CINQUANTACINQUE
ANNI DOPO: DIRE SEMPRE “NO ALLA MALA EDILIZIA”.
Martedì
16 settembre saranno cinquantacinque anni dal crollo di via Canosa, con
cinquantotto vite travolte in un caso di mala edilizia che scaraventò Barletta
sulle prime pagine di tutti i quotidiani italiani.
Ciò
che state leggendo è insieme una testimonianza ed un atto di coraggio. La
testimonianza verso quelle vittime innocenti che ebbero sì giustizia dalla
legge ma che continuano a subire ancora oggi l’ingiustizia e l’oltraggio di
vedere “il luogo della memoria” di quel loro sacrificio cancellato dalla
geografia cittadina per effetto degli stessi meccanismi e di una cattiva
coscienza finalizzata al mero profitto economico. Non uno spazio, mai una
lapide, solo il nome di una viuzza sulla targa stradale apposta come scrupolo
di coscienza dopo decenni. Solo il cippo realizzato con tanti sacrifici
nell’area verde in via dei Pini (fisicamente lontano dal luogo del crollo ma prescelto
in una zona densamente popolata e rappresentativa, perciò adottato dalla scuola
elementare Giovanni Paolo II, cippo dove ci raccoglieremo in preghiera senza
tante passerelle delle cosiddette autorità), ripara in minima parte quel grave
torto.
Ciò
che leggete è anche un atto di coraggio. Coraggio contro l’indifferenza della
politica di casa nostra, contro il negazionismo che tende ad archiviare
nell’angolo più remoto della cattiva coscienza una storia scomoda ed ancora
oggi ritenuta pericolosa per chi gestisce il potere della mala edilizia.
Coraggio di manifestare contro il perbenismo di facciata, contro quei sepolcri
imbiancati della politica nostrana che davanti a te si commuovono, ma nel
segreto dei loro modi di procedere stringono patti d’interesse a scavalco delle
coscienze. Noi credevamo, cinque anni fa, a mezzo secolo dalla tragedia, che i
lutti di cinquantotto morti e di altrettante famiglie, come quegli altri diciassette
di via Magenta del 7 dicembre 1952, potessero bastare a saziare il pianto della
nostra città, di Barletta. Abbiamo perciò generosamente intrapreso un viaggio
nelle nuove coscienze, quelle dei più giovani e degli studenti, un viaggio non
senza difficoltà né i tanti inganni e tradimenti disseminati da chi voleva (e vuole) separare la memoria
dalla vita di tutti i giorni.
Abbiamo
incontrato nel saluto ossequiente di sindaci ipocriti ed esponenti politici
prezzolati centinaia di ragazzi, di alunni, di famiglie, di mamme e di papà, di
semplici cittadini: conferenze, proiezioni, dibattiti… Stampa e informazione ci
sono state vicine: hanno capito, loro. Abbiamo creduto che tutto questo potesse
far cambiare gli stili di vita, educare al bene supremo della casa sicura per
tutti nella città che cambia: che cambia con la nuova 167, con l’edilizia
convenzionata, con le cooperative, col cemento al posto del verde… Abbiamo
celebrato la prima, la seconda, la terza giornata in onore ai martiri di mala
edilizia ogni 16 ottobre, data inaugurale del piccolo monumento in Via dei
Pini. Così faremo anche quest’anno, per la quinta volta. Tramite la Prefettura,
attendiamo un segnale dalla Presidenza della Repubblica sulla nostra richiesta
(avviata a marzo 2013 con ampia e inedita documentazione archivistica) per il
riconoscimento di una medaglia d’oro al merito civile sul gonfalone della Città
di Barletta per tutti coloro i quali, e furono centinaia, si adoperarono a mani
nude per tentare di salvare anche una sola vita dall’immane crollo di Via
Canosa: soccorritori rimasti sempre nell’anonimato ma che da quest’oblìo
possono e debbono uscire per dare testimonianza alla storia di come la
solidarietà umana prevalga sempre, anche nelle tragedie…
Il
3 ottobre del 2011, la tragedia di via Roma, con altre cinque giovani vittime, ha
fatto cadere il velo dell’ipocrisia e ci ha messo nuovamente di fronte alla
storia che si ripeteva, tale e quale come in un film già visto… E’ subentrato
allora lo smarrimento di aver speso inutilmente tanto del nostro tempo, delle
nostre energie e del nostro entusiasmo.
Ma
poi ci abbiamo visto ancora più chiaro: è scaturito il convincimento, ancora
più forte e determinato, di andare più avanti, di non mollare la presa, di
continuare a raccontare e a dare pubblica testimonianza che Barletta non
dev’essere più nota in tutta Italia come la città dei crolli, dei morti, delle
vite spezzate dalla mala edilizia e dalla speculazione. Abbiamo riscoperto il
mancato crollo del marzo 1956 in via Taddei, che avrebbe potuto aggiungere
altre trentacinque vite al macabro bilancio della mala edilizia di Barletta nel
tempo. Tutto raccontato nel volume che raccoglie tutti gli articoli pubblicati
allora sulla tragedia: “Quando il giornalismo fa la Storia. Il crollo di Via
Canosa. Barletta, 16 settembre 1959”. Questo il titolo di un libro di 150
pagine che raccoglie materiale inedito amorevolmente ricercato ovunque
possibile (biblioteche, università, redazioni, fondi librari) e catalogato da varie
fonti in tutta Italia, libro che uscirà “socialmente responsabile” senza un
solo centesimo di finanziamento a carico di enti pubblici, ma solo grazie all’autofinanziamento
ed ai liberi contributi di privati cittadini che, come noi, credono nel valore
del sapere di tutti contro l’ignoranza strumentalizzata dal potere. Ed il libro
andrà gratuitamente in tutte le scuole di Barletta.
Questa la nostra testimonianza. Questo
il nostro atto di coraggio. Per ricordare. Sempre…
Maria
Straniero De Mari e Nino Vinella
Gruppo
di Lavoro “Barletta Via Canosa. No alla mala edilizia”
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