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mercoledì 27 luglio 2016

ANDRIA : Ventitre cuori neri spezzati ad una curva su un binario morto

Nella polvere giacque una rovina immensa. Si preparava il fato sui binari nudi a spezzar le nostre vite un dì di luglio. Inesorandi numi con feroce sonnolenta ria sorte ventitre vite innocenti vennero strappate ai loro cari. Una stolta virtù come se in quei campi una nebbia fitta oscurava i cieli in un torrido giorno d’estate. Una legge fraudolenta e mortale pose fine alla celeste nostra vita terrena. A tragedia compiuta tanti si percuotono il petto e noi già da giorni le nostre care spoglie giacciono sotto una terra leggera. Né giusti né pii pur stringendo una fiamma della speranza accesa non possono farci tornare a nuova vita con inaudita efferata sorte avversa siamo diventati schiavi di morte, di oltraggi e danni causati da maligni assetati di monete d’oro, di ingordi ambizioni e poteri occulti. Noi plebei non possiamo consolarci, non troviamo riparo al nostro dolore. Nuda è la speranza, soltanto un fato indegno ci ha portato a vita eterna mentre i maligni sorridono dietro alle nostre nere ombre. Con inaudita violenza siamo stati accolti nel buio tartaro. Neanche Caronte si aspettava di accogliere tante anime bianche innocenti nel suo Ade. Da turbare anche il suo animo trattando con tanta bontà e amore le nostre ignote spoglie. A voi terreni non fate cadere nell’oblio il nostro sacrificio che rimembra sempre ai posteri la memoria di chi ci accoglie.
Un mediocre poeta andriese.



Vincenzo Santovito (quello della L.A.C.)

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