NESSUN
CENNO A BANCHETTI O RICEVIMENTI NUZIALI MA SOLO RITI CIVILI.
QUALCOSA
NON QUADRA.
La
splendida cerimonia di apertura dei “Dialoghi di Trani 2016” ha
registrato anche la presenza della Direttrice del Castello Svevo,
arch. Mezzina Rosa la quale, nel corso del suo intervento, ha
sottolineato la volontà di “aprire” il Monumento alla città ed
ai cittadini.
A tal
proposito è stato preciso ed esplicito il suo riferimento
all’utilizzo del maniero quale “estensione della casa comunale”
ribadendo, anche in questa circostanza, la concessione per riti
civili ma senza fare riferimento, alcun riferimento né a banchetti,
né a ricevimenti nuziali né tantomeno a Regolamenti o Disciplinari
per tale uso da parte degli utenti.
Ci
saremmo aspettati che dopo il primo esperimento, che ha visto il
castello prestarsi ad uso sala ricevimenti, sul sito web ufficiale si
fosse istituita un’apposita sezione, accessibile a tutti, con le
prescrizioni e le modalità per accedere a tale nuovo e singolare
utilizzo del bene pubblico. Invece nulla di tutto questo. Anzi, anche
al telefono gli impiegati declinano le domande e rimandano tutti ad
un contatto diretto con la Direttrice cui far riferimento.
Non
sappiamo se, quante e quali siano state le richieste di (ri)utilizzo
del castello svevo per lo svolgimento delle “nuove cerimonie”
estensive della casa comunale. Sarebbe molto interessante saperlo per
conoscere anche quale sia stato l’effetto eco provocata dalla prima
esperienza che si poneva proprio tale ambizioso obiettivo.
Se di
richieste ne sono arrivate poche o addirittura nessuna allora
probabilmente “l’operazione” ha fallito dal punto di vista del
marketing territoriale e questo segna un punto negativo per la
gestione del maniero federiciano. Se invece di richieste ne sono
giunte, come ne siamo certi, a decine e tutte di altissima qualità
allora sarebbe opportuno che quel regolamento e quel protocollo
fossero finalmente resi pubblici senza rimandare a contatti diretti e
discrezionali che potrebbero comportare, nell’immediato, una scelta
che potrebbe essere, invece, dirottata verso altre strutture di pari
bellezza con perdite per la città di Trani e per il suo indotto
economico e commerciale.
Noi
crediamo si tratti solo di volontà, di buona volontà e soprattutto
di rispetto per l’utenza che chiede trasparenza e soprattutto
libero e facile accesso a qualunque informazione, senza alcuna forma
di intermediazione.
Siamo
certi che dopo l’ufficializzazione fatta durante i Dialoghi di
Trani dell’utilizzo estensivo del castello, fra qualche giorno
vedremo pubblicato quel famoso Regolamento che renda il castello di
Trani, anche il castello di Trani “libero” e fruibile a tutti e
per tutti.
Il
castello di Trani? Val sempre bene un cin cin. Per la mangiatoia è
meglio metterci una pietra sopra, naturalmente che sia una pietra
rigorosamente di Trani e pure bella grossa.
Meno
male che Flavio Briatore non è passato da queste parti, altrimenti
tra strade sfasciate, inciviltà e città piene di immondizia avrebbe
scritto un altro capitolo della sua campagna denigratoria pugliese,
non sempre a torto.
Sarebbe
interessante un confronto con i tanti esperti e “periti” di
Turismo di questo territorio.
*Presidente UNIBAT
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