Le previsioni del 2013 mostrano un fatturato del -3,5%, export +2,2%, import +4,9%, ed un saldo attivo della bilancia commerciale in linea con quello del 2012.
In occasione della conferenza stampa della Camera nazionale della moda sulle imminenti sfilate, che si svolgeranno a Milano, sono stati comunicati i dati congiunturali del settore moda. Secondo il rapporto Fashion Economic Trends, il preconsuntivo 2012 si dovrebbe chiudere con un fatturato annuo di 60,4 miliardi, segnando un calo del 5,4%.
Nonostante l'export sia risultato in aumento dell'1,8% con un volume d'affari pari a 43,4 miliardi di euro, purtroppo a gravare sul settore è ancora una volta il mercato interno, la cui domanda è crollata dell'8% attestandosi a 26,4 miliardi. Nonostante tutto, il divario dell'interscambio rimane positivo per 17 miliardi, molto al di sopra del 2011, quando è stato sfiorato il tetto dei 14 milardi di euro.
Ma c'è poco da sorridere, a causa del netto peggioramento registrato nel secondo semestre; difatti, le previsioni del 2013 mostrano un fatturato del -3,5%, export +2,2%, import +4,9%, ed un saldo attivo della bilancia commerciale in linea con quello del 2012. Nell'analisi sono compresi tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature (sono esclusi, dunque, occhiali e gioielli), che complessivamente hanno registrato, una fortissima flessione della produzione: circa il 10%.
Insomma, si importa di meno - e qui sono incluse anche le attività delocalizzate dalle imprese italiane - e si produce meno sul territorio nazionale. Nei primi 10 mesi del 2012 l'abbigliamento ha perso il -2,9% e la pelletteria e le calzature -2,7%. Resta quindi indispensabile aumentare le esportazioni sui mercati più lontani: la quota dei Bric più Messico, Turchia e Indonesia sul totale dell'export italiano di moda è salita al 10,8% nel gennaio-settembre 2012 rispetto al 10% del 2011.
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