Il consigliere regionale del Gruppo consiliare Misto-Psi, Franco Pastore (Componente III commissione regionale Sanità) replica al direttore generale della Asl Bt, Giovanni Gorgoni, in merito alla delibera 1445 della Asl, in particolare in riferimento alle sorti della Uosvd di Riabilitazione cardiologica.
“Ne ho lette, viste e sentite troppe in due giorni e, soprattutto, mi hanno colpito i pulpiti da cui sono state scagliate false accuse e, quelle sì, strumentali, a differenza delle mie.
Ora funziona così: se critichi un dirigente di un’azienda pubblica, che noi cittadini – contribuenti paghiamo, lo fai per propaganda elettorale, strumentalizzazione politica e malafede.
Peccato che non sono l’unico a pensarla in un certo modo, visto che, sul punto, la Riabilitazione cardiologica, e non solo su quello, si esprime in modo anche più netto un esponente del sindacato, il responsabile della funzione pubblica della Cgil Marzano.
In una nota sulla delibera della Asl 1445 del 12.09.2014 (‘Ridefinizione struttura organizzativa aziendale. Dipartimenti, strutture complesse e semplici. Adempimenti DGR 2008/2012’), il sindacalista parla di ‘soppressione’ della Riabilitazione cardiologica. In generale sulla delibera, Marzano si esprime definendola ‘molto lacunosa, e su diversi aspetti, poco rispettosa della normativa nazionale e regionale vigente’. Io poi sarei il pazzo visionario che vi intravede elementi discutibili, io sarei quello in malafede.
Ma andiamo avanti.
Caro direttore, lasci stare i tecnicismi, so benissimo che la dicitura esatta della Riabilitazione cardiologica non è Dipartimento, ma UOSVD, Unità operativa semplice a valenza dipartimentale. La sostanza, però, è quella e non cambia.
La sostanza è che quello che è e che è stato per sette anni non sarà più.
La sostanza è che quello che i suoi predecessori hanno costruito, lei lo sta eliminando e cancellando, nella migliore delle ipotesi declassando, depotenziando.
Questa è la sostanza e mi creda, non cambia mutando i termini. Non riesce a nascondere quello che sta succedendo e che ha deciso di fare.
Non si innamori dei tecnicismi, non si chiuda nel suo ufficio e nei corridoi degli ospedali non transiti soltanto, come l’altro giorno, per le inaugurazioni, senza neppure accorgersi dell’umanità che trascorre giornate intere in quei luoghi e negli ambulatori, dove i primi a lamentarsi sono i medici e poi i cittadini.
Chieda a quelle persone da quante ore attendono? Quali risposte ottengono alle loro domande di salute?
Coloro che prestano servizio negli ambulatori si sentono offesi, signor direttore, ha ragione, ma non da me, bensì dalle condizioni in cui lavorano. Ma lasci, direttore, che mi permetta un tecnicismo anche io. Nella sua replica al mio intervento, a un certo punto lei scrive (La cito anche io come ha fatto lei): ‘Sul presunto declassamento della struttura vorrei far notare che la delibera 1445 comporterà anche dei declassamenti molto più sofferti, perché ci saranno professionisti che sono diventati primari con regolare concorso e non con il solo (anche se legittimo) affidamento fiduciario della Direzione Aziendale. Esattamente come è già accaduto in tutta la Regione ed in tutta Italia con la riduzione per legge delle strutture complesse e semplici’.
Tecnicamente e implicitamente, lei così dicendo non solo conferma il declassamento ma insinua pure che vi siano servizi di serie A e servizi di serie B e professionisti – medici di serie A e professionisti - medici di serie B. Sa questo non è confortante se lo si legge da cittadini – pazienti – utenti della sanità pubblica.
Se poi vorrà anche entrare nello specifico di quelle ‘riduzioni per legge delle strutture’ che ha dovuto compiere, magari ci informerà sui criteri che l’hanno portata a decidere cosa sì e cosa no e per quali motivi. Io, da cittadino, vorrei saperlo, per non farmi idee sbagliate.
I miei, caro direttore, a dispetto di quanto crede, non sono ‘risentimenti di singoli individui più o meno visibili mediaticamente’. La differenza fra me e quello che lei mi accusa di essere e fare è che io sono confortato in quello che dico dal fatto che so bene quello che dico, dal fatto di non avere l’abitudine di rivolgermi a lei per chiederle qualcosa per mio interesse, ma per quello dei cittadini, io non vengo a lei con il cappello in mano, a me non interessano nomine, consulenze, sollecitazioni di progetti. E questo mi da il grande privilegio di essere libero di criticare quando ritengo che sia opportuno farlo. A differenza di altri che si permettono di intervenire come balsamo, nei suoi confronti, su tale diatriba, esprimendo giudizi allineati ai suoi nei miei confronti.
Infine vorrei chiarire con lei una volta per tutte che io non sono il sindacalista del dottor Carpagnano. E compie una grave leggerezza quando dice ‘Apprendo da Pastore (lieto che lui lo sappia prima del datore di lavoro) che il dirigente del servizio è in ferie’. Glielo ho già detto e le ripeto perché lo sapevo: mia moglie, che è una paziente seguita da quella Uosvd, si è recata sul posto e, come molti altri, ha trovato le porte chiuse. Non è colpa se sono più informato di lei, è una sua mancanza semmai. Il cittadino non deve essere più preparato di lei”
“Ne ho lette, viste e sentite troppe in due giorni e, soprattutto, mi hanno colpito i pulpiti da cui sono state scagliate false accuse e, quelle sì, strumentali, a differenza delle mie.
Ora funziona così: se critichi un dirigente di un’azienda pubblica, che noi cittadini – contribuenti paghiamo, lo fai per propaganda elettorale, strumentalizzazione politica e malafede.
Peccato che non sono l’unico a pensarla in un certo modo, visto che, sul punto, la Riabilitazione cardiologica, e non solo su quello, si esprime in modo anche più netto un esponente del sindacato, il responsabile della funzione pubblica della Cgil Marzano.
In una nota sulla delibera della Asl 1445 del 12.09.2014 (‘Ridefinizione struttura organizzativa aziendale. Dipartimenti, strutture complesse e semplici. Adempimenti DGR 2008/2012’), il sindacalista parla di ‘soppressione’ della Riabilitazione cardiologica. In generale sulla delibera, Marzano si esprime definendola ‘molto lacunosa, e su diversi aspetti, poco rispettosa della normativa nazionale e regionale vigente’. Io poi sarei il pazzo visionario che vi intravede elementi discutibili, io sarei quello in malafede.
Ma andiamo avanti.
Caro direttore, lasci stare i tecnicismi, so benissimo che la dicitura esatta della Riabilitazione cardiologica non è Dipartimento, ma UOSVD, Unità operativa semplice a valenza dipartimentale. La sostanza, però, è quella e non cambia.
La sostanza è che quello che è e che è stato per sette anni non sarà più.
La sostanza è che quello che i suoi predecessori hanno costruito, lei lo sta eliminando e cancellando, nella migliore delle ipotesi declassando, depotenziando.
Questa è la sostanza e mi creda, non cambia mutando i termini. Non riesce a nascondere quello che sta succedendo e che ha deciso di fare.
Non si innamori dei tecnicismi, non si chiuda nel suo ufficio e nei corridoi degli ospedali non transiti soltanto, come l’altro giorno, per le inaugurazioni, senza neppure accorgersi dell’umanità che trascorre giornate intere in quei luoghi e negli ambulatori, dove i primi a lamentarsi sono i medici e poi i cittadini.
Chieda a quelle persone da quante ore attendono? Quali risposte ottengono alle loro domande di salute?
Coloro che prestano servizio negli ambulatori si sentono offesi, signor direttore, ha ragione, ma non da me, bensì dalle condizioni in cui lavorano. Ma lasci, direttore, che mi permetta un tecnicismo anche io. Nella sua replica al mio intervento, a un certo punto lei scrive (La cito anche io come ha fatto lei): ‘Sul presunto declassamento della struttura vorrei far notare che la delibera 1445 comporterà anche dei declassamenti molto più sofferti, perché ci saranno professionisti che sono diventati primari con regolare concorso e non con il solo (anche se legittimo) affidamento fiduciario della Direzione Aziendale. Esattamente come è già accaduto in tutta la Regione ed in tutta Italia con la riduzione per legge delle strutture complesse e semplici’.
Tecnicamente e implicitamente, lei così dicendo non solo conferma il declassamento ma insinua pure che vi siano servizi di serie A e servizi di serie B e professionisti – medici di serie A e professionisti - medici di serie B. Sa questo non è confortante se lo si legge da cittadini – pazienti – utenti della sanità pubblica.
Se poi vorrà anche entrare nello specifico di quelle ‘riduzioni per legge delle strutture’ che ha dovuto compiere, magari ci informerà sui criteri che l’hanno portata a decidere cosa sì e cosa no e per quali motivi. Io, da cittadino, vorrei saperlo, per non farmi idee sbagliate.
I miei, caro direttore, a dispetto di quanto crede, non sono ‘risentimenti di singoli individui più o meno visibili mediaticamente’. La differenza fra me e quello che lei mi accusa di essere e fare è che io sono confortato in quello che dico dal fatto che so bene quello che dico, dal fatto di non avere l’abitudine di rivolgermi a lei per chiederle qualcosa per mio interesse, ma per quello dei cittadini, io non vengo a lei con il cappello in mano, a me non interessano nomine, consulenze, sollecitazioni di progetti. E questo mi da il grande privilegio di essere libero di criticare quando ritengo che sia opportuno farlo. A differenza di altri che si permettono di intervenire come balsamo, nei suoi confronti, su tale diatriba, esprimendo giudizi allineati ai suoi nei miei confronti.
Infine vorrei chiarire con lei una volta per tutte che io non sono il sindacalista del dottor Carpagnano. E compie una grave leggerezza quando dice ‘Apprendo da Pastore (lieto che lui lo sappia prima del datore di lavoro) che il dirigente del servizio è in ferie’. Glielo ho già detto e le ripeto perché lo sapevo: mia moglie, che è una paziente seguita da quella Uosvd, si è recata sul posto e, come molti altri, ha trovato le porte chiuse. Non è colpa se sono più informato di lei, è una sua mancanza semmai. Il cittadino non deve essere più preparato di lei”
Nessun commento:
Posta un commento