Appuntamento
a cura
dell'Associazione
Curci di Barletta
per
la 33.ma Stagione Concertistica
Dopo
il successo della TOSCA di Puccini , dello scorso anno,
l'Associazione Curci, ritorna con una nuova proposta di lirica,
dando spazio ad un altro grande protagonista della Storia dell'Opera
: Gioacchino Rossini, con il debutto a Barletta di una delle sue
opere più belle e rappresentate: «IL BARBIERE DI SIVIGLIA», opera
che forse non è stata mai allestita all'interno del Curci.
Il
Barbiere di Siviglia
andò in scena il 20 febbraio del 1816 al Teatro Argentina di Roma,
quando Rossini non aveva nemmeno compiuto il quarto di secolo. La
prima fu un fiasco clamoroso - probabilmente pilotato proprio dai
sostenitori di Paisiello, offesi da tanto osare - ma già a partire
dalla seconda rappresentazione l'opera si risollevò trionfalmente e
nel giro di pochi mesi venne riconosciuta come simbolo del genere
buffo.
Uno
spettacolare allestimento, giovedì 5 gennaio, con porta alle ore 20,
45 e inizio alle ore 21,15
,vedrà nel golfo mistico la
famosa Orchestra Sinfonica di Chernivsty, una delle più famose in
Ucraina, che ha collaborato con i più grandi artisti di fama
mondiale, diretta da Luca Testa, musicista apprezzato in tutto il
mondo per la sua raffinata tecnica. La regia è stata affidata al
poliedrico Carlo Torriani e sul palcoscenico un cast di grandi
cantanti che hanno già dato prove superbe nel repertorio rossiniano
: Il conte d’Almaviva è il tenore Carlo
Giacchetta,
Don Bartolo è interpretato con la solita verve
comica da Carlo
Torriani,
Rosina sarà interpretata, con quel tocco di ingenuità misto a
malizia, dal contralto Camilla Antonini. Ad interpretare il
celeberrimo Figaro, sarà Pedro Carrillo, baritono che non ha bisogno
di presentazioni , al basso Graziano Della Valle saranno affidati i
panni del divertentissimo Basilio , il maestro di musica di Rosina,
nonché alter-ego
dello stesso Rossini; che vestirà anche i panni di Fiorello, mentre
il soprano Libera Granatiero sarà Berta.Un
cast di solisti di eccezione , che si esibiscono su tutti i più
importanti palcoscenici del mondo con famose orchestre e direttori di
fama internazionale. L'allestimento curato in tutti i particolari, le
voci del Coro di Lecce, le bellissime scenografie dei vari atti,
insieme alla stupenda vocalità dei solisti, rendono questo
attesissimo ritorno della Lirica nel Teatro Curci, un appuntamento di
altissimo livello.
Tratta
dall’omonima commedia di Beaumarchais, ma ricchissima di originale
ispirazione, l’opera è considerata per brio e stile impeccabile,
oltre che per l’agile e coloritissima strumentazione, il
capolavoro di Rossini nel genere giocoso. Arie e duetti quali Largo
al factotum, All’idea di quel metallo, Io son Lindoro, Una voce
poco fa e La calunnia, ma anche i godibilissimi recitativi e la
splendida Overture, ne hanno decretato un trionfo destinato a
ripetersi continuamente sulle scene liriche di tutto il
mondo. Sul Barbiere, in quasi due secoli, tutto è stato
detto e fatto. Non è, infatti, solo un’opera, è una sorta di
mito. Nobili
travestiti da poveracci, fanciulle in fiore, vecchi marpioni
smaniosi, servi astuti e gran bailamme. Poi l'immancabile "tutto
è bene quel che finisce bene". Questa è l'opera buffa, a
partire dagli intermezzi settecenteschi, che mettevano in scena
inghippi, intrighi e chi più ne ha ne metta per far ridere il
pubblico. Perfetto. Però il Barbiere
è qualcosa di più. Va bene la tresca dei giovani amanti, vanno bene
gli stratagemmi per beffare chi non sa stare al proprio posto e va
benissimo pure il lieto fine. Ma qui c'è dell'altro. La pregnanza
psicologica dei personaggi, ad esempio, poi la fitta interrelazione
tra libretto e musica, che sprigiona la travolgente ironia
rossiniana, senza dimenticare l'acuta analisi della società, con il
confronto tra classi, con la supremazia assoluta di "quel
metallo", che altro non non è se non il denaro, con la
vittoria dell'intelligenza; insomma, il Barbiere
porta sulla ribalta tante succose novità, così da assumere il ruolo
di prototipo dell'opera comica moderna. Quindi via la risata
sguaiata, via le caricature eccessive, spazio invece al sorriso e
alla comprensione vera dei personaggi, bizzarri sì, ma anche
profondamente umani e coerenti, mai fuori luogo a dispetto
dell'apparenza. Nella partitura, come era consueto all'epoca e non
solo per Rossini, confluiscono spezzoni, arie, brani d'assieme
scritti in precedenza per altre sue opere; prassi appunto consolidata
e, se vogliamo, indispensabile, specie in questa occasione, in cui
Rossini ebbe appena due mesi di tempo per comporre la sua opera.
Per
informazioni tel. 0883/528026 - 380 3454431 info@culturaemusica.it ;
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