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giovedì 31 ottobre 2013

BAT : PICCOLE IMPRESE, CHIUDERE E’ PIU’ DIFFICILE CHE APRIRE. ALTO E' IL RISCHI USURA !

LE SITUAZIONI DEBITORIE FANNO AUMENTARE IL RISCHIO DI CADERE NELLA TRAPPOLA DELL’USURA.

Stanno boccheggiando e tirando gli ultimi respiri ma prima della morte definitiva le micro e piccolissime imprese, quelle che sarebbero in grado di mettere al tappeto l’intera nazione, quelle che rappresentano numeri talmente elevati da far concorrenza al più grande partito politico italiano, quelle che diventano bersaglio di attenzione estrema da parte di avventurieri e cercatori di consensi elettorali durante le elezioni, quelle che non hanno mai avuto il coraggio e la consapevolezza della propria forza, tentano di evitare la disfatta totale ma di fronte a sé trovano quegli stessi personaggi, magari sotto vesti diverse, che si trasformano in carnefici.
A fronte di questa estrema situazione di crisi il danno definitivo paradossalmente non è più neanche la chiusura definitiva delle aziende ma la loro condizione di indebitamento difficilmente risanabile. Chiudere una impresa oggi è diventato addirittura più difficile che aprila perché ci sono “i sospesi” cui far fronte e quei “sospesi”, oltre che verso i fornitori di merci e prodotti invenduti o venduti a prezzo di costo quindi senza alcuna forma di ricarico o di utile, sono sopratutto verso gli Enti impositori, comuni in primis, i quali invece di concentrare la loro attenzione e comprendere il significato e le conseguenze di un’evasione da parte dei cittadini delle tasse e delle imposte locali continua ad accanirsi sulle piccole imprese e continua, nonostante tutto quello che accade ogni giorno, ad inviare cartelle di pagamento con cifre astronomiche ed impensabili per servizi mai resi e per condizioni ambientali disastrose.
Casi limite come quello di “Foggia” sono emblematici in tal senso. Richieste di pagamento per una semplice occupazione di suolo pubblico nel mercato settimanale, trasferito in estrema periferia per capricci politici e ormai diventato da quello più florido ed importante del meridione d’Italia quello più insignificante con centinaia di rinunce da parte dei commercianti ambulanti, per sole 52 giornate di mercato l’anno e per pochi metri quadrati di occupazione, che sfiorano i mille euro ai quali si aggiungano altri tributi per servizi assolutamente inesistenti o scadenti. Una condizione di assoluta improponibilità che in caso di mancato pagamento determina anche il conseguente avvio di procedimento per la revoca dei posteggi proprio come l’eterna beffa di Equitalia quando per riscuotere i crediti metteva il fermo alla circolazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività senza considerare che se a un ambulante fermi l’autocarro è difficile che possa lavorare e se non lavora è difficile che ti possa pagare ma sappiamo con quale quoziente intellettivo e con quali finalità ha esercitato e continua ad esercitare il proprio ruolo Equitalia quindi non è il caso di soffermarci oltre.
Questa ed altre situazioni di pari natura sono estremamente delicate e sono le prime ad indurre i soggetti in forte stato di difficoltà a tentare di reperire risorse per far fronte al pagamento dei debiti aziendali al di fuori del “mercato ufficiale” con la conseguenza che è facile, facilissimo, in queste situazioni cadere nella trappola mortale del prestito ad usura visto che nonostante i proclami, le commissioni prefettizie, comunali, provinciali e condominiali le banche hanno continuato a stringere i cordoni della borsa e a non mollare un solo centesimo a favore dei progetti e per far fronte alle difficoltà delle piccole imprese morenti.
Un rischio diventato realtà in molti settori ed ambiti produttivi con intere aziende cadute nelle mani degli usurai e famiglie distrutte.
Il rischio sottovalutazione è ancora fortissimo e i quasi totalmente assenti interventi preventivi sono i maggiori alleati di questa forma di criminalità più o meno organizzata.



                                                                                              Il Presidente Unimpresa Bat

                                                                                                    f.to Savino Montaruli

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