Com’eran
verdi le vostre valli, i colli, i monti e le dune
Naturale
era vedere l’acqua dei ruscelli e dei fiumi scorrere verso il mare
Radioso
era ascoltare gli uccelli, il loro cinguettare
Sereno
avevate trascorso il giorno, calma era stata la sera
Placida
e arcana si presentò quella tremenda e terribile notte
Nessun
malefico segnale lasciava presagire che sareste stati prigionieri
avvinti da catene di morte
Un
fato crudele pose fine alla vostra improvvisa esistenza
In
una silenziosa oscurità con spavalda andatura sollevava terra, casa
e polvere demolendo e distruggendo i vostri sogni mentre eravate
avvolti nel dolce sonno, ponendo fine al vostro viaggio terreno
Se
tutto ciò si fosse potuto leggere nelle stelle oggi nuove melodie
sgorgavano dai vostri e nostri cuori
Percorrere
nuovi sentieri e sentire il profumo delle verdi valli, sentire ancora
la brezza che passa e il tuo respiro
Attendere
la sera ammirando il cielo stellato stringendo al petto la nostra
solitudine ascoltando il bisbiglio degli alberi
Nessuno
sentirà più i vostri passi leggeri e sentire la vostra dolce
presenza
Nessuno
attenderà invano il vostro passaggio
Siamo
noi che dobbiamo lasciarvi dormire indisturbati perché il signore è
apparso all’improvviso alle vostre porte, restandovi accanto ad
ammirare da lassù le valli e i monti verdi
Tante
belle giovinezze non hanno visto nuovi colori e l’ebbrezza di nuovi
amori
Ora
risiedete in nuove dimore in un immenso Eden mentre noi, dall’amor
terreno, preghiamo per voi e per le nostre pene. E non turberemo i
vostri umili cuori ed eterni sonni e sogni
Ora
e sempre noi tutti dobbiamo sederci ai vostri piedi e suonare una
musica soave e chiedere il perdono perché nessuno possa rimpiangere
il passato
Nessuno
è chiamato nella notte a dividere le nostre amarezze e con dovuta
pazienza, silenziosamente, espiamo la nostra giusta penitenza
pregando per voi
Non
possiamo mostrare a nessuno i nostri gemiti, le nostre lacrime
d’amore che versiamo silenziosamente per le vostre soavi anime
Le
nostre notti sono tormentose e fredde e il sonno che cerchi non
trovi, e l’amore che ogni mattino ti svegliava con un bacio e
qualche leggera, timida carezza
Il
tronco dell’albero si è spezzato per tante vite ponendo fine al
fiorire i frutti nuovi e freschi che ogni primavera abbondano nelle
vostre valli verdi
Per
molti di voi che non si sono più destati in quella tremenda notte
infausta tanti affaristi di vite umane non hanno esitato a speculare,
guadagnando delle monete quadrate. Si devono scuotere petto e
coscienza
Un
mediocre poeta andriese.
Andria,
31 agosto 2016
Vincenzo
Santovito (quello della L.A.C.)
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