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domenica 4 gennaio 2015

TRANI : Si apre il Primo Sinodo Diocesano. Tema “Per una chiesa mistero di comunione e di missione”

Giovedì 8 gennaio 2015, a Trani in Cattedrale, alle 19.30, S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, darà inizio ufficialmente al “Primo Sinodo Diocesano” sul tema “Per una chiesa mistero di comunione e di missione”.
Di seguito il testo di una lettera di Mons. Domenico Marrone, Segretario Generale del Sinodo, con cui vengono spiegate natura e finalità di questo evento, il primo per l’Arcidiocesi, che vuole essere segno di rinnovamento della comunità ecclesiale diocesana.
“Scrivo questa lettera per raccontare in modo semplice il primo Sinodo della Chiesa di Trani-Barletta-Bisceglie, che si apre giovedì 8 gennaio 2014 e che ha iniziato i suoi lavori  il 12 ottobre 2012. È un momento importante della nostra Chiesa, dal quale ci attendiamo frutti anche per tutti coloro che guardano con attenzione al futuro della nostra Chiesa diocesana, in questa tempo travagliato e bisognoso di speranza. Attraverso alcune domande è mio desiderio illustrarvi questo evento per attirare la vostra attenzione e coinvolgervi in un moto di simpatia per lasciarci accedere da una comune passione di rinnovamento per la nostra chiesa locale.
  1. Che cos’è il sinodo?
Tecnicamente il sinodo è una ”riunione di sacerdoti e di altri fedeli della chiesa particolare (diocesi), scelti per prestare aiuto al vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana”. “Sinodo” (syn-odos) significa letteralmente interrogarsi sulla “strada comune”. In altre parole: la comunità si rende conto che “siamo tutti sulla stessa barca” e che tutti vanno ascoltati e resi responsabili. Più concretamente si indice un sinodo per guardarsi in faccia e chiedersi: e adesso? Da che parte si va? Così come è strutturata la comunità assolve ancora ai suoi compiti? Cosa c’è da tenere e cosa c’è da cambiare? Si tratta di cercare una “via comune” per immaginare la Chiesa di domani e il suo rapporto con il mondo odierno, per sognare le nuove vie dell’unico Vangelo, sotto la guida dello Spirito e in comunione con il Vescovo. In attento ascolto della Parola tutti dobbiamo accogliere che cosa dice lo Spirito alla nostra Chiesa locale, alle parrocchie, alle comunità religiose, alle associazioni, movimenti e gruppi, per camminare con nuovo slancio e vigore.
  1. Perché un sinodo?
La nostra Diocesi è la prima volta che celebra un sinodo dal momento della sua riunificazione, dal 1986. Anticamente, le tre rispettive diocesi hanno già celebrato altri sinodi, scandendo il tempo dei grandi momenti della loro storia. I sinodi attuano svolte importanti nella vita della Chiesa e costituiscono una pausa di riflessione e di rilancio del cammino di fedeltà al vangelo di ogni chiesa locale. Per le nostre comunità cristiane il sinodo è un tempo di “rigenerazione” per abitare con competenza, vigilanza e simpatia il tempo che il Signore ci dona di vivere.
  1. Qual è il tema?
Non è un sinodo a tutto campo, ma con un filo rosso ben preciso, che mira a dire parole e compiere gesti per “rigenerare” il volto della Chiesa del futuro. La vita della Chiesa si rigenera ogni volta che si lascia convertire dal Signore e diventa sempre più “mistero di comunione e di missione”. Ci si guarderà – come afferma Papa Francesco – “dalla malattia tipica della chiesa che è l’autoreferenzialità, guardare a sé stessi, ripiegati su sé stessi”. E questo perché, come dice ancora il Papa – una chiesa che non esce fuori da se stessa, presto o tardi, si ammala nell’atmosfera viziata delle stanze in cui è rinchiusa”. Il rinnovamento della nostra Chiesa particolare non può non avere come punto di riferimento la Trinità. È chiamata ad essere specchio della Trinità, gloria vivente di Dio, manifestazione dell’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E’ alla luce di questo ideale che deve compiersi la nostra conversione e progettazione pastorale.
  1. Quali scelte operare?
Ci mettiamo in cammino in vista di un rinnovamento della nostra Chiesa diocesana per essere più conforme a Cristo, suo Maestro e Signore. Un rinnovamento che riguarda sia l’essere sia l’operare della comunità ecclesiale: rinnovamento nel senso di una comunione più profonda tra le diverse componenti del popolo di Dio, le parrocchie, i gruppi ecclesiali come pure rinnovamento nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo per meglio rispondere alle sfide del nostro tempo e metterci con più efficacia al servizio degli uomini e delle donne del nostro ambiente. Il Sinodo è uno straordinario evento di grazia. E’ lo Spirito Santo che ci convoca, perché Lui è l’anima della Chiesa, la guida della Chiesa, il sostegno della Chiesa. E’ lo Spirito Santo che ci interpella e ci invita ad una conversione personale e comunitaria. Ci chiede: come vivete il Vangelo? Come lo annunciate? Siete veramente uniti tra di voi, tra le vostre parrocchie, tra i vostri gruppi? Sapete interpellare gli uomini di oggi? Sapete rispondere alle loro domande, alle loro aspettative, alle loro speranze? Portate loro con la parola e la testimonianza l’annuncio dell’amore di Dio? Sapete interpretare i “segni dei tempi”? Che cosa fate per contribuire alla costruzione di una società più giusta e più solidale? Cosa fate per arginare la globalizzazione dell’indifferenza? Come reagite alla cultura dello scarto? Come tentate di fronteggiare l’era del narcisismo?
  1. Con chi?
Infine, il Sinodo è un evento di tutta la Diocesi. Se i quasi cinquecento delegati sinodali, tra presbiteri, diaconi, laici e religiosi saranno direttamente i protagonisti del Sinodo, essi devono vivere il loro impegno come espressione di tutte le comunità cristiane. Con esse devono tenere un rapporto intenso di comunicazione, interesse, attenzione, coinvolgimento, che non faccia diventare il Sinodo un evento per specialisti.
Ci saranno quattro sessioni da qui a ottobre in cui si affronteranno i vari temi messi all’ordine del giorno. La nostra Chiesa farà un esercizio di ascolto attento e di sapiente discernimento per cogliere le mozioni dello Spirito, attraverso le proposte dei sinodali, per continuare a far scorrere la storia della nostra chiesa diocesana nel flusso della tradizione vivente della Chiesa e leggendo in profondità le istanze del tempo attuale.
Ho cercato di narrarvi cos’è il nostro Sinodo affinché si crei una corrente spirituale di simpatia e sostegno nei confronti della nostra chiesa locale, chiamata a vivere questo evento straordinario e trasfigurante”.

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