I portavoce dell'associazione Cambiamenti, Roberta Pistillo e Vincenzo Liso, intervengono sulla recente decisione della Corte dei Conti nei confronti del Comune di Andria:
"La Corte dei Conti, tribunale per le pubbliche amministrazioni, ha emesso una decisione contro il comune di Andria per: Violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione finanziaria e Gravi irregolarità che pregiudicano gli equilibri economico finanziari dell’Ente.
Per dirla con parole semplici, poca trasparenza nella gestione contabile, e situazione pericolosa per il Comune (e quindi per la città) e le sue finanze. La Magistratura ha semplicemente confermato quanto è evidente a tutti, e cioè: crescente difficoltà e ritardi nei pagamenti, nonostante il mutuo di circa 16 Milioni, i cui interessi pagheremo noi tutti. A farne le spese sono piccole imprese, cooperative sociali, scuole materne e dipendenti; paralisi delle attività di investimento, senza nessuna spesa o progetto all’orizzonte e crescente e ingiustificata pressione fiscale, a cui corrisponde il peggioramento dei servizi e della qualità urbana.
Anche se si riferisce al 2011, la sentenza - commentano i portavoce dell'associazione Cambiamenti - segnala il problema più grave, cioè che la città è avviata verso una situazione vicina al dissesto. Questo baratro si è avvicinato ancora di più nel 2013. Infatti molte delle voci attive (crediti del comune) sono sopravvalutate (vedi Italgas, contributi, multe, entrate tributarie arretrate). Basta fare un calcolo per le principali voci per vedere che il Comune riesce ad incassare solo il 12% dei suoi crediti. Il resto, se non incassato, significa dissesto.
Questo non è un fatto casuale, è il risultato di metodi di gestione, di comportamenti politici ed istituzionali, e frutto di responsabilità politiche e tecniche precise.
Nessuno adesso può ancora far finta di niente, a cominciare dalle istituzioni e dai consiglieri comunali.
Ma la magistratura può chiarire e perseguire, non risanare. Invece il risanamento è una esigenza primaria, trovare le risorse nuove e progetti di sviluppo è un imperativo morale, politico e finanziario per rimettere in moto il lavoro, la economia, e riaccendere una luce sul futuro della comunità.
Ormai non c’è da aspettarsi più niente da questa fase politica. Bisogna reagire e guardare avanti. Si potrebbe risolvere tutto in rabbia verso i responsabili, ma non basta e non serve alla gente e alla comunità. Vogliamo dedicarci a individuare e proporre soluzioni immediate, e in prospettiva a ri-costruire una rete sociale di persone, energie, idee, responsabilità per tirarci fuori dalla palude e far rinascere Andria.
Tra i primi atti della prossima fase proporremo una delibera che accerti la reale situazione finanziaria del Comune, individuando le principali componenti del disequilibrio; promuova la azione di responsabilità verso chiunque, con propri atti, decisioni e anche con assenze e omissioni, abbia contribuito a causare tale situazione.
Non solo non si ricomincia niente di buono se non si risana, ma questa volta a pagare non devono essere sempre, e soprattutto soltanto, gli stessi."
Per dirla con parole semplici, poca trasparenza nella gestione contabile, e situazione pericolosa per il Comune (e quindi per la città) e le sue finanze. La Magistratura ha semplicemente confermato quanto è evidente a tutti, e cioè: crescente difficoltà e ritardi nei pagamenti, nonostante il mutuo di circa 16 Milioni, i cui interessi pagheremo noi tutti. A farne le spese sono piccole imprese, cooperative sociali, scuole materne e dipendenti; paralisi delle attività di investimento, senza nessuna spesa o progetto all’orizzonte e crescente e ingiustificata pressione fiscale, a cui corrisponde il peggioramento dei servizi e della qualità urbana.
Anche se si riferisce al 2011, la sentenza - commentano i portavoce dell'associazione Cambiamenti - segnala il problema più grave, cioè che la città è avviata verso una situazione vicina al dissesto. Questo baratro si è avvicinato ancora di più nel 2013. Infatti molte delle voci attive (crediti del comune) sono sopravvalutate (vedi Italgas, contributi, multe, entrate tributarie arretrate). Basta fare un calcolo per le principali voci per vedere che il Comune riesce ad incassare solo il 12% dei suoi crediti. Il resto, se non incassato, significa dissesto.
Questo non è un fatto casuale, è il risultato di metodi di gestione, di comportamenti politici ed istituzionali, e frutto di responsabilità politiche e tecniche precise.
Nessuno adesso può ancora far finta di niente, a cominciare dalle istituzioni e dai consiglieri comunali.
Ma la magistratura può chiarire e perseguire, non risanare. Invece il risanamento è una esigenza primaria, trovare le risorse nuove e progetti di sviluppo è un imperativo morale, politico e finanziario per rimettere in moto il lavoro, la economia, e riaccendere una luce sul futuro della comunità.
Ormai non c’è da aspettarsi più niente da questa fase politica. Bisogna reagire e guardare avanti. Si potrebbe risolvere tutto in rabbia verso i responsabili, ma non basta e non serve alla gente e alla comunità. Vogliamo dedicarci a individuare e proporre soluzioni immediate, e in prospettiva a ri-costruire una rete sociale di persone, energie, idee, responsabilità per tirarci fuori dalla palude e far rinascere Andria.
Tra i primi atti della prossima fase proporremo una delibera che accerti la reale situazione finanziaria del Comune, individuando le principali componenti del disequilibrio; promuova la azione di responsabilità verso chiunque, con propri atti, decisioni e anche con assenze e omissioni, abbia contribuito a causare tale situazione.
Non solo non si ricomincia niente di buono se non si risana, ma questa volta a pagare non devono essere sempre, e soprattutto soltanto, gli stessi."
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