Ho partecipato, essendo stato invitato, all’incontro di martedì 11 marzo al comune di
Trani dove la Commissaria Straordinaria dott.ssa Iaculli, insieme
all’amministratore unico dell’AMIU, ha annunciato l’ennesima brutta notizia per
la splendida Trani: “la raccolta differenziata non si può fare” e non perché i
cittadini e le imprese non siano pronti ma perché qualcuno ha gestito una
Società partecipata, di totale proprietà dell’Ente Pubblico, senza lungimiranza
e senza quelle prospettive di sviluppo e di crescita che passano anche
attraverso la raccolta differenziata e le buone prassi ambientali che in questo
territorio, nonostante il coinvolgimento dell’attore Michele Placido e gli
enormi fondi pubblici sperperati per gigantesche campagne di sensibilizzazione,
hanno solo prodotto rifiuti sparsi dappertutto e inquinamento ambientale le cui
conseguenze sono ancora tutte da scrivere anche se il numero di malattie e
tutto quello che ne consegue sono già un allarme sociale e sanitario
fortissimo.
Ad Andria, nonostante percentuali enormi di
raccolta differenziata, nonostante premi elargiti con disinvoltura e generosità
non ai cittadini ma ai politici e nonostante i cittadini e gli imprenditori
siano dalla mattina alla sera con le mani nell’immondizia, nessun beneficio in
termini di sgravi è mai arrivato, nonostante le reiterate promesse. Anzi,
proprio in concomitanza con l’avvio della differenziata, quei cittadini e
quelle imprese si sono viste aumentare le tariffe di oltre il 40%,
ingiustificatamente e ancora oggi i commercianti andriesi protestano per ulteriori
aumenti che arrivano anche al 400% con una pescheria di appena 40 metri quadri che arriva
a pagare quasi duemila euro l’anno.
Se la raccolta differenziata a Trani
significasse la ripetizione di quanto accaduto ad Andria allora è meglio che
non sia partita ma il problema, evidentemente, non è questo perché sarebbe
paradossale. Il nocciolo della questione, semmai è un altro. Dal prossimo anno,
anzi già da questo anno, con la Regione dove, subito dopo la campagna
elettorale per non perdere quegli altri pochi voti di cittadini che ancora
conoscono la strada dell‘edificio scolastico dove si depone la scheda che non
vale più nulla, vigerà l’ecotassa per i comuni sporcaccioni ci si chiede: “cosa
accadrà a Trani?”, “Chi e quanto si pagherà in più?”
Di questo argomento se ne parla per le strade
della città marinara e soprattutto se ne parla tra coloro che continuano a
chiedersi: “ma il Sindaco pescatore dov’è?”.
Abbiamo provato di tutto, dicono; abbiamo
sperimentato tutte le professioni, tutti i generi e le categorie ma quel
Sindaco pescatore non lo conosciamo ancora.
Eppure forse quell’uomo, lavoratore,
riflessivo, autonomo, solitario ma non lupo, con le mani, stivali indumenti
intrisi di odore di mare e di pesce fresco, abituato a maneggiare le reti con
delicatezza e passione e non per crearvi lobbies; con la sua capacità di
dialogare con la gente, di condividerne i problemi e di essere così generoso
sapendo soffrire in silenzio, tutti lo stanno cercando, esattamente come ad
Andria si cerca invano il “Sindaco bracciante” ma pare che, anche nella città
federiciana, come a Trani, oltre gli avvocati non si possa andare, con tutto il
rispetto per la categoria dei togati.
Il Presidente
UNIMPRESA BAT
Savino
Montaruli
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