Il direttore del Cat Confesercenti
provinciale Bat, Mario Landriscina: «Serve formazione degli imprenditori»
La sensazione di un momento buio per le imprese trova
conferme all’interno dei dati diffusi dall’Osservatorio di Confesercenti sulla
natimortalità delle stesse. Il bilancio tra aperture e chiusure di attività
dedite al commercio al dettaglio o al turismo, relative ai primi otto mesi
dell’anno in corso, forniscono un risultato fortemente negativo.
In tutta Italia si sono registrate circa 142 chiusure al
giorno a fronte di 80 aperture, facendo emergere un saldo in perdita di circa
17mila attività. Ci sono state 11mila nuove aperture in meno e sembra essersi
diffusa una sfiducia negli investitori nei pubblici esercizi o in negozi in
vendita. Dai risultati per settore dell’Osservatorio di Confesercenti sembra
non subire il colpo solo il commercio su area pubblica, mentre registrano circa
6 mila chiusure i ristoranti, i bar e le attività di ristorazione. Trend nero
anche per edicole e negozi di abbigliamento.
Quest’anno in Italia il 39% delle imprese “rosa” iscritte al
Registro della Camera di Commercio nel 2011 ha cessato l’attività mentre per le
imprese straniere questa percentuale scende al 33,5%. Nella provincia
Barletta-Andria-Trani, come fa sapere il direttore del Cat Confesercenti provinciale
Bat Mario Landriscina, il saldo nel primo semestre 2014 è negativo di 8
attività essendosi registrate 15 iscrizioni e 23 chiusure.
«Si bruciano investimenti e si perde occupazione – commenta
Mario Landriscina – serve un piano di tutoraggio allo start-up ed una
formazione continua per gli imprenditori. Nella nostra provincia continuano ad
operare centinaia di microimprese che hanno bisogno di sostegno concreto
sull’innovazione e sullo sviluppo di sistema».
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