Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

giovedì 24 ottobre 2013

BAT : EMERGENZA CRIMINALITA’, SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO

LE FORZE DELL’ORDINE STANNO FACENDO BENISSIMO IL LORO LAVORO MA MANCA QUEL SALTO CULTURALE CHE RENDA TUTTI CONSAPEVOLI CHE ESISTE UNA SITUAZIONE CHE RISCHIA DI CAMBIARE RADICALMENTE LA VITA DEI CITTADINI, DEI COMMERCIANTI E DELLA SOCIETA’.

I recenti episodi di criminalità registrati nel territorio della Provincia di Barletta-Andria-Trani confermano alcuni elementi inconfutabili cioè da una parte una recrudescenza di episodi di pericolosissima microcriminalità, a volte molto più incontrollabile delle strategie criminali dei clan e dei gruppi ben organizzati che pure esistono e continuano ad operare massicciamente nel nostro territorio e dall’altro il crescente impegno delle Forze dell’Ordine, della Prefettura, della Questura e dell’intelligence investigativa che sta dando grossissimi risultati in termini di repressione.
Il problema era e rimane quello relativo alla prevenzione perché se spostassimo l’analisi della problematica su questo piano, che è anche culturale, allora le cose cambiano e cambiano parecchio.
Se prevenzione deve significare evitare condizioni di estremo disagio sociale ed economico che spesso spinge verso atti criminali e illegali allora dobbiamo chiederci: cosa stanno facendo le istituzioni per affrontare seriamente l’emergenza occupazionale agendo non solo con politiche orientate al semplice e facile utilizzo di fondi pubblici senza risultati apprezzabili?
Se prevenzione deve significare analizzare il territorio, comprenderne le emergenze ed i bisogni e programmare interventi mirati allora dobbiamo chiederci: ma quando questo viene fatto, se viene fatto, avviene in un contesto di rete oppure il tutto si esaurisce in incontri istituzionali dove spesso le questioni vengono trattate senza neanche le minime conoscenze delle problematiche e dei risvolti sulla vita quotidiana delle persone e delle imprese?
Se prevenzione deve significare una seria opera di ascolto e di intervento allora ci chiediamo: il mondo sociale, culturale, delle professioni, della scuola, del mondo associazionistico, datoriale e sindacale in che modo opera in sinergia e cosa ha prodotto sino ad oggi per dare almeno le più elementari risposte alla persistente crisi economica, valoriale e sociale?
Se prevenzione deve significare valorizzare il senso di compartecipazione, di solidarietà e di compassione allora dobbiamo chiederci: ma questi sentimenti prevalgono rispetto all’egoismo, all’individualismo, all’opportunismo e al consociativismo e quei valori cristiani ancora in grado di fare la differenza, se solo anche istituzioni come la Chiesa cominciassero a sporcarsi seriamente le mani ed entrate in modo prorompente nel sociale, fino ad arrivare a “condizionare” anche le azioni politiche ed amministrative, sono presenti in maniera visibile e tangibile nella nostra società?
La gente ha paura, i commercianti hanno paura, i nostri figli hanno paura e la paura non è solo quella di un colpo di arma da fuoco sparato per strada; non è solo quella di vedersi rapinati, scippati, derubati e danneggiati; non è solo quella di non sapere se si vive in ambienti protetti piuttosto che in giungle urbanizzate e cannibalizzate. No, la paura è non sapere se le nostre sorti siano state affidate a persone consapevoli, capaci e in grado di dare quelle difficili risposte che proprio in questi momenti bisogna dare, dimostrando seriamente di essere superpartes e di essere lontani dalle logiche che continuano a condurre verso l’arroganza, il senso di onnipotenza, il favoritismo, la disuguaglianza sociale, la mortificazione del merito e la premialità solo se condizionata. Le ultime settimane hanno visto questo territorio tristemente afflitto da numerosi episodi di micro e macro criminalità. Una Provincia soprannominata “capitale dello spaccio di cocaina e di sostanze stupefacenti”; arresti quotidiani nelle città della provincia; furti massicci di olive e di uva, estorsioni, rapine in pieno centro ed in pieno giorno in una città come quella di Andria dove è forte l’emergenza sicurezza, rappresentata anche da rapine a mano armata ai danni di commercianti, farmacie e turisti in visita al nostro patrimonio storico, culturale e architettonico. Una situazione che non può essere oltremodo sottaciuta con episodi quotidiani che stanno mettendo a dura prova commercianti e cittadini e solo grazie alla fiducia nelle Forze dell’Ordine non si è arrivati al collasso totale con aumento di furti di materiale agricolo e danneggiamenti ai danni di agricoltori che stanno anche pensando di abbandonare definitivamente il lavoro nelle campagne.
L’episodio recentissimo verificatosi a Trani cioè gli spari contro le vetrine dei negozi di via Umberto, unitamente ad altri che sempre nella splendida città della Bat, hanno elevato notevolmente il livello e la percezione di insicurezza con enormi danni economici e sociali anche dal punto di vista di disincentivazione dei flussi turistici in quanto il nostro territorio tutto risulta essere nella maglia nera di quelli a rischio, al punto che i Tour Operators internazionali continuano a mettere in guardia i turisti, specie quelli stranieri che vediamo pochissimo o quasi mai nelle nostre città, pur essendo presenti in centinaia di migliaia l’anno a Castel del Monte, dove sconsigliano di recarsi quindi con incentivazione unicamente di quel turismo mordi e fuggi che non fa bene a nessuno.
In seguito ad una delle tantissime sollecitazioni da noi sottoposte all’attenzione del Prefetto di Barletta-Andria-Trani ricevemmo una preziosa ed importante nota da parte dello stesso Prefetto, S.E. dott. Carlo SESSA il quale, in riscontro ad una nostra del 13 febbraio 2012, ci scriveva
“In relazione alla nota di codesta Associazione del 13 febbraio u.s., si comunica che le doglianze evidenziate sono state oggetto di disamina in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi il 23 febbraio. Si fa presente che l’impegno di questa Prefettura e delle Forze dell’Ordine nel corso di questi mesi si è particolarmente concentrato su alcuni fenomeni delittuosi che hanno allarmato l’opinione pubblica. L’attività di controllo del territorio ha consentito di raggiungere ottimi risultati sia sul piano investigativo sia su quello della repressione. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi alcuni episodi che recentemente si sono verificati, soprattutto nel territorio del Comune di Andria, alla presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione che hanno contribuito insieme alle Forze di Polizia a delineare il quadro e l’evoluzione di alcune fenomenologie delittuose”. Il Prefetto (Sessa)
Quella nota del Prefetto era e rimane una rassicurazione istituzionale importante quanto opportuna e ancora oggi valida ma già in quella nota notammo l’assenza totale della parola “prevenzione” e questo ci fece riflettere e oggi ancor di più.
Se quella parola, quel concetto, quell’auspicio, quella speranza mancava in quelle righe forse non era un caso; forse quell’assenza era dovuta al riconoscimento delle difficoltà operative, della scarsezza di risorse da investire nella cultura seria e non in quella dei balletti di piazza.
L’assenza della parola “prevenzione” era forse soprattutto dovuta alla difficoltà di ammettere l’esistenza di una realtà scomoda e comprendiamo benissimo cosa possa significare anche per una persona stimata ed ineccepibile come il Prefetto Sessa trovarsi spesso di fronte a Sindaci, ad amministratori comunali, a rappresentanti sindacali che continuano a minimizzare i problemi per il sol fatto di non volerne prendere coscienza e ammettere inadeguatezze e limiti.
Se il motivo dell’assenza di quella parola possono essere anche lontanamente riconducibili ad atteggiamenti di questa natura allora la situazione non è drammatica, è irrecuperabile.

        Il Presidente

    Savino Montaruli

Nessun commento:

Posta un commento