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giovedì 3 settembre 2015

ANDRIA : Bilancio 2015 e inefficienze gestionali

Dopo una seduta fiume durata oltre sei ore (il Consiglio comunale ha concluso i lavori all’1,30 di notte, a riprova che il dibattito non si è ridotto a pura formalità, anche per i decisi e insistenti interventi delle opposizioni),  la maggioranza di centrodestra, apparentemente coesa, ha approvato il bilancio preventivo 2015 e la connessa manovra finanziaria consistita in un cospicuo aumento delle tasse a danno dei cittadini.
            Le imposte, su un bilancio di entrate finali  complessive di competenza per circa 73 mln di euro, si incrementano di oltre 10 mln rispetto al 2014, con una incidenza di circa il 14%. Se si pensa poi che le entrate per imposte (IMU,TASI, Addizionale Irpef, recupero evasione) del 2014 si attestavano ad € 27,5 mln e salgono ad € 37,6 mln, ci si accorge che l’aumento dell’imposizione raggiunge addirittura quasi il 40%. Una manovra davvero improvvida che ha portato le aliquote delle varie imposte ai massimi previsti per legge. E il dato più sconfortante è che questa manovra è servita a coprire a mala pena le “spese correnti”, senza alcun margine per spese di investimento, che – come si sa – danno il segno dello sviluppo futuro della Città.
            Si è detto: “una maggioranza di centrodestra apparentemente coesa”, perché – al di là del fatto che alcuni consiglieri (Marmo, Fisfola, Fucci) hanno votato contro l’emendamento presentato dai loro stessi colleghi – durante il dibattito v’è stato da un canto chi ha riconosciuto che ci troviamo di fronte ad un bilancio tutt’altro che “partecipato” dalla cittadinanza (ancora Marmo) e d’altro canto chi ha stigmatizzato la pochezza delle scelte politiche di fondo contenute in questo documento (il consigliere Chieppa).
            L’invito proveniente da alcuni del centrodestra a farsi carico in comune dei problemi della Città dimentica che l’iniziativa deve vedere innanzitutto il protagonismo di maggioranza e amministrazione ad una ben più elevata trasparenza nei confronti delle minoranze e dei cittadini. E d’altro canto le opposizioni devono svolgere nell’interesse comune il loro ruolo critico e di stimolo.
            Per queste ragioni, di metodo e di sostanza, le opposizioni, e innanzitutto i gruppi consiliari di centrosinistra compreso il PD, non hanno potuto in alcun modo condividere la pesante manovra finanziaria adottata e il correlato bilancio preventivo. Il Sindaco, l’amministrazione e la maggioranza avrebbero dovuto compiere un’operazione di verità che purtroppo non v’è stata.
            Veniamo al metodo. Venerdì 28 agosto, a tre giorni dalla discussione consiliare, l’amministrazione convoca associazioni e cittadini per dare attuazione al “bilancio partecipato”.  Un mero adempimento formale delle previsioni statutarie, che invece meritano ben altra attenzione. Lo spirito di quelle disposizioni è che si apra un dibattito serio nella cittadinanza sulle programmazioni di bilancio del governo cittadino e che si ascoltino suggerimenti dalla base, da tradurre eventualmente in decisioni condivise e tecnicamente adeguate. Nulla di tutto questo, ma mera propaganda di un piatto già preconfezionato. Vogliamo sperare che per il futuro si possa cambiare rotta.
            Veniamo alla sostanza. Gli aumenti delle imposte non tendono affatto a coprire minori trasferimenti dallo Stato, o perlomeno lo fanno solo in minima parte. Il fondo di solidarietà comunale, se si esclude il buco creato con la sanzione di € 2,2 mln per la violazione del patto di stabilità 2012, è diminuito poco meno di un milione. Si è dovuto dunque coprire una sanzione che è tutta addebitabile alla scorsa amministrazione del centrodestra. Ma non finisce qui. Occorreva dare copertura ai cd. disavanzi tecnici provocati dalla normativa sul riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, crediti e debiti in altre parole che si trascinano di anno in anno benchè spesso non ci siano più le condizioni di esigibilità o l’obbligo del pagamento. Una pulizia finalmente imposta dal legislatore, ma che doveva essere già operata negli scorsi anni secondo corretti principi contabili di prudenza e veridicità. Si è preferito fare la cicala, piuttosto che la formica, ed ora se ne pagano le conseguenze, o meglio le pagano i contribuenti. Questa distratta politica di bilancio ha provocato la necessità di accendere un Fondo crediti di dubbia esigibilità di ben 45 mln di euro che, per fortuna, è consentito spalmare su trent’anni. Ma questo significa che intanto v’è una spesa di 1,5 mln ad anno da coprire. E poi ancora altri 3,5 mln di euro di un accantonamento per contenzioso, da spalmare in tre anni (altre spese per circa 1,2 mln ad anno), che peraltro i precedenti revisori dei conti hanno ritenuto sottodimensionato.
            Ma ancora più grave è che, come hanno rilevato i nuovi revisori, l’equilibrio fra entrate e spese correnti si raggiunge con la previsione di entrate straordinarie, non ripetibili, di oltre 8 mln di euro, per recupero evasione tributaria, in buona parte per una sentenza a carico dell’ex IACP per Ici pregressa. I revisori hanno invitato a monitorare tali entrate, perché eventualmente occorrerà adottare “opportuni provvedimenti”. Fatto è che sono passati già otto mesi del 2015 e sarebbe davvero interessante sapere quanto sia stato incassato di quella voce, controllo che in verità i revisori avrebbero già dovuto effettuare.  
            Né possiamo trascurare che sempre i revisori evidenziano un dato già noto alla cittadinanza: gli assurdi ritardi nei pagamenti delle forniture, che colloca il nostro Comune fra i primi posti dei Comuni più ritardatari, a danno di imprese e cooperative, come già evidenziava una tabella pubblicata dal Sole 24Ore di qualche mese fa.
            Il Sindaco ha ribadito che la tassa rifiuti (TARI) resterà invariata e forse, grazie all’allargamento della base imponibile, diminuirà (ma non certo in termini consistenti). E meno male! A parte il discutibile servizio reso (la sporcizia di città e contado è sotto gli occhi di tutti), si vedrà intanto se non dovremo sopportare gli aumenti di costo del trasporto, a seguito della chiusura della discarica di Andria. E soprattutto: perché non si pone mano alla revisione del contratto come accaduto altrove, sia per le tante inadempienze della nostra impresa di raccolta sia per le questioni connesse all’origine dell’appalto?
            Questo bilancio è purtroppo lo specchio dell’inefficienza amministrativa. Per il bene della Città occorre giocare in attacco e non in rimessa, scaricando quelle inefficienze sui cittadini.

Sabino Fortunato
Coordinatore dei gruppi consiliari di centrosinistra

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