Per rispondere occorre precisare
che la pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti solidi
urbani suddivide il territorio regionale in 15 bacini di utenza che corrispondono
agli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), anche se, parallelamente, ci si sta
avviando verso gli ARO (Ambiti di Raccolta Ottimali) che si configurano come ulteriori mappature gestite
all’interno delle province, necessari per riportare a livelli più ristretti le
funzioni di direzione: i Comuni di Trinitapoli, San Ferdinando e Margherita di
Savoia, ad esempio, sono destinati ad entrare in un unico ARO e,
conseguentemente, ad avere un unico gestore per la raccolta rifiuti. Ad oggi,
per risalire alla situazione nella provincia BAT è necessario prendere in
considerazione i dati relativi a tre ATO. Il primo, denominato BA/1, comprende,
tra gli altri, i comuni di Andria, Barletta, Trani, Bisceglie, Canosa di
Puglia: ai dati ufficiali rinvenibili sul sito della Regione Puglia, aggiornati
al maggio 2013, presenta una percentuale di raccolta differenziata pari al
32,07%. Il secondo, denominato FG/4,
comprende, tra gli altri, i comuni di Trinitapoli, San Ferdinando, Margherita
di Savoia: ai dati ufficiali, aggiornati sempre al maggio 2013, presenta una
percentuale pari al 13,20%. Il terzo, infine, denominato BA/4, comprende, tra
gli altri, i comuni di Spinazzola e Minervino: ai dati ufficiali, aggiornati al
giugno 2013, presenta una percentuale pari al 14,59%. Come si evince da tali
dati, la situazione è piuttosto deludente. Se si scende nel dettaglio, i comuni
della BAT che meglio differenziano sono Andria e Canosa, con percentuali oltre
il 66%. Fanno bene anche San Ferdinando e Margherita (laddove pure non mancano
polemiche per alcuni disagi registrati a seguito delle difficoltà dovute all’implemento
demografico, causato dal flusso turistico dei mesi estivi), con percentuali
intorno al 64%. Tutti gli altri comuni della BAT, laddove peraltro e non a
caso, non si è ancora imposto con successo, il sistema della raccolta “porta a
porta”, si aggirano su percentuali tra il 16% e il 9%. Fanalino di coda è
Spinazzola con poco meno del 6%. Molto si discute sulla raccolta differenziata,
ma posto che ormai essa è scelta ineludibile, verso cui spingono anche le
direttive europee (per le quali è d’obbligo un coinvolgimento dei cittadini,
nelle decisioni che riguardano la materia ambientale), si obietta che sistemi
come quelli del “porta a porta” aumentino la pressione fiscale (a breve non più
TARSU, ma TARES). In realtà la sostenibilità economica è strettamente legata ai
costi di conferimento dei rifiuti agli impianti. Se il costo di conferimento,
che varia in base alla provincia, supera i 150 euro, il
“porta a porta” diventa la modalità di raccolta economicamente più conveniente.
Se, inoltre, la gestione dei rifiuti e il loro smaltimento nei centri di
raccolta fosse totalmente nelle mani del Comune, quest’ultimo avrebbe solo da
guadagnarci e conseguentemente potrebbe abbassare le tasse. Va precisato,
inoltre, che la questione non può essere considerata solo dal punto di vista
economico. La raccolta differenziata è il modo migliore per evitare che
tonnellate e tonnellate di rifiuti finiscano in discariche ed inceneritori, con
tutti i danni, da più parti scientificamente dimostrati, che ne derivano per
ambiente e salute. Infine la raccolta differenziata potrebbe essere solo un
primo tassello per una svolta ecosostenibile. Un cittadino cosciente dovrebbe
tenere in debito conto anche la possibilità di ridurre e riutilizzare, prima di
gettare qualcosa. E’ questa la filosofia alla base di una ormai nota strategia
chiamata “RifiutiZero”, ideata dal professor Paul Connet e diffusasi in tutto
il mondo, anche in Italia (celebre il caso del Comune di Capannori in Toscana che
ha raggiunto percentuali superiori all’80%). Proprio il prossimo 26 luglio,
alle ore 21:00 presso il Lido Sirenetta, a Margherita di Savoia, se ne parlerà
in una conferenza organizzata dalla locale associazione “Artemia salina”.
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