Conferenza in occasione
della Giornata mondiale del teatro.
In occasione della
Giornata mondiale del teatro, l’Associazione di promozione sociale
L’Altrove organizza una conferenza intitolata “La poetica
dell'assenza da Carmelo Bene a Matteo Salvatore”, durante la
quale interverrà il prof. Onofrio Romano che dialogherà con
Giovanni Lullo, Presidente dell’Associazione L’Altrove. La
conferenza si terrà il 24 marzo, alle ore 19.30, presso il
Laboratorio Urbano Officina San Domenico (Via Sant’Angelo dei
Meli n. 36, Andria – Centro storico).
La Giornata Mondiale del
Teatro è stata creata a Vienna nel 1961 durante il IX Congresso
mondiale dell'Istituto Internazionale del Teatro su proposta di Arvi
Kivimaa a nome del Centro Finlandese. Dal 27 marzo 1962, la Giornata
Mondiale del Teatro è celebrata in centinaia di paesi nel mondo. Per
quest’anno l’Associazione L’Altrove ha voluto dedicare in vista
di tale occasione un momento di analisi e studio dedicato alla
“poetica dell’assenza” nell’ambito teatrale e artistico così
come la intende il prof. Onofrio Romano.
Onofrio Romano è
professore associato di Sociologia generale presso il Dipartimento di
Scienze politiche dell’Università di Bari. Tra i suoi scritti The
Sociology of Knowledge in a Time of Crisis. Challenging the Phantom
of Liberty. (Routledge Studies in Social and Political Thought),
New York and London: Routledge, Taylor and Francis Group, (2014);
Bari della riforma. Sistema di governo e Beni Collettivi Locali in
un comune della Seconda Repubblica, Roma: Aracne Editrice,
(2012); In odore di sanità. La governance della salute in Puglia,
Barletta: Cafagna Editore, (2012); La Fabbrica di Nichi. Comunità
e politica nella postdemocrazia, Roma-Bari: Laterza, (2011).
Il tema della “poetica
dell’assenza” è storicamente legato alla Puglia «allenata ad
essere al contempo dominata da un centro e distante da ogni centro,
dal potere, dalle grandi civiltà. Questa condizione liminare è alla
base della costituzione anti-identitaria del popolo che vi risiede,
ovverosia di un’antropologia dell’assenza» scrive il prof.
Romano in un suo articolo intitolato Poetica del tacco.
«Alcuni artisti pugliesi, alcuni operatori dell’immaginario hanno
saputo attraversare l’antropologia dell’assenza in maniera
magistrale, ponendola alla base della loro poetica. Si pensi a come è
nata la carriera di chansonnier di Matteo Salvatore. Il regista
Peppino De Santis gli mette in mano un registratore e lo manda nel
foggiano a caccia di fantomatiche “canzoni popolari”. Ma i
frequentatori di cantine non riescono a cantargli nemmeno uno
straccio di nenia pugliese, così Salvatore quelle canzoni se le
inventa e le spaccia a De Santis per patrimonio dell’autentica
tradizione pugliese. [...] Con Carmelo Bene ed Enrico Panunzio, la
poetica dell’assenza non è più una mera strategia di resistenza
periferica. L’apofasia di Panunzio e il depensamento di Bene –
“tecniche” incredibilmente coincidenti, sebbene partorite in
contesti differenti – rodono alla radice i modelli testuali della
grande letteratura d’Occidente, rivelandone il fondo inorganico, le
impasse, i paradossi, i motivi d’insostenibilità. Questa radice
tragica dischiude la visione di una forma di vita più sontuosa,
aliena a ogni impresa di valorizzazione e accomodata nella
beatitudine del mero stare in terra. Cicale di Puglia, diremmo, con
buona pace di Tommaso Fiore».
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