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martedì 16 settembre 2014

CANOSA DI PUGLIA : Sorelle vivevano sepolte in casa tra rifiuti e gatti

Una storia scioccante di solitudine e degrado arriva da Canosa di Puglia. Due sorelle di Canosa, di 44 e 55 anni, vivevano da mesi chiuse al mondo, segregate in casa tra cumuli di immondizia e un olezzo nauseabondo. In queste condizioni sono state trovate dalla Polizia Municipale di Canosa, guidata dal vicecomandante Francesco Capogna, con l’ausilio di Vigili del Fuoco, del 118 della Asl e dei Servizi sociali.

È stato proprio il tenente colonnello il primo ad entrare nell’abitazione di via Brindisi 33, scoprendo lo stato di degrado in cui versavano le due sorelle.
La segnalazione è pervenuta ai Servizi sociali del Comune di Canosa da condomini e vicini, che hanno avvertito il cattivo odore che proveniva dall’abitazione posta al piano rialzato. A loro volta, i Servizi sociali hanno chiamato gli agenti di Polizia Municipale, prontamente intervenuti, i quali si sono avvalsi dell’ausilio dei Vigili del Fuoco per poter accedere all’abitazione.
Le due donne vivevano da mesi senza acqua e luce, nel buio più totale, con le serrande abbassate – ha raccontato il responsabile della Pm -. Forzata la porta d’ingresso, abbiamo trovato la casa sommersa di immondizia, con colonie di gatti. Abbiamo cercato di tranquillizzare le due donne, spiegando loro che eravamo lì per soccorrerle”.
Ha funzionato la sinergia tra enti ed istituzioni, nell’interesse dei cittadini che vivono situazioni di disagio – ha detto il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, intervenuto sul posto -. Un plauso e un ringraziamento va a tutti coloro che sono intervenuti: alla Polizia Municipale di Canosa, ai Vigili del Fuoco, ai Servizi sociali, al 118 della Asl. Purtroppo non sempre le istituzioni hanno gli strumenti per intervenire in situazioni del genere: senza un documento che accerti la mancanza di “intendere e volere”, non si può sfondare la porta ed entrare in casa d’altri senza il loro consenso. Ora una situazione di forte disagio è venuta alla luce. Le due donne sono state ricoverate negli ospedali di Barletta e Bisceglie, e poi saranno affidate ai Servizi sociali. Spenti i riflettori, emergeranno i problemi che saranno quelli di garantire una vita il più possibile decorosa alle due signore, come a molta altra gente in difficoltà. La malattia non è una colpa. Ma una urgenza di cui la società deve farsi carico”.
Desidero ringraziare in particolar modo, uno ad uno, gli agenti di Polizia municipale che sono intervenuti – ha aggiunto l’assessore alla Polizia Municipale e all’Ambiente, Leonardo Piscitelli- . In primis, il tenente colonnello Francesco Capogna che ha guidato l’intervento. E poi il capitano Matteo Tucci, il maresciallo maggiore,Vincenzo Lops, e il maresciallo capo, Caterina Gianpiero, che hanno saputo affrontare una situazione davvero difficile e delicata”.
Ora l’Ufficio tecnico comunale si occuperà di bonificare l’abitazione, mentre le due donne sono state affidate alle cure ospedaliere.
Un caso che riporta alla mente una vicenda molto simile, quella delle sorelle Tupputi, accaduta a Barletta alcuni anni fa: una delle protagoniste, isolatesi volontariamente dal resto del mondo in un villino in campagna, rimase a vegliare il cadavere della sorella. La drammatica storia è divenuta anche oggetto di un libro, “Vegliando oltre il cancello”, del giornalista Gianpaolo Balsamo.
Fonte : Il quotidiano italiano

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