Tarsu, Tares, Trise, Tari: cambiano le parole ma non la
sostanza
"Chi inquina paga,
chi produce meno rifiuti deve risparmiare". Questo è l’unico principio su
cui deve basarsi la tariffazione sui rifiuti. Che si chiami Tares o Trise
oppure Tari, non è possibile che questa vada ad aggravare il peso fiscale sugli
italiani in maniera illogica e ingiusta”. Così il Laboratorio di idee, ha commentato la notizia, diffusa oggi dalle
agenzie, di possibili ulteriori aumenti delle tasse sulla casa attraverso la
legge di stabilità. Chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato, mentre la nuova
tassa sui rifiuti Tari, forse più della precedente Tares, rischia, al contrario,
di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in maniera ingiusta.
Per questo, sul sito di Legambiente, continua la raccolta firme della petizione
popolare Italia rifiuti free, indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri
Enrico Letta e ai ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare Andrea Orlando e dell'economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, per
chiedere al governo di rivedere questo tributo in maniera tale da rispettare il
principio europeo del "chi inquina paga", calcolandolo solo sulla
effettiva produzione di rifiuti indifferenziati e consentendo così alle utenze
più virtuose di pagare di meno, come richiesto recentemente anche dalle
associazioni di categoria Federambiente
e Fise - Assoambiente. Oggi infatti, è possibile affrontare in concreto la
sfida della riduzione, come è riuscita a fare ad esempio la Germania,
utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e
sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi.
Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l'Italia dal problema
rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella "società
europea del riciclaggio" alla base nella nuova direttiva europea.
La gestione dei rifiuti
in Italia sta vivendo una fase di grande
evoluzione. Sono oltre 1300 i Comuni che in tutto il Paese superano l'obiettivo
di legge del 65% di raccolta differenziata, si stanno diffondendo le buone
pratiche locali per la riduzione degli imballaggi inutili, sono sempre più
numerosi gli impianti di riciclaggio che costituiscono l'ossatura portante
della green economy dei
rifiuti. Ma ci sono
ancora tanti problemi irrisolti: continuiamo a produrre troppi rifiuti e a
smaltirne quasi la metà nelle inquinanti discariche. In più di settemila Comuni
italiani l'ammontare della tassa non è determinato secondo la quantità di
rifiuti prodotti, mentre solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in
base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.
LABORATORIO DI IDEE TRINITAPOLI
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