Tutte
le informazioni per chi ha ingiustamente pagato, saranno a
disposizione presso la sede dell’Inca di via Guido Rossa ad Andria.
Un
decreto legge nel 2011 introdusse una tassa, da 80 a 200 euro, per
ricevere il rilascio del permesso di soggiorno. Il Patronato Inca
Cgil e la Cgil Nazionale, ritenendo tale tassa ingiusta,
sproporzionata ed in aperta contraddizione con le finalità di
integrazione e di accesso ai diritti previsti dalle norme
comunitarie, avevano presentato ricorso alla Corte di Giustizia
Europea, la quale, nel settembre 2015 ha stabilito che la tassa fosse
da ritenersi illegittima, dando così ragione ai ricorrenti.
Ad
ottobre scorso il Consiglio di Stato ha stabilito l’annullamento
della tassa che non è più richiesta agli stranieri che richiedono o
aggiornano il permesso di soggiorno. Dunque, le somme versate nel
frattempo (circa cinquecento milioni di euro) corrisposte dai
cittadini stranieri da gennaio 2012 dovranno essere restituite.
Il
Patronato Inca, insieme alla Cgil, ha fatto partire, in tutte le sedi
territoriali, una campagna di richiesta di rimborso, e
contestualmente ha avviato cause “pilota” al fine di affermare
questo diritto. Ad Andria, in via Guido Rossa, nella sede dell'Inca
Bat, sarà possibile ricevere tutte le informazioni per chi ha
ingiustamente pagato questa tassa.
“Nei
giorni scorsi, dopo un ricorso della Cgil e dell’Inca di Bari, il
Tribunale ordinario civile di Bari ha dato ragione al sindacato,
condannando il Ministero degli Interni e il Ministero della Economia
e delle Finanze a restituire in favore di un cittadino straniero gli
importi da lui versati per il permesso di soggiorno a far data dal
2012”, spiega Giuseppe Deleonardis, segretario generale Cgil Bat.
“Quest'ultima vittoria ci spinge ad andare avanti con costante
impegno e determinazione al fine di salvagardare i diritti dei
migranti anche sul nostro territorio”.
Ufficio
stampa Cgil Bat
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