In queste ore in
Corso Europa Unita, nel cuore del Quartiere Europa, si sta preparando il
funerale dello Sportello di Andria della Camera di Commercio.
Proprio mentre le
oltre diecimila imprese andriesi iscritte al Registro delle Imprese della
Camera di Commercio di Bari stanno versando il diritto annuale in scadenza
proprio il 30 giugno, in concomitanza con la chiusura dello sportello; proprio
mentre i nominati “rappresentanti delle imprese”, compresi coloro che con il
loro silenzio hanno scritto anche questa orrenda pagina di triste storia locale,
decidono di spendere quei soldi, parte di quei soldi, per il funerale, in
queste ore si stanno preparando i pacchi con la documentazione da trasferire
alla sede distaccata di Barletta che, ovviamente, resterà invece operativa e
dove anche quelle oltre diecimila imprese andriesi, oltre ad utenti, consulenti
ed altri fruitori dovranno recarsi dal primo luglio in avanti.
Chi parteciperà a
quel funerale?
Parteciperanno
sicuramente tutti i consiglieri comunali della città di Andria che hanno votato
l’ordine del giorno con il quale si impegnava il sindaco ad intercedere per
evitarne quella chiusura. L’esito? Nessuno lo conosce.
Parteciperanno i
tanti rappresentanti di quegli Ordini Professionali che sono restati in letargo
a guardare ed a subire passivamente così come vi parteciperanno coloro che,
grazie all’esistenza di quel giocattolo dispensatore di benefici, continuano a
girovagare promuovendo il territorio e l’economia locale con il sol scopo di
invitare le poche imprese sane ancora in vita a delocalizzare altrove, magari
in Moldova. Parteciperanno alcuni sedicenti sindacalisti locali i cui appelli
non sono neppure stati ascoltati in famiglia così come vi parteciperanno coloro
che praticano abitualmente l’arte del compromesso, della compensazione e del
tornaconto personale ottenuto in funzione di ruoli e impegni mai documentati né
mai lasciati nella memoria collettiva.
Lo Sportello di
Andria chiude a causa di una necessaria riorganizzazione della Camera, così
dicono e scrivono, ma non si riorganizzano le spartizioni dei fondi camerali
che continuano scientificamente ad essere deliberati, ancora in pieno conflitto
di interessi.
Andria perde un
altro pezzo della sua economia locale, della sua identità e della sua dignità.
Andria perde anche
il “diritto di difesa”. Eppure in quelle comode poltrone in legno pregiato, a
Palazzo San Francesco, siedono quasi tutti avvocati.
Al funerale, a
questo funerale, noi non ci saremo ma lo pagheremo, con i nostri soldi.
*Presidente
UNIBAT
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