I
rappresentanti del territorio si rechino dalla Lorenzin, aveva
promesso lo sblocco delle risorse necessarie. Nel frattempo, si
adegui l’esistente
Si
torna a parlare del Bonomo a seguito del lavoro svolto nei giorni
scorsi in commissione Sanità, in Regione. C’è l’impegno
del Direttore del Dipartimento Salute Giovanni Gorgoni e del
Presidente Michele Emiliano e pare che il nuovo nosocomio dovrà
sorgere nella nostra città. Il condizionale è d’obbligo, finché
non ci sarà lo stanziamento dei fondi da Roma.
Ad
ogni modo, l’ospedale potrebbe essere di 2° livello con un’utenza
compresa tra 600 mila e un milione di pazienti. Ovviamente, dovrà
presentare elevati standard qualitativi dovendo inglobare sia le
strutture previste per ospedale di primo livello che quelle complesse
riferite alle varie discipline per renderlo, appunto, di 2° livello.
Tutto
questo però, ripeto, dovrà seguire i tempi dettati dalla politica
che, sappiamo, purtroppo non essere brevi. Nel frattempo credo sia il
caso che i referenti politici del territorio, prima di attribuirsi
paternità sul provvedimento, si adoperino affinché il Bonomo, e
quel che resta di esso, possa essere reso più funzionale: adatto al
nostro territorio. È un dato di fatto che, con l’ultimo piano di
riordino ospedaliero, il nosocomio andriese perde numerose delle sue
specialità storiche: Otorinolaringoiatria,
Chirurgia Plastica, Nefrologia, Oculistica.
Peccato, perché sarebbe bastato conservare anche pochi posti per
specialità pur di mantenerle e quindi implementarle con il nuovo
nosocomio. Ma questi sono i misteri di una politica, talvolta,
raffazzonata. Speriamo almeno che i danni di questo piano di riordino
non siano irreversibili nel medio e lungo tempo. Intanto, torno a
ribadire la necessità di rendere meno “vintage” l’attuale
ospedale, per utilizzare un termine usato dal Ministro Lorenzin a
fine luglio, quando si recò in visita presso il Bonomo per
incontrare i feriti del disastro ferroviario del 12 luglio.
Sull’argomento
intervenne anche il direttore Generale del Asl Bt, il dottor Ottavio
Narracci, ponendo l’attenzione sulla delibera, licenziata qualche
giorno prima della visita del Ministro, sulla quale venivano
stanziati 5 milioni di euro, rinvenienti da economie di vecchi fondi
Fesr, che saranno utilizzati per avviare lavori di
rifunzionalizzazione e di adeguamento dell’ospedale e che
permetteranno di recuperare circa 50 posti letto complessivi. Ma
quando partiranno questi benedetti lavori di adeguamento?
Intanto
, l’invito che faccio al nostro Sindaco e ai referenti parlamentari
andriesi e non, è quello di ricordare alla Lorenzin la promessa di
sblocco dei finanziamenti per il nuovo nosocomio. Ad Andria, e penso
in tutto lo stivale, in questi casi si ricorre a un vecchio detto
popolare che dice “il ferro si batte quand’è ancora caldo!”.
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