LE FORZE DELL’ORDINE STANNO FACENDO BENISSIMO IL LORO LAVORO MA MANCA
QUEL SALTO CULTURALE CHE RENDA TUTTI CONSAPEVOLI CHE ESISTE UNA SITUAZIONE CHE
RISCHIA DI CAMBIARE RADICALMENTE LA VITA DEI CITTADINI, DEI COMMERCIANTI E
DELLA SOCIETA’.
I recenti
episodi di criminalità registrati nel territorio della Provincia di
Barletta-Andria-Trani confermano alcuni elementi inconfutabili cioè da una parte
una recrudescenza di episodi di pericolosissima microcriminalità, a volte molto
più incontrollabile delle strategie criminali dei clan e dei gruppi ben
organizzati che pure esistono e continuano ad operare massicciamente nel nostro
territorio e dall’altro il crescente impegno delle Forze dell’Ordine, della
Prefettura, della Questura e dell’intelligence investigativa che sta dando
grossissimi risultati in termini di repressione.
Il problema
era e rimane quello relativo alla prevenzione perché se spostassimo l’analisi
della problematica su questo piano, che è anche culturale, allora le cose
cambiano e cambiano parecchio.
Se prevenzione
deve significare evitare condizioni di estremo disagio sociale ed economico che
spesso spinge verso atti criminali e illegali allora dobbiamo chiederci: cosa
stanno facendo le istituzioni per affrontare seriamente l’emergenza
occupazionale agendo non solo con politiche orientate al semplice e facile
utilizzo di fondi pubblici senza risultati apprezzabili?
Se prevenzione
deve significare analizzare il territorio, comprenderne le emergenze ed i
bisogni e programmare interventi mirati allora dobbiamo chiederci: ma quando
questo viene fatto, se viene fatto, avviene in un contesto di rete oppure il
tutto si esaurisce in incontri istituzionali dove spesso le questioni vengono
trattate senza neanche le minime conoscenze delle problematiche e dei risvolti
sulla vita quotidiana delle persone e delle imprese?
Se prevenzione
deve significare una seria opera di ascolto e di intervento allora ci
chiediamo: il mondo sociale, culturale, delle professioni, della scuola, del
mondo associazionistico, datoriale e sindacale in che modo opera in sinergia e
cosa ha prodotto sino ad oggi per dare almeno le più elementari risposte alla
persistente crisi economica, valoriale e sociale?
Se prevenzione
deve significare valorizzare il senso di compartecipazione, di solidarietà e di
compassione allora dobbiamo chiederci: ma questi sentimenti prevalgono rispetto
all’egoismo, all’individualismo, all’opportunismo e al consociativismo e quei
valori cristiani ancora in grado di fare la differenza, se solo anche
istituzioni come la Chiesa cominciassero a sporcarsi seriamente le mani ed
entrate in modo prorompente nel sociale, fino ad arrivare a “condizionare” anche
le azioni politiche ed amministrative, sono presenti in maniera visibile e
tangibile nella nostra società?
La gente ha
paura, i commercianti hanno paura, i nostri figli hanno paura e la paura non è
solo quella di un colpo di arma da fuoco sparato per strada; non è solo quella
di vedersi rapinati, scippati, derubati e danneggiati; non è solo quella di non
sapere se si vive in ambienti protetti piuttosto che in giungle urbanizzate e
cannibalizzate. No, la paura è non sapere se le nostre sorti siano state affidate
a persone consapevoli, capaci e in grado di dare quelle difficili risposte che
proprio in questi momenti bisogna dare, dimostrando seriamente di essere
superpartes e di essere lontani dalle logiche che continuano a condurre verso
l’arroganza, il senso di onnipotenza, il favoritismo, la disuguaglianza
sociale, la mortificazione del merito e la premialità solo se condizionata. Le
ultime settimane hanno visto questo territorio tristemente afflitto da numerosi
episodi di micro e macro criminalità. Una Provincia soprannominata “capitale
dello spaccio di cocaina e di sostanze stupefacenti”; arresti quotidiani nelle
città della provincia; furti massicci di olive e di uva, estorsioni, rapine in
pieno centro ed in pieno giorno in una città come quella di Andria dove è forte
l’emergenza sicurezza, rappresentata anche da rapine a mano armata ai danni di
commercianti, farmacie e turisti in visita al nostro patrimonio storico,
culturale e architettonico. Una situazione che non può essere oltremodo
sottaciuta con episodi quotidiani che stanno mettendo a dura prova commercianti
e cittadini e solo grazie alla fiducia nelle Forze dell’Ordine non si è
arrivati al collasso totale con aumento di furti di materiale agricolo e
danneggiamenti ai danni di agricoltori che stanno anche pensando di abbandonare
definitivamente il lavoro nelle campagne.
L’episodio
recentissimo verificatosi a Trani cioè gli spari contro le vetrine dei negozi
di via Umberto, unitamente ad altri che sempre nella splendida città della Bat,
hanno elevato notevolmente il livello e la percezione di insicurezza con enormi
danni economici e sociali anche dal punto di vista di disincentivazione dei
flussi turistici in quanto il nostro territorio tutto risulta essere nella
maglia nera di quelli a rischio, al punto che i Tour Operators internazionali
continuano a mettere in guardia i turisti, specie quelli stranieri che vediamo
pochissimo o quasi mai nelle nostre città, pur essendo presenti in centinaia di
migliaia l’anno a Castel del Monte, dove sconsigliano di recarsi quindi con
incentivazione unicamente di quel turismo mordi e fuggi che non fa bene a
nessuno.
In seguito ad
una delle tantissime sollecitazioni da noi sottoposte all’attenzione del
Prefetto di Barletta-Andria-Trani ricevemmo una preziosa ed importante nota da
parte dello stesso Prefetto, S.E. dott. Carlo SESSA il quale, in riscontro ad
una nostra del 13 febbraio 2012, ci scriveva
“In relazione alla nota di codesta
Associazione del 13 febbraio u.s., si comunica che le doglianze evidenziate
sono state oggetto di disamina in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica
tenutosi il 23 febbraio. Si fa presente che l’impegno di questa Prefettura e
delle Forze dell’Ordine nel corso di questi mesi si è particolarmente
concentrato su alcuni fenomeni delittuosi che hanno allarmato l’opinione
pubblica. L’attività di controllo del territorio ha consentito di raggiungere
ottimi risultati sia sul piano investigativo sia su quello della repressione.
Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi alcuni episodi che recentemente
si sono verificati, soprattutto nel territorio del Comune di Andria, alla
presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione che hanno contribuito insieme
alle Forze di Polizia a delineare il quadro e l’evoluzione di alcune fenomenologie
delittuose”. Il Prefetto (Sessa)
Quella nota
del Prefetto era e rimane una rassicurazione istituzionale importante quanto
opportuna e ancora oggi valida ma già in quella nota notammo l’assenza totale
della parola “prevenzione” e questo ci fece riflettere e oggi ancor di più.
Se quella
parola, quel concetto, quell’auspicio, quella speranza mancava in quelle righe
forse non era un caso; forse quell’assenza era dovuta al riconoscimento delle
difficoltà operative, della scarsezza di risorse da investire nella cultura
seria e non in quella dei balletti di piazza.
L’assenza
della parola “prevenzione” era forse soprattutto dovuta alla difficoltà di
ammettere l’esistenza di una realtà scomoda e comprendiamo benissimo cosa possa
significare anche per una persona stimata ed ineccepibile come il Prefetto
Sessa trovarsi spesso di fronte a Sindaci, ad amministratori comunali, a
rappresentanti sindacali che continuano a minimizzare i problemi per il sol
fatto di non volerne prendere coscienza e ammettere inadeguatezze e limiti.
Se il motivo
dell’assenza di quella parola possono essere anche lontanamente riconducibili
ad atteggiamenti di questa natura allora la situazione non è drammatica, è
irrecuperabile.
Il Presidente
Savino Montaruli
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