ESERCENTI, PRONTI AD UN CONFRONTO CON RESIDENTI, AMMINISTRATORI E
CITTADINI, AFFERMANO: NON CRIMINALIZZATECI, SPESSO SIAMO VITTIME MA MAI CARNEFICI.
LE REGOLE CI SONO E VANNO FATTE RISPETTARE.
Non ci stanno gli esercenti del centro storico andriese che con
tantissima fatica, spesso ricorrendo all’utilizzo di risorse economiche frutto
di sacrifici familiari e attinte da risparmi di anni di lavoro, hanno investito
per rilanciare, almeno dal punto di vista commerciale, il borgo antico della
città di Andria che dopo decenni torna a rianimarsi e si pone al centro
dell’attenzione di amministratori locali, opinionisti, rappresentanti sindacali
e della cultura locale, comitati e politici di ogni statura.
Un dibattito che anche noi esercenti abbiamo da tempo auspicato
perché finalmente, ora, non ci sentiamo più soli di fronte alle problematiche,
molte di esse naturali, prevedibili, preventivabili e addirittura “aspicabili”
visto che sono la dimostrazione di una realtà viva e tutti sappiamo che quando
qualcuno è vivo significa che si muove, reagisce e si comporta ora in un modo
ora in un altro. Essere vivi, quindi, significa anche richiedere attenzioni e
cure ed oggi quel centro storico vivo chiede proprio queste attenzioni e quelle
cure completamente mancate, fino ad oggi e ancora oggi.
Se è vero, quindi, che qualunque intervento a proposito abbia
finalità costruttive ed è mirato a contribuire a dare soluzioni e non già ad
ingigantire le problematiche, allora è altresì vero che di questo vogliamo
dimostrazione.
Il centro storico oggi necessità di tutto quello di cui
necessitano tutte le parti della nostra città, con maggiore attenzione, con
maggiore perseveranza e sicuramente con più alto livello di impegno ma comunque
necessità di tutto ciò che chiedono anche i nostri colleghi che hanno i loro
esercizi altrove così come lo chiedono i cittadini che abitano altrove. LA
RICHIESTA COMUNE? Rispetto delle regole. Il semplice e naturale rispetto delle
regole da parte di chi quelle regole le deve osservare quindi utenti,
cittadini, fruitori, avventori e noi stessi esercenti ma anche rispetto delle
regole da parte di chi quelle regole le ha scritte e le ha volute quindi da
parte delle Istituzioni che devono rendersi conto che volere una macchina più
potente, più efficiente, più veloce e più prestante significa anche costruire
strade adatte, segnaletica stradale idonea, livelli di sicurezza più elevati,
rete di servizi e di controlli più efficienti.
Tutto questo avrebbe dovuto arrivare prima ma quella che
genericamente oggi viene chiamata Movida ha forse fatto prima così come hanno
fatto prima gli imprenditori andriesi che ben conoscono la differenza abissale
tra i tempi della politica e della burocrazia e quelli dell’impresa e sono
saliti sul treno degli investimenti senza aspettare chi è ancora a terra o su
quel treno vi ha messo solo un timido piedino ma che pensa di godersi comunque
il viaggio in prima classe avendo pagato solo un biglietto ridotto, ammesso che
lo abbia pagato o se lo sia ritrovato in mano senza alcuno sforzo.
Tornando al dibattito sulla Movida andriese gli esercenti dicono:
“Movida e comportamenti scorretti cose diverse sono”.
Proprio partendo da questa semplice ma profonda e significativa
riflessione è dovere di tutti fare una distinzione, una netta e precisa
distinzione tra fenomeni propri di aree ad alta frequentazione e i
comportamenti scorretti, al limite degli atti delinquenziali, posti in essere
da soggetti, spesso da taluni pochi soggetti che utilizzano quell’ambiente per
agire, spesso incontrollati ed estremamente tollerati, con atti completamente
al di fuori delle norme e della sana e civile convivenza, in un luogo
frequentato moltissimo da minorenni che sono una percentuale elevatissima
sicuramente maggioritaria.
Noi esercenti, quindi, rigettiamo qualsiasi forma di
criminalizzazione dichiarandoci spesso vittime ma mai carnefici ed è per questo
che ci manifestiamo disponibili ad un confronto aperto con residenti, cittadini
e amministratori locali che invitiamo a farsi promotori di tale evento pubblico
di confronto.
Le regole ci sono e vanno fatte rispettare, esattamente come noi
esercenti cerchiamo di far rispettare le numerosissime regole imposte specie ai
pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che si trovano,
contemporaneamente allo svolgimento della propria attività, a diventare
controllori di compiti che spesso non sono neanche propri degli esercenti
quindi dal rispetto del divieto di fumo nei locali al divieto di abuso di
alcol; dal divieto di somministrazione di alcol al di sotto dei 18 anni fino al
controllo dell’età anagrafica dell’avventore; dal divieto di disseminare
rifiuti su area pubblica fino al divieto di asporto di bevande in contenitori
di vetro o lattine al di fuori dei locali dopo le ore 22,00; dal divieto di
formare capannelli fino al rispetto delle numerose ordinanze sindacali ancora
vigenti ad Andria che vietano assembramenti di persone e altre forme di
raggruppamenti come il divieto di tenere volumi alti nella diffusione sonora e
musicale.
A questo si aggiunga il rispetto di ulteriori norme in materia di
ordine pubblico ed ecco che qualcuno deve venire a mettersi al nostro posto e
rendersi conto di cosa significhi, oggi, stare dietro un banco di vendita o di
somministrazione, a contatto con gente che di rispettare quelle regole spesso non
vuole proprio saperne.
Detto questo, dall’Associazione di Categoria UNIMPRESA BAT
arrivano altri elementi di riflessione ed ecco che l’attenzione si sposta sul
fattore culturale e due domande nascono anche in questo caso spontanee: “quale
sviluppo del centro storico vuole la città e si vuole per la città? Quale
sviluppo del centro storico è stato programmato?”
A queste due fondamentali domande le risposte devono essere chiare
ed inequivocabili per evitare di andar dietro ad una falsa verità come quella della
famosa barzelletta del “Cavaliere” il quale raccontava che quando i boscaioli
si recavano dal grande saggio per chiedere se l’inverno fosse freddo il grande
saggio li invitava a tagliare legna perché sarebbe stato freddo ed ecco che
tutti si mettevano a tagliar legna. Poi anche altri boscaioli andavano dal
grande saggio a chiedergli se l’inverno imminente sarebbe stato freddo e il
grande saggio continuava a dire loro che sarebbe stato freddo, molto freddo
quindi li invitava a tagliare legna. Poi arrivò un boscaiolo più impertinente
che chiese al grande saggio: scusi, ma Lei come fa a dire che l’imminente
inverno sarà molto freddo? Il grande saggio rispose: “sarà freddissimo, vedi
quanta legna stanno tagliando?”.
Vedere tanta legna tagliata non significa che l’inverno sarà
freddissimo.
Per quanto riguarda l’abuso di consumo di alcol, l’eccessivo
consumo di droghe, non solo leggere, comportamenti osceni in luogo pubblico,
provocazioni e tutto quello che in modo circostanziato hanno denunciato
pubblicamente ma anche alle competenti Autorità alcuni residenti tutto questo
non può essere ricondotto al semplice collegamento con la “Movida” ma richiede
un esame molto più profondo e anche noi, come dovrebbero fare molti altri, non
riteniamo di avere le giuste competenze per affrontare questi delicati
argomenti perché rischieremmo di esemplificare ciò che invece rappresenta un
vero dramma sociale diventato quasi incontrollato, specie ad Andria.
UNIMPRESA BAT
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