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mercoledì 2 novembre 2016

MARGHERITA DI SAVOIA : Le donne di Christian Nirvana Damato

La personale del giovane artista salinaro allo spazio Apulia Mac

A Margherita di Savoia è nato “ Apulia Mac”, un collettivo  che fa della contaminazione culturale la sua cifra vitale, uno slancio e sensitiva vitalità che nasce dal vissuto di un gruppo di giovanissimi che credono ancora nell’arte come unica terapia ed antidoto al vuoto. A fondare quella che è “ una pura  esigenza culturale e creativa” sono tre amici poco più che ventenni Salvatore Di Paola, Giovanni Russo e Antonio Martire. Apulia Mac inizia il suo viaggio artistica giovedì 3 novembre con la mostra personale di Christian Nirvana Damato, giovane artista d’origine salinara, studente all’Accademia di Belle Arti con un vissuto artistico che tocca la scenografia per il cinema. Christian Nirvana, 22 anni, ha sperimentato il suo linguaggio partendo dalla fotografia per poi andare all’essenza dell’immagine attraverso l’immaginazione ovvero l’obiettivo più vero che permeato di fantasia e invettive immaginifiche riesce a raccontare la vita. L’appuntamento è alle 20,30 allo spazio Apulia Mac ( via Africa Orientale- auditorium ex Amici della Musica) per l’inaugurazione andrà in scena una jam session politrumentista.  Damato presenterà al pubblico oltre venti opere, fra incisioni e disegni, il tema ha quella sacralità laica che mette al centro la carne come macerazione ruminante dei sentimenti. Le sue donne sono sezionate da un inchiostro nero che ne esalta quella luce timida e desolata, ogni visione appare come quei lampioni di periferia che da soli devono illuminare un’intera strada. Le donne di Christian Nirvana hanno talento da balia dark, sembrano uscite da un incubo di Tim Burton, gotici nei tratti, hanno il suono rarefatto di Tom Waits, il dolore di Nick Cave,  sono canzoni di ballate assassine, Marinella e Bocca di Rosa di Deandriana memoria ci conducono in una dimensione parallela, fra inquietudine e viscere, il girone dantesco, la partita a scacchi con la morte del Settimo sigillo, le voci roche dei corvi, le muse moderne, tutte alchimie di uno stesso sogno che ci rivela l’animo umano celato da un velo nero, quel velo della sposa cadavere, metafora di due mondi che si sfiorano, che soffrono l’abbandono del sole e della luna. Poi c’è una sorta di esoterismo quasi segnato nel palmo della mano di Christian Nirvana Damato, nel suo nome c’è scritto già tutto: Nirvana è un omaggio a Kurt Cobain ma c’è anche qualcosa di più profondo, quella ricerca della serenità, la fine del dolore, è ancora una grande metafora scritta nel dna e non solo in un nome stampato su una carta d’identità. Christian Nirvana come Amedeo Modigliani disegna dal vivo, le sue donne posano per le sue visioni, poi c’è la sua musa, Paola, ritratta in diverse opere, non solo un atto d’amore ma un atto di poesia viva, fluttuante dove l’artista è un marinaio che approda a quel porto sicuro, sfidando tempeste, fidandosi di un faro cieco. Ed è qui che il mito si fa vita, l’aedo torna a cantare storie, Odisseo ritrova la strada perduta, è l’arte che ci salva e regge ancora la bellezza.  

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