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mercoledì 6 novembre 2013

TRINITAPOLI : Nicola Di Biase torna a parlare di matrimoni civili. La nostra Chiesa è anche per strada !

Il presidente della fondazione “Cristiana Nazionale” Nicola Di Biase , dopo un periodo di riflessione , torna a parlare del problema sull’utilizzo dell’Auditorium dell’Assunta, per celebrare Matrimoni religiosi di fede diversa da quella Cattolica Romana ( ndr ma comunque cristiana).

Pastore Nicola , cosa ne pensa della decisione del comune di non dare l’autorizzazione alla celebrazione dei matrimoni civili ?
Ritengo che sia a prescindere una decisione sbagliata e comunque esclusiva, visto che vieta a gente di religione diversa come noi ed altri di usufruire di un bene comune. Qual è l’Auditorium dell’Assunta. Che appartiene al comune e quindi a noi cittadini casalini, tutti !
Pastore Nicola, nelle riunioni della commissione comunale, sono stati convocati i sacerdoti locali. Lei si sarebbe presentato in commissione, se fosse stato convocato ? Inoltre si sente discriminato dalla politica locale ?
Io credo che sia un dovere per un rappresentante religioso , ( ndr magari anche di se stesso ) professare la propria fede , in qualsiasi circostanza. Questo ovviamente gli deve essere consentito, ma in questo caso non siamo mai stati contattati ne io e ne altre comunità presenti a Trinitapoli.
Io immagino, che su certi temi la politica, tende a preferire le comunità più grandi ed affermate, che possono comunque diventare dei possibili bacini di voti da cui attingere. Una comunità nuova , anche se non tanto piccola, come la nostra e le altre , vengono “dimenticate” facilmente.
Ma in sostanza , Noi le chiediamo, perché a Trinitapoli c’è tanta chiusura nei confronti di altre comunità religiose differenti da quelle canoniche ?
Essendo un paesino di 15 000 abitanti e trovandosi in Italia, dove la religione cattolica viene imposta sin dalla nascita. Gli amministratori in generale, preferiscono non inimicarsi la comunità che rappresenta il 90 % dei cittadini.
Questo io non lo ritengo giusto, io credo e la Costituzione Italiana mi dà ragione, che un uomo debba essere libero di professare la propria fede religiosa. Io da cristiano posso affermare che c’è un solo Dio, una sola Bibbia e un solo Matrimonio. Sono gli uomini che creano divisioni e distinzioni, dove non ci sono.
Scusi Pastore Nicola, molti cittadini si sono chiesti , perché tanta voglia di celebrare matrimoni in una chiesa sconsacrata ?
Intanto voglio spiegare a tutti cosa significa un luogo sconsacrato : Il codice canonico cattolico, dice che un luogo è sconsacrato, quando non c’è più il Santissimo all’interno. In aggiunta c’è anche un informazione errata, su cos’è la Chiesa, molti pensano che la Chiesa è un luogo di ritrovo fatto di mattoni e cemento. Invece, sulla Bibbia è specificato perfettamente che la Chiesa sono le persone. Infatti Gesù stesso afferma : “ Dove  due o tre sono riuniti nel mio nome , io sono in mezzo a loro.”

Quindi potete anche riunirvi per strada, direbbe qualcuno ?
Certo ! L’abbiamo già fatto proprio nelle strade di Trinitapoli il 21-22-23 Giugno di quest’anno. Con un manifestazione cristiana che ha visto partecipare qualche migliaia di persone, residenti e non. Inoltre, mi lasci dire,  c’erano molte persone in più, di due o tre.
Cosa curiosa è, che io personalmente, ho invitato alla manifestazione, tutti i sacerdoti di Trinitapoli e tutti gli amministratori. Ovviamente non si è presentato nessuno.

Cosa chiede agli amministratori comunali , per la sua comunità ?

Nulla ! Io pongo solo una domanda : Siete sicuri cari amministratori, che state garantendo a tutte le comunità religiose la stessa opportunità di manifestare dignitosamente il proprio credo ? Ai parroci poi dico : Dio ci ama , di un amore incondizionato, e noi che siamo suoi ministri, dobbiamo dare lo stesso amore a tutte le persone indistintamente. Non permettendo i matrimoni civili, in una proprietà della collettività , si impedisce ad altri di amarsi, solo perché non celebrano un rito. Come dice la costituzione, il matrimonio vero è quello fatto al comune e non in un luogo religioso.

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