Casa, dolce casa si diceva una volta ma ad Andria si
diceva ancora: ““appirs a n’uss, stann cind cain” (appresso a un osso ci sono
cento cani) e si sta verificando proprio questa situazione reale ma anche
tragicomica perchè qualcuno dimentica che il possesso di un bene non è sinonimo
di produzione di reddito o di ricchezza bensì un onere che le famiglie non
possono più sopportare oltre.
Tutti lo sanno, ormai, anche i nostri governanti più
distratti e distaccati dalla realtà sociale locale che ormai è diventato solo
territorio da sfruttare e mai più da coltivare ma la gente non è più disposta a
farsi buggerare da certi personaggi inconsistenti e ormai a fine carriera.
Il sottoscritto non vuole ricordare tutto quanto la
storia ha conservato e tutte le battaglie civiche che ha combattuto sul campo a
difesa del più prezioso bene familiare, la casa, ma quelle esperienze non
possono essere vanificate e gettate via come un rifiuto non riciclabile solo
perché la sventura ha voluto che il nostro Bel Paese cadesse nelle mani di
rappresentanti incapaci di governare anche il proprio condominio e che si
dimostrano peggio dei capovaccai, piccoli avvoltoi africani che non lasciano
nulla ma divorano tutto quello che c’è attorno al famoso osso. Appresso a
quell’osso i capovaccai sono numerosi e tutti bramosi di spolparlo senza nulla
lasciare neanche alle formiche.
La casa, quindi,
non più come valore, non più nido di accoglienza dell’amore familiare,
non più bene primario da tutelare e tramandare ai propri figli bensì un bene di
cui disfarsi come sta accadendo perché ormai diventato oggetto di sfascia
famiglie. Noi però continuiamo a pensarla esattamente al contrario perché
quell’osso da noi salvaguardato e protetto sino ad ora non siamo disposti a
cederlo a chicchessia nè tantomeno alla razza degli avvoltoi sempre più
agguerrita e feroce.
Anche se nessuno lo valorizza, quell’osso per noi
rappresenta una fonte di sopravvivenza e per noi quell’osso non è qualcosa da
dare in pasto ai capovaccai per farne benefici personali e interessi privati ma
ci serve per farne brodo per nutrire noi e la nostra famiglia.
Di fronte a questa situazione sappiano gli avvoltoi che
la ruota ha cambiato verso e fra qualche settimana le piazze italiane si
riempiranno non più di incantatori di avvoltoi o millantatori di promesse e
benessere mai visto ma di gente disperata ma non rassegnata che dice basta a
questo becero andazzo non più sopportabile.
Quelle saranno le piazze della democrazia e della
ribellione che comporterà l’immediata conseguenza del ritiro in massa di
politici nominati e non più sopportabili.
Lasciate stare quindi le nostre case e andate a
recuperare le risorse nelle vostre lussuose dimore dove avete depositato tutti
il maltolto in tanti anni di storia politica italiana tutta da dimenticare e
non più recuperabile.
Assistiamo ad un ineffabile silenzio da parte degli
esponenti e rappresentanti politici del territorio che sono tantissimi ma
sembrano essere diventati tutti dei fantasmi timorosi anche di scrivere un loro
pensiero; una parola di conforto o di sostegno verso chi soffre e chi sta
pagando il prezzo della loro stessa inefficienza e inoperosità.
C’è un libro bianco che aspetta di essere scritto perché
finora non è valsa la pena di sporcarlo per lasciare tracce del nulla e
dell’inconsistenza.
Quel libro bianco sarà invece scritto dal Popolo che ha
capito, che deve aver capito, che non può non aver capito e deve reagire.
La reazione è cominciata e i capovvaccai sono pregati di
togliere il disturbo, subito!
Il Presidente
Associazione L.A.C. – Andria
signor Vincenzo Santovito
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