Omphalos
era un bianco cumulo di cenere ammucchiato sulla brace viva. Era il
sistema più facile per tenere acceso il fuoco senza fumo. I
sacrifici non devono restare sterili e attribuire in nefasti eventi
ai fiumi e ai venti. Non bisogna dare sempre colpa alle nubi nere se
il sole si oscurisce.
La
tua volontà non avrà mai fine. Continuamente riempi gli spazi a
nuova vita, ai doni infiniti che scendono dalle tue grandi mani e
copri le pene e patemi lasciati da chi ti ha preceduta ma non ha
saputo alleviare.
Il
tuo cuore è sempre pieno di orgoglio e il tuo volto fisso nel tempo
non lasci traspirare dai tuoi occhi stille di lacrime. Sei un piccolo
volatile con grandi ali. Vorresti volare sopra la tua città con
dolcissima armonia ma gli obbrobri e le ferite che hai ereditato ti
impediscono di volare come un uccello felice. Tantissime sono le
sofferenze e nel tuo silente occulto dolore nessuno trova mai tempo e
cure mediche per curare le tue piaghe e spasmi cuorali.
Semmai
ci fosse una dolcissima musica per rimediare a tantissimi patemi io
la suonerei e liberare il tuo cuore dalle reti che ti impediscono di
respirare. Se la vita può conservare il tuo bell’aspetto cercherò,
da vivente, di accarezzarti sempre e nella luce della ragione
cercherò sempre di scacciare ogni malvagità dai nostri cuori da chi
non prova amore per te.
Tantissime
opere si possono portare a termine e altrettante si possono compiere
ma tu sei stata vittima di quelli che hanno portato pene e sofferenze
sconfinate di dolori.
E’
tempo di sedersi, fermarsi e rimanere tranquilli. Con silenziosa
calma cantiamo l’inno all’amatissima città ed entriamo nella
grande festa che il tempo ci attende.
Non
aspettiamo che il bianco cumulo di cenere tenga viva la brace
coperta. Accendiamolo noi il fuoco della speranza di vita che ci
attende. Non dobbiamo essere e rimanere sterili e non attribuire i
nefasti eventi ai fiumi e ai venti nella loro ira tempestiale.
Dio
non può scendere dall’alto e criticare il ritardo con cui la
provvidenza viene attuata per volontà di chi tanto disordine e
dolori hanno seminato e pregare la pace.
A
te, mia cara città, manca Pandora, dea della bontà con le sue anime
alate. Ti è stato tolto quel ramo verde del supplice e non essere
difesa da nessuno in quanto ritenuta vittima di una ingiustizia.
Anche di questa sei stata spogliata.
Quando
si vede a cosa abbiamo ridotto il potere esecutivo, la pretesa
democrazia viene voglia di tornare ai tempi in cui i ministri erano
davvero i ministri del Re, da lui scelti, premiati e castigati e
davvero responsabili.
I
ministri, politici e amministratori così come sono oggi meritano
soltanto dai fortunati liberi uno scapaccione di spregio e un sospiro
di sincera pietà. I politici sono dei valentuomini. Sono coloro che
sanno imitare benissimo le cose naturali altrui.
Cara,
amata mia città, non c’è bisogno che altri ti invitino ad
alzarti. Tu sei abbastanza forte da rialzarti da sola e risorgere
dalle tue ceneri.
Il Presidente
Libera Associazione Civica Andriese
Santovito Vincenzo
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