evento
organizzato dalla Parrocchia di san Lorenzo nei giorni 23, 26, 30 dicembre e 6
gennaio è stato uno splendido esempio di partecipazione, coesione, capacità
organizzativa
di Francesco Brescia -
Delle iniziative natalizie biscegliesi, quest'anno non raccordate da alcun ente
o associazione, non illustrate su alcun programma cartaceo, non coordinate in
maniera da evitare accavallamenti o minore risonanza a una anziché a un'altra,
resteranno davvero pochi ricordi, pochissimi.
Concerti (all'improvviso in
tanti, troppi, riscoprono questa celata passione per la musica classica...
provate a chiedere in giro chi sia Bach...), premiazioni (Bisceglie, città dei
premi e dei riconoscimenti...), attività ludiche per bambini (guerra tra
ludoteche), campane “ad personam”: questi gli ingredienti di un Natale 2012
sciapo.
No, mi correggo a onor del vero:
proprio sciapo non è stato.
Da alcuni anni è
straordinariamente e efficacemente operativa, con entusiasmo, dedizione,
impegno (quello serio e messo in campo con passione) e cura dei particolari,
una realtà speciale in città, una realtà che ha il sapore di un'isola felice
che nulla ha a che fare con l'insulso reiterarsi di iniziative copia-incolla,
di situazioni che sanno di déjà vu, di eventi che non coinvolgono, che non
attirano, che non lasciano il segno.
Parlo (senza piaggeria, non ne
sono coinvolto se non nella condivisione delle buone idee prodotte finora)
della Parrocchia di san Lorenzo guidata dal giovane don Ferdinando
Cascella (classe 1980) e dai numerosissimi giovani parrocchiani che animano
la vita della parrocchia sia sotto il profilo liturgico sia sotto il profilo
della concretizzazione di idee, lo ribadisco, coinvolgenti, vincenti.
Una parrocchia credo debba essere
un luogo di aggregazione, di attrazione (non tanto clericale o religiosa, parlo
in termini di partecipazione, di non sentirsi emarginato, solo) e la bella
realtà di san Lorenzo ne è la lampante testimonianza.
Ultimo esempio in ordine
cronologico il Presepe Vivente che ha riallineato la città di Bisceglie
sui binari delle comunità che hanno saputo idearne e realizzarne uno degno di
essere definito tale.
Non sono capace, per limiti
personali, di giudicare l'abilità scenica, la capacità artistica e la fedeltà
ai luoghi della Natività, ma chiunque abbia visitato il Presepe targato 'san
Lorenzo' non ha potuto non apprezzare in primis il fatto che sia stato
possibile ammirare le stanze dell'ex orfanotrofio “Bombini” e in secondo luogo (ma
assolutamente non meno importante) la cura dei dettagli, la certosina voglia di
stupire, di affascinare, di creare un'aurea di lirismo emotivo.
Le ragazze e i ragazzi, i
collaboratori, figuranti e attori del Presepe hanno messo in risalto sopra ogni
cosa, agli occhi del visitatore, gentilezza, pazienza e, in modo particolare,
coesione.
Il Natale biscegliese non
retrocede (Alberobello, Molfetta, Corato, Altamura, Ruvo e tante altre città
del barese possono istruirci in tal senso) soltanto grazie al Presepe Vivente
della Parrocchia di san Lorenzo.
Non ho l'antipatica presunzione
di dire il vero.
Io no.
Ma le migliaia di persone che lo
hanno visitato sì.
E hanno ragione.
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