Si è tenuta questa mattina
l’assemblea dei soci della Barsa durante la quale il sindaco Pasquale Cascella,
d’intesa con l’assessore al Bilancio Lorenzo Chieppa, ha
sollecitato una ricognizione istruttoria da parte del Consiglio di
Amministrazione sulle ipotesi già delineate con la relazione che accompagna le
Linee Programmatiche dell’Amministrazione. Di seguito, il testo dell’intervento del
sindaco:
“Quale assetto
dovrà avere la Barsa? E' l'interrogativo su cui investire, in occasione della
assemblea dei soci, la specifica responsabilità del Consiglio di
amministrazione dell'azienda perché siano espletate tutte le verifiche
tecnico-aziendali, a cominciare dai piani industriali e finanziari, preliminari
alle scelte politiche che dovranno essere compiute in coerenza con le linee
programmatiche dell'Amministrazione comunale. Queste, del resto, hanno già
tenuto conto del parere pro-veritate che il Consiglio di amministrazione della
Barsa aveva richiesto al prof. Michele Castellano in materia di spending review
(DL 95/2012) a seguito di precedenti deliberazioni assunte dal Commissario
straordinario, anche per evitare contenziosi che potrebbero poi bloccare –
come, del resto, è avvenuto nel recente passato – il necessario processo di
revisione della struttura societaria a sostegno della urgente azione di
adeguamento della normativa per l’efficienza e la economicità dei servizi al
cittadino. Si pone, in particolare, l'esigenza di raccordare gli effetti di due
diversi commi della legge sulla spending review: il comma 1 che obbliga (in
sintesi) alla dismissione delle partecipazioni delle società strumentali e il
comma 8 con cui si statuisce che a decorrere dal 1° gennaio 2014 l’affidamento
diretto può avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico,
per la gestione in house, ma con procedura ad evidenza pubblica, nel rispetto
dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria per
gli affidamenti da parte dell’Amministrazione.
Preliminare, su
tutto, è che il Consiglio di amministrazione dell'attuale Barsa sia messo in
condizione di procedere alle necessarie azioni istruttorie da svolgersi
auspicabilmente nell’arco di un mese. Dall'esame del parere sembrerebbe che la
possibilità che la Barsa proceda alla riduzione dei consiglieri nel numero massimo
di tre o ad un amministratore unico sia preclusa, allo stato, dallo statuto
vigente in mancanza di una variazione dello stesso. L'Amministrazione comunale
però è tenuta a rispettare le deliberazioni assunte dal Commissario prefettizio
con i poteri della Giunta e del Consiglio, per cui si esime dal compiere nomine
al di fuori della rigorosa applicazione dei principi della spending review, in
attesa che il Consiglio comunale si pronunci sull'insieme delle questioni
aperte nell'assetto dell'azienda e si possa procedere, quindi, alla definizione
dei nuovi organismi in modo coerente agli assetti aziendali individuati. Di qui
l'indicazione che, nelle more, il presidente sia individuato dall'interno dello
stesso Consiglio di amministrazione in essere in una figura - il prof. Luigi
Pannarale - che abbia già acquisito
esperienze di elaborazione e analisi della materia, e si proceda alla
designazione di un nuovo componente del Collegio sindacale con una figura
professionale - il dott. Angelo Pedone - che abbia competenze amministrative
anche in considerazione delle particolari tematiche da affrontare.
La prima questione
di merito riguarda la possibilità che la partecipazione di minoranza di Barsa
continui ad essere detenuta dal socio Manutencoop che - come ha notato lo
stesso prof. Castellano - ha perso il requisito di socio tecnico, essendo
uscito dal business della raccolta rifiuti mutando il suo core business in
attività di servizi di manutenzione e global service. Sorgono quindi alcune
questioni già esaminate in alcuni contatti con l’ufficio legale della
Manutencoop e che ora si rimettono al Consiglio di amministrazione per gli
opportuni approfondimenti e i necessari chiarimenti con il socio di minoranza: -
stante la perdita del requisito tecnico e alla luce delle raccomandazioni di
cui al comma 8 art. 4, la Barsa spa ha l’obbligo di trasformazione in una spa
in house con la dismissione della partecipazione del socio di minoranza?
- avendo
Manutencoop mantenuto il requisito tecnico in ambito global potrebbe partecipare
a una società mista il cui oggetto sarebbe la manutenzione degli immobili e del
verde comunale, attraverso la liquidazione di fatto della quota nella Barsa spa
e la sottoscrizione di quote di minoranza nella new co (riservando al Comune di
Barletta la quota di maggioranza) con una eventuale differenza finanziaria?
- quale percorso
tecnico giuridico sarebbe opportuno seguire: cessione di ramo d’azienda,
scissione o definitiva liquidazione della quota del socio di minoranza? Ne
discendono alcune ipotesi di lavoro:
A) Cessione di
ramo d’azienda (Global) con conseguente costituzione di una New co e relativo
conferimento di mezzi (attrezzature, impianti) risorse umane (tecniche e
amministrative) contratti in essere con il Comune, crediti e debiti riferiti al
Global. Il capitale della New Co potrebbe essere sottoscritto dall’attuale
assetto societario con scambio azionario (così da rispettare gli attuali pesi
72% e 28%) sulla base di una preliminare valutazione, d’intesa con Manutencoop,
dell'azienda, magari su richiesta del Cda alla società di revisione, in
costanza di incarico di provvedervi. Si dovrebbe quindi procedere a liquidare
la differenza non coperta dallo scambio azionario fino al 28% detenuto da
Manutencoop sulla base della valutazione effettuata. Si avrebbe, cosi, da una
parte la Barsa come società in house, interamente pubblica avente come oggetto
lo spazzamento, la raccolta dei rifiuti (differenziata) ed il conseguente
conferimento in discarica; fornirebbe servizi pubblici nell’interesse dei
cittadini, aprendosi alla possibilità di collaborare con ARO e Unione dei
Comuni. Dall'altra, la New co mista con oggetto global service fornirebbe
servizi strumentali, inizialmente al Comune di Barletta per effetto dei
contratti rivenienti dalla cessione del ramo d’azienda e fino alla scadenza
degli stessi, cominciando ad aprirsi al mercato sia privato che pubblico, così
da far fronte ai vincoli dell'affidamento diretto che la normativa ha già
sancito per il 2015.
B) Progetto di
scissione con conseguente costituzione di una New co mista attraverso una
procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla ricerca e individuazione del
socio di minoranza con precipue caratteristiche e requisiti tecnici.
Dopo la
costituzione della new co mista, la Barsa spa potrebbe procedere a liquidare la
partecipazione della Manutencoop sulla base della valutazione aziendale
predisposta da un consulente terzo individuato dal Cda. Anche in questo caso,
attraverso il ricorso all’evidenza pubblica, si avrebbe una Barsa spa in house
interamente pubblica con oggetto spazzamento, raccolta rifiuti e servizi in
favore dei cittadini, con ricadute positive in termini di ARO e Unione dei
Comuni, mentre la New Co andrebbe sul mercato in regime di libera concorrenza
oltre che per gli affidamenti temporali e quantitativi consentiti dalla
normativa italiana ed europea.
C) Valutazione
preliminare della Barsa spa per procedere alla conseguente liquidazione della
quota del socio di minoranza e al successivo spin off del global con la
costituzione di una New co pubblica. La Barsa si trasformerebbe sempre in
società in house, mentre la costituenda New co, con oggetto global e servizi
strumentali, avrebbe analoga natura pubblica per gestire gli affidamenti ed operare
conseguentemente attraverso l’istituto dell’evidenza pubblica nei termini
definiti dalla normativa nazionale ed europea.
Tutte queste
ipotesi - eccezion fatta per quella della totale privatizzazione della New co
per il global service che si ritiene allo stato in contrasto con la storia dell’azienda
e il ruolo che la Barsa ha fin qui assolto -
che si rimettono alla valutazione preliminare del Consiglio di
amministrazione e alla verifica delle prescrizioni di legge, richiedono la
predisposizione di rispettivi piani
industriali coerenti con le specifiche mission aziendali e di altrettanti
specifici piani di gestione finanziaria compatibili sia con lo stato dei conti
aziendali sia con il bilancio del Comune”.
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