SEMPRE
PIU’ VENDITORI STRANIERI IMPONGONO ORGANIZZAZIONI PIU’ COMPLESSE, ENTI LOCALI
COLTI IMPREPARATI.
ABUSIVISMO DILAGANTE E DIFFICOLTA’ OPERATIVE NEI CONTROLLI OLTRE ALLA
MANCATA CORRETTA APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI VIGENTI RENDONO LA SITUAZIONE
DISASTROSA.
ANCHE
NELLA BAT NULLA E’ CAMBIATO, IN ATTESA DELLA GRANDE FESTA PATRONALE DI ANDRIA.
NELLA
PROVINCIA DI BARI LA CITTA’ DI CORATO SEGNA ANCHE QUEST’ANNO IL PUNTO PIU’ ALTO
PER CONTROLLI E ORDINE E NOI LO RICONOSCIAMO.
Il
connubio tra Feste Patronali e commercio su aree pubbliche è antico e anch’esso
sta cambiando profondamente. In maniera crescente le Amministrazioni Comunali
continuano a declinare quasi completamente l’impegno logistico ed organizzativo
di queste forme di Manifestazioni che, al contrario, andrebbero profondamente
rivalutate.
In
alcune città l’aspetto commerciale legato alla Festa Patronale sta sempre più
assumendo caratteristiche privatistiche, al punto da poter parlare, in taluni
casi, di una vera e propria fieropoli con organizzazione logistica e persino la
riscossione dei tributi affidata arbitrariamente a soggetti che, di volta in
volta, si mascherano dietro le più fantasiose sigle pur di recuperare somme non
dovute ma che vengono fatte passare per oboli volontari quando tutti sanno che,
in effetti, tali non sono, in palese violazione della vigente legge regionale e
dei regolamenti comunali che distinguono in maniera chiara gli aspetti
culturali, religiosi e ludici rispetto a quelli commerciali che sono molto ben
disciplinati, con taluni compiti ed adempimenti che non possono essere delegati
a soggetti terzi, quali l’assegnazione dei posteggi, la riscossione delle
relative tasse ed imposte come quella per l’occupazione di suolo pubblico o per
il servizio di igiene pubblica o l’elaborazione della graduatoria per
l’assegnazione dei posteggi agli aventi diritto. Anche nelle ultime recenti
edizioni delle Feste le cose, però, sono andate diversamente.
Al
di la di questi aspetti seppur importanti, che tutti conoscono, che tutti
“condividono” e che tutti tollerano, che sicuramente vanno affrontati e risolti
nelle opportune sedi, merita attenzione, sicuramente merita attenzione
l’aspetto sociale ed umano legato alle Fiere e alle Feste Patronali, in
relazione alle attività di commercio su aree pubbliche.
Le
Amministrazioni comunali piuttosto che Comitati d’affari all’uopo allestiti,
continuano ad imporre costi per l’occupazione di suolo pubblico e per altri
servizi dei quali spesso non se ne vede neanche l’ombra, esorbitanti e ormai
inaccessibili, al punto che frequentare una di queste manifestazioni, per soli
due giorni, può comportare costi complessivi di oltre cinquecento euro senza
contare quelli aziendali propri dell’attività lavorativa.
Somme
che ormai in pochissimi possono permettersi e che comunque non sono
proporzionali alle aspettative di incasso che negli anni è diminuito in modo
esponenziale.
Di
fronte, quindi, ad un sempre crescente numero di venditori italiani e locali
che vengono meno, aumenta il numero dei venditori extracomunitari, comunitari e
comunque stranieri che, anche spesso senza aver preliminarmente provveduto agli
adempimenti di legge al fine di ottenere una regolare concessione ad occupare
il suolo pubblico e senza aver pagato i relativi oneri previsti, ormai
riempiono le strade adibite alle manifestazioni improvvisandosi commercianti o
facendolo per mestiere abituale.
Un
fenomeno, questo, sempre più in crescita e che rappresenta un bellissimo
esempio, dal punto di vista dell’integrazione sociale, ma che impone alle
nostre Amministrazioni Pubbliche di predisporre tutta una serie di servizi, di
luoghi fisici, di infrastrutture e condizioni ambientali in grado di accogliere
dignitosamente questi enormi flussi, spesso migratori e temporanei, che sostano
per alcuni giorni nelle città.
Spesso,
quasi sempre non esiste nulla di tutto questo quindi accade che,
nell’indifferenza generalizzata soprattutto delle Istituzioni, questi grandi gruppi di venditori stranieri,
spesso intere famiglie anche con bambini al seguito, non trovano predisposti
neppure i minimi servizi di ospitalità da utilizzarsi almeno per le minime
indispensabili necessità personali o collettive.
Ecco,
quindi, che come registrato anche quest’anno e più che negli anni passati, in
città interessate dallo svolgimento delle Feste Patronali, sopratutto in alcune
importanti città della Provincia di Barletta-Andria-Trani nelle quali
recentemente esse si sono svolte, aumentano le situazioni che destano
preoccupazione, come anche pubblicamente denunciato da Associazioni radicate
sul territorio, che non hanno finalità politiche o pseudo-politico-sindacali e
diverse da quelle sempre accondiscendenti, silenti e spesso anche colluse col
sistema.
Durante
la permanenza sui posti di lavoro accade quindi di tutto cioè si fa tutto
quello che una persona, una famiglia dovrebbe fare abitualmente nelle proprie
residenze piuttosto che nei centri di accoglienza o di permanenza temporanea;
dal soddisfacimento delle minime personali e fisiologiche necessità fino alla
predisposizione di tutto quanto serve per la sopravvivenza come la preparazione del cibo da consumarsi sul
posto e tutto secondo il rigoroso rispetto delle proprie tradizioni ed usanze,
anche religiose.
Abbiamo
letto interventi a proposito che hanno anche sottolineato quanto talune
situazioni, se diventano incresciose, non solo poste in essere da stranieri,
possano rappresentare un danno anche per il turismo o disincentivarlo, come
purtroppo sempre più frequentemente avviene nel nostro territorio.
Proprio
perché questa ulteriore corretta analisi va tenuta in profonda considerazione,
riteniamo quanto mai urgente che la problematica vada affrontata con la dovuta
sensibilità e soprattutto mediante il coinvolgimento di tutte quelle
Associazioni e Organizzazioni che operano nel Sociale che ogni giorno si
dimostrano sensibili nei confronti delle minoranze e degli ospiti provenienti
da altre Nazioni, per lavoro o per altre finalità lecite.
In
attesa dell’ultima grande Festa Patronale di Andria, in programma la terza
domenica di settembre e dell’ultima in assoluto in ordine di tempo cioè quella
di Minervino Murge, senza aspettarci da entrambe alcun miglioramento rispetto a
quanto accaduto fino allo scorso anno cioè ancora e sempre caos, ormai nella
Bat il tempo delle Feste Patronali, anche per questo 2013, è terminato, da
Barletta a Bisceglie, da Trani a Canosa, da Margherita di Savoia a Spinazzola la
situazione è stata pessima ed in alcuni casi si sono superati tutti i limiti di
tolleranza, in ogni senso ma di questo se ne è parlato troppo poco, come ormai
di prassi e procedura.
Nota
positiva, invece, arriva dalla Provincia di Bari e a tal proposito il
vice-presidente dell’Associazione A.C.A.B., sig. Tortora Sebastiano, ha detto:
“il comune di Corato, anche quest’anno, ha segnato il più alto livello di
rispetto delle regole, come tra l’altro avviene tradizionalmente all’interno
del mercato settimanale che dagli stessi operatori del settore è sempre stato
portato ad esempio positivo, e di ciò rendiamo merito soprattutto al Corpo
della Polizia Municipale e della Squadra Annonaria guidata egregiamente dal
Tenente Giuseppe Di Pietro che continua a saper coniugare perfettamente
rigidità, rispetto delle norme e senso dell’accoglienza e comprensione delle
situazioni, anche di quelle più difficili”.
Sarà
il caso di riflettere e di imparare anche da questo?
Ufficio
di Coordinamento
Associazione A.C.A.B.
Nessun commento:
Posta un commento