Ad
Andria la politica bugiarda aveva fatto credere agli elettori
creduloni che la soluzione provvisoria della ferraglia gettata in via
Carmine, nel pieno centro storico in una delle aree più belle della
città, a due passi da Largo Grotte, dal Seminario vescovile, da
piazza Porta la Barra, dal Santuario Madonna dell’Altomare, dalla
chiesa della Madonna del Carmine, sarebbe stata solo per brevissimo
tempo, senza dunque pesare ulteriormente sulle casse comunali quindi
sul pubblico bilancio mentre a Roma si continua a deviare
l’attenzione degli italiani abbindolati e storditi da personaggi
telecomandati dalle banche e dalla finanza, (ri)parlando della
realizzazione del ponte sullo stretto.
Ad
Andria, sempre ad Andria, la città dove il tendone da circo lo
chiamano chapiteau non riescono a realizzare un ponticello che
portasse le “persone” da Largo Appiani alla piazza della
Stazione, che dista appena qualche metro. Largo Appiani, nel cuore
del Quartiere Europa, è un’area che ha subito varie
trasformazioni, tutte vanificate dall’incapacità politica ma
soprattutto gestionale di Palazzo San Francesco e altri uffici
dislocati in città. Dapprima in quell’area avrebbero dovuto
sorgervi scuole e servizi pubblici, poi la sua destinazione ad Area
mercatale con una spesa mai controllata di oltre ottocentomila euro
per il rifacimento del manto stradale e l’adeguamento logistico.
Fondi pubblici regionali ed europei il cui corretto utilizzo nessuno
ha mai verificato visto che quel mercato, in quell’area, ci è
stato solo alcune settimane salvo poi riportarlo nell’area
perimetrale della villa comunale dove, dissero i bugiardi, ci sarebbe
restato per non più di diciotto mesi mentre di anni ad oggi ne sono
trascorsi quasi cinque e il mercato è sempre lì, morente con più
del 50% dei 568 concessionari pronti a rinunciare al posteggio quindi
a lasciare la “piazza” di Andria.
Successivamente
un’altra trovata mediatica, ai “tempi belli” che furono, con la
destinazione della medesima area di largo Appiani a Park & Ride
nell’ambito di un Progetto poi vanificatosi, pagato dai
commercianti creduloni. Il Park & Ride utilizzato quale area di
parcheggio dotata di servizio bus navetta per il trasporto delle
persone nel centro commerciale della città quindi zona pedonale ed
aree adiacenti. Anche questo un servizio durato neanche un anno con
risultati pessimi causati sempre da una gestione a dir poco
approssimativa.
In
questo scenario devastante e psicologicamente distruttivo si
inserisce invece una proposta tanto semplice quanto economica e
fattibile presentata anche dal Comitato di Quartiere di quella zona
cioè la costruzione di un modesto ed economico “ponticello” che
portasse direttamente le persone proprio da Largo Appiani in piazza
della Stazione. Una realizzazione che avrebbe risolto un’enormità
di problemi e prodotti enormi vantaggi. La (ri)entrata in funzione
del Park & Ride in Largo Appiani, incrementato con la fermata dei
pullman specie cin questo momento di migrazione del traffico
ferroviario su gomma, avrebbe consentito agli utenti di attraversare
il ponticello ed arrivare in stazione quindi praticamente già nel
centro urbano cittadino semplicemente facendo quattro passi, quindi
in un attimo senza invece, come oggi ancora accade, dover
attraversare una strada lunghissima costeggiando interamente il
tratto ferroviario per poi attraversare il passaggio a livello di
viale Gramsci le cui problematiche sono a tutti note e recarsi in
piazza della stazione percorrendo la lunga via Vaccina.
Una
situazione ridicola al limite dell’offesa all’intelligenza umana
che evidentemente, anche in questo caso, cozza con quella di chi la
utilizza unicamente per raggiungere senza fatica le sue ambite mete
personali, senza dare alcuna importanza alla vera domanda finale che
sarà questa: “per cosa essere ricordati?”.
Ma
queste, in politica, sono domande che è vietato porsi.
*Presidente UNIBAT
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