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News dalle Città della BAT

lunedì 19 gennaio 2015

ANDRIA: VIA ERITREA (ZONA PIAZZA PORTA LA BARRA). LA VIA DIMENTICATA.

Via Eritrea collega Via Carmine con Piazza Porta La Barra. Siamo nella parte meridionale della nostra città, zona di gran traffico automobilistico, di intense attività artigianali e commerciali, di uffici pubblici, sedi di partiti, sindacati e patronati, di scuole materne e medie, di banche, di antiche chiese cattoliche come il Purgatorio, l'Annunziata, la Madonna delle Grazie e, poco distanti, la Chiesa della Madonna dell'Altomare, la Chiesa del Carmine, il Seminario Vescovile, l'Opera diocesana di via Bottego.
Via ERITREA: il toponimo ci rimanda automaticamente al ventennio fascista, in particolare alla campagna etiopica (del ben noto terzo impero di Mussolini).
Nella prima metà del Novecento VIA ERITREA era il “Corso Cavour” della città. Negozi e botteghe artigiane abbondavano. Qui, in VIA ERITREA, sorse la prima sede del Liceo Classico Statale “C. Troia” (oggi scuola secondaria di primo grado “Mons. Di Donna). Erano presenti studi professionali, ambulatori medici, farmacia, sezioni di partiti e di associazioni.
VIA ERITREA sfocia in Piazza Porta La Barra, una delle piazze “regine” di Andria.
Purtroppo è qui di casa anche il Canalone Ciappetta Camaggio. Si snoda nel sottosuolo dell'abitato lungo Piazza Porta La Barra, VIA ERITREA e via Carmine proseguendo il suo cammino in direzione ovest verso il quartiere Croci. Circa sei anni fa si abbatté sulla città un violentissimo temporale, che danneggiò gravemente anche il Canalone Ciappetta Camaggio, proprio nel tratto compreso tra piazza Porta la Barra e Via Carmine. Immediatamente la zona fu chiusa al traffico automobilistico, per motivi di sicurezza e di incolumità dei residenti e non. Si doveva ripristinare il Canalone.
Per evitare che la città si spaccasse in due, l'amministrazione comunale approvò urgentemente la costruzione di un ponte baley in Via Carmine. I lavori furono affidati all'Esercito. Scelta giusta e perspicace. Il ponte fu eretto in poche settimane, molto simile a quelli che l'Esercito erige nelle aree belliche. Nelle intenzioni dei promotori, il ponte doveva essere provvisorio: il tempo sufficiente per indagare lo stato di salute del canalone, progettare un piano di intervento, eseguire i lavori di recupero del tratto danneggiato. Ma gli anni sono passati. Il ponte in Via Carmine c'è tuttora. Via ERITREA resta chiusa. Il futuro è ignoto.
Gravi e incolmabili i danni del maltempo, ma ancora più grave e incalcolabile la lentezza dei lavori di ripristino. Chiusa VIA ERITREA, semichiusa Via Carmine. Ad uno ad uno hanno cessato di esistere negozi di alimentari, di abbigliamento e di scarpe. Le botteghe artigiane sono scomparse o ridotte di numero. Così gli studi professionali. A nessuno conviene rimanere in questa zona. Chi è rimasto ha visto ridurre drasticamente i suoi introiti giornalieri, persino di duemila euro al mese come nel caso dell'antica Rivendita di tabacchi di Piazza Porta La Barra. Tasse, contributi e balzelli sono rimasti gli stessi, anzi sono aumentati e aumentano anno dopo anno. L'isolamento permane tutt'oggi, così i divieti di transito. La cosa strana è che la Scuola Secondaria “Mons. Di Donna” non è mai stata chiusa. I docenti arrivano all'ingresso in auto. Molte auto di residenti e non continuano a circolare oppure a sostare in VIA ERITREA senza alcun rispetto dei divieti. Le attività artigiane e commerciali rimaste fanno fatica. Diciamo la verità: un'amministrazione comunale più sensibile e più responsabile avrebbe dovuto risolvere i problemi. Ma all'orizzonte non si vede nulla. Tutto è fermo, come l'antico orologio che fa bella mostra di sé in Piazza Porta La Barra, angolo VIA ERITREA. D'accordo il violentissimo temporale, d'accordo la complessità dei lavori pubblici, ma chi risarcirà le gravi conseguenze dell'isolamento?

Prof. Riccardo Suriano

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