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martedì 19 febbraio 2013

MARGHERITA DI SAVOIA : Caos differenziata, cresce la protesta. La Cusmai scrive al Prefetto. “Tutelare i cittadini”

«Al Commissario Prefettizio, al Responsabile del Servizio Ambiente; e per conoscenza a S.E. Prefetto di Barletta-Andria-Trani, al Comandante Stazione Forestale, all’ASL BT.
In seguito all’ordinanza commissariale n. 16 del 01/02/2013 è stato avviato il servizio di raccolta differenziata a partire dall’11 febbraio c.a.
Il primo giorno d’avvio aveva fatto ben sperare, ma, a distanza di una settimana, purtroppo la situazione sta peggiorando con immaginabili disagi per tutta la popolazione, senza distinzione di zona.
In tutti vi è la consapevolezza che quello della differenziata è un punto di non ritorno, non si può che proseguire con la improcrastinabile necessità di dover perfezionare un servizio ancora nella sua fase non sperimentale ma decisamente embrionale.
Per questo, diventa indispensabile un intervento visibile dell’istituzione comunale, nella figura del responsabile del servizio ambientale (ex art. 33 capitolato d’appalto), congiuntamente a quella di un responsabile di zona aziendale, al fine di monitorare direttamente l’attività in questione e poter introdurre i dovuti accorgimenti. In questa prima settimana, invece, sono mancati entrambi!
Il servizio, nella sua fase più delicata, quella di start up, è stato lasciato al senso civico dei margheritani ed all’informazione degli operatori ecologici. Questo ha portato ad incresciosi episodi di vera tensione sociale lo scorso fine settimana e, purtroppo, ad un atteggiamento dell’azienda appaltatrice poco incline alla collaborazione con la cittadinanza, come invece richiede il capitolato.
Sarebbe stata mera utopia il ritenere che da subito il servizio in oggetto potesse andare a regime, pur tuttavia, non può sottacersi la superficialità con la quale l’informazione è stata trattata.
L’art. 14 lettera f) del capitolato d’appalto prevede “un apposito ufficio dotato di personale adeguatamente formato […]. L’ufficio dev’essere dotato di numero verde, fax e posta certificata”. Il personale formato, in realtà , si è limitato alla mera consegna dei bidoni alle utenze margheritane senza aggiungere null’altro.
Le problematiche, com’era prevedibile, sono emerse con l’avvio del servizio.
Non può dirsi esaustiva la schematica brochure consegnata alle utenze private e commerciali, anche perché contenente indicazioni errate.
A differenza di quanto previsto dal capitolato, nonostante il servizio sia entrato in vigore da otto giorni, il numero verde non è attivo. Non solo, il numero comunicato appena un paio di giorni fa con ordinanza commissariale lo si trova soltanto sul sito del nostro Ente (penalizzando così coloro privi di accesso internet, quindi, in primis gli anziani). Inoltre, è un numero a pagamento che, quindi, costa ai cittadini quanto un’extraurbana.
Né può essere di alcun aiuto il sito internet che, benché dedicato al nostro Comune, non dà alcuna indicazione aggiuntiva rispetto all’insufficiente brochure.
• Un’informazione sufficiente potrebbe e dovrebbe esser fornita, invece, consegnando agli utenti un prontuario con l’elencazione degli oggetti e della loro differenziazione, prontuario da rendere disponibile anche sul sito internet.
• La capillarità dell’informazione, fino ad ora assente, potrebbe essere garantita con incontri con la cittadinanza da tenersi oltre che nell’androne comunale anche presso gli oratori delle parrocchie, considerato che, le maggiori difficoltà le incontrano gli anziani.
Solo dopo aver abbondantemente informato la cittadinanza, si potrà parlare di contravvenzioni agli utenti, né può ritenersi esaustiva la dicitura “rifiuto non conforme” apposta su alcuni bidoncini od il mancato ritiro dei rifiuti che, lasciano intuire ma, non danno alcuna certezza ,sulla reale motivazione della non conformità.
• A proposito delle contravvenzioni, non si sottovaluti la tensione sociale che questo potrebbe causare. Io utente posso dirmi responsabile di ciò che accade su di un marciapiede che è suolo pubblico? Chi può dirsi realmente responsabile di ciò che l’operatore troverà in un bidoncino o in un carrellato? È concreta la possibilità che un utente possa utilizzare bidoncini altrui di proposito ed all’insaputa dell’altro. Per fugare ogni dubbio sulla legittimità delle contravvenzioni e punire il vero colpevole sarebbe utile introdurre i sacchi con il codice a barre, in tal modo ad ogni utente sarà attributo un determinato codice o fornire di lucchetto (come accade a San Severo) i bidoncini!
• Sono da affrontare anche le problematiche di natura igienico-sanitaria che, fino ad oggi, non hanno visto alcuna interazione con la locale ASL.
L’aver preferito l’uso di bidoni da lasciare di notte per strada e ritirare al mattino sicuramente è più piacevole esteticamente, ma non poche perplessità suscita la sua igienicità.
Le utenze che non sono fornite di carrellati, infatti, si trovano a dover rientrare in casa i bidoni prevedibilmente oggetto di attenzione da parte di animali randagi (cani, gatti, topi) e loro escrementi.
Forti dubbi desta questa modalità di raccolta nelle zone centrali ed in particolare sul lungomare durante il periodo estivo. Non credo possa ritenersi attrattiva turistica né salutare il passeggiare di sera su un lungomare pieno di bidoni stracolmi di rifiuti di lidi e pizzerie.
• Ci si chiede, anche, se non sia opportuno applicare alle scuole materne, dove viene erogato il servizio mensa, la stessa tipologia di raccolta prevista per le utenze commerciali, per le quali l’organico vien ritirato quotidianamente e la plasticabisettimanalmente. Non è concepibile gestire un asilo alla stessa stregua di una comune abitazione.
• Zona Regina, caratterizzata da condomini con ben 8 famiglie cadauno, è diventata ricettacolo di animali che di notte vagano per le decine e decine di bidoni lasciati per strada. Anche questi condomini dovrebbero esser forniti di carrellati benché il capitolato lo preveda dalle nove utenze in poi.
Poco chiaro è, inoltre, il disposto dell’art. 23 del regolamento 3/2013 in rapporto all’art. 3 co. 8 del capitolato d’appalto. Il secondo stabilisce “la fornitura e la distribuzione dei sacchetti agli utenti […]” per i rifiuti organici, carta e cartone, plastica e verde, “nonché la fornitura e distribuzione di dei contenitori”.
Ad oggi sono stati consegnati solo i contenitori e non anche i sacchetti, peraltro descritti nel regolamento.
L’art. 23 del regolamento prevede l’uso di sacchetti di colore diverso a seconda del rifiuto da contenere.
Non solo, si parla di contenitori per gli scarti vegetali e per il vetro non ancora in circolazione; di contenitori per la raccolta di carta e cartone di colore bianco, mentre quelli consegnati sono di colore blu, di contenitori neri per l’umido quando i nostri son marroni, insomma, poca chiarezza e poca certezza esistono ad otto giorni dall’avvio del nuovo servizio. Per non parlare delle diverse tesi sulla qualità dei sacchi da utilizzare.
Ma se la stessa disciplina è confusa, come si pretende che l’utente margheritano riesca a comportarsi da cittadino impeccabile? Se le defaiance sono bilaterali, avendole commesse anche l’azienda come si può pensare di multare la sola cittadinaza?
Ci si augura, infine, che l’eventuale implementazione o eventuali correzioni del servizio non gravino ulteriormente sul bilancio comunale, dal momento che già da qualche mese si sta corrispondendo all’azienda il nuovo canone benché il servizio sia partito solo la scorsa settimana.
Si auspica in un forte senso civico e di oggettiva responsabilità non solo da parte dei cittadini.»
D.ssa ANTONELLA CUSMAI (Esecutivo provinciale PD, esecutivo ANCI Puglia)

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