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mercoledì 2 marzo 2016

ANDRIA : UN VIAGGIO ALL’INDIETRO NELLA MACCHINA DEL TEMPO PER I PUGLIESI D’AMERICA.

Il docufilm "La Zùite" che ha riscontrato il “tutto esaurito” nella sua città di origine, Andria, a riprova di un obiettivo centrato, nel solco di una tradizione popolare ambientata negli anni '60 senza retorica e anzi con una freschezza narrativa che ci viene riconosciuta dal pubblico numeroso, dopo la proiezione in grande stile anche al Cineporto, in Fiera a Bari, il 13 marzo 2016, sbarcherà negli Stati Uniti a New York e nel New Jersey a beneficio degli emigranti pugliesi.
In effetti il film ha quel respiro universale dei sentimenti, a cominciare dagli sposini, tale da varcare i confini delle nazioni. Il referente in America è l’attore – produttore Frank Gigante che presenterà, nel continente americano, il film insieme ai pugliesi della Juventus S. Club a Hoboken New Jersey, con la collaborazione del presidente Nick Amato, vicepresidente Bernard Amato e la direttrice del FAMILY DAY Angela Minervini.
La proiezione ufficiale sarà preceduta da una conferenza stampa tenuta dallo stesso Frank Gigante e in tale occasione saranno presenti Sabino Matera autore/attore e Sabino Zagaria che ha impersonato “Bà Nanucc” (papà dello sposo).
Progetto tutto Made in Puglia da una produzione totalmente indipendente. Il film “La Zùite” è stato presentato dalla Moovie Studios (Associazione Culturale) di Andria. Sono serviti quasi due anni di lavoro per la realizzazione di questo docufilm in vernacolo andriese che racconta la storia di un matrimonio di altri tempi, da un'idea di Sabino Matera autore, attore e direttore della produzione con la grande collaborazione di Luciano Albore coautore, sceneggiatore e direttore della fotografia. Il tutto nasce in modo casuale, confrontandosi con quello che appartiene al mondo dei matrimoni, si è voluto dare omaggio alle vecchie origini, tra gli anni 60 e i primi anni 70.
Tradizioni, culture, mestieri dell'epoca, usanze e costumi racchiusi in un contenitore  che ha portato gli autori a scrivere una sceneggiatura ricca di valori. Sabino Matera e Luciano Albore hanno curato soprattutto nei dettagli i casting, la scelta degli abiti, accessori, trucco, parrucco in modo da rispettare la sceneggiatura, superando le tante difficoltà riscontrate durante le preparazioni sul set dove è stata una sfida far partecipare tantissime persone comuni non esperte dietro la macchina da presa. Il merito va anche all'attore nonchè direttore artistico e regista, Umberto Sardella che fin dall'inizio, ha creduto nel progetto. L'attore Sardella entusiasta di aver partecipato, pur essendo un barese puro ha voluto fare il gemellaggio con il vernacolo andriese interpretando il papà della sposa (bà R'kkard), amico intimo dell’intermediario (bà Savein u mezzeine), interpretato dall'attore Sabino Matera che porta il filo conduttore di tutto il film. I dialoghi sono in dialetto andriese, con sottotitoli in italiano.

 Si ringraziano le istituzioni come: l'Apulia Film Commission, per aver concesso il sostegno logistico, il vescovo Mons. Raffaele Calabro e il parroco Don Peppino Lomuscio, per aver concesso la chiesa di San Nicola di Mira di Andria, il Patrocinio della Provincia Bat, la partecipazione straordinaria del GAL le Città di Castel del Monte, il Patrocinio del comune di Andria settore Cultura e Turismo, la Dott.ssa Silvana Campanile della Biblioteca Diocesana di Andria che ha scritto la sinossi, Gianluca Albore, fotografo ufficiale di scena e i partnership: Sabino Caterino e Annamaria Zinfollino  (Brio Lingerie), Vincenzo Vitale (Casa Funeraria Vinulisa), Mario Mucci and family (Confetti Mucci), Alfonso Fucci (Azienda Casearia Andriese fratelli Fucci) e Giuseppe e Sandro Di Bari (Todi Carni).
Tra gli attori di spicco: Giustina Buonomo, Antonello Ricci, Franco De Giglio, Piero de Lucia e la collaborazione del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno il Dott. Carlo Stragapede.

Sinossi

Andria, anni Sessanta, c’è fermento in strada: è il giorno della zùitë (“della sposa” ovvero il giorno del matrimonio). Un matrimonio tra due giovani, Gina e Nicola, che avviene secondo la più genuina tradizione popolare, in una città ancora popolata da figure caratteristiche come il lattaio, l’arrotino, il calzolaio, il venditore di lupini, il venditore di olio ...
Da quando Nicola ha mandato “u mëzzèinë” a chiedere la mano di Gina, tutto si svolge secondo una precisa ritualità: la fidanzata ha ricevuto dai suoceri “u chëngirtë” (una parure di orecchini, collana e bracciale), ha accuratamente lavato e stirato il corredo per esporlo a parenti e vicini di casa e finalmente è pronta a suggellare davanti al Signore, nella solennità del rito celebrato in chiesa, il patto d’amore che porterà alla nascita di una nuova famiglia.
Una narrazione che è un documento di come eravamo e che consegna a coloro che non c’erano una rappresentazione schietta e vivace della cultura, della religiosità e delle tradizioni di un passato che non può rimanere sbiadita memoria. 

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