I fondi dei D.U.C. – Distretti Urbani del
Commercio a disposizione non solo del commercio di vicinato a sede fissa ma
anche dei mercati e delle aree mercatali. Una novità importantissima in quanto
potrebbe rappresentare elemento di reale attenzione verso i mercati e
soprattutto il corretto utilizzo dei fondi milionari della Regione Puglia per
contrastare la Grande Distribuzione Organizzata che ha fatto e continua a far
man bassa del piccolo commercio. La storia ha già scritto libri interi sulle
connivenze che hanno fatto si che gli ipermercati proliferassero in quasi
vent’anni ininterrottamente nella Regione Puglia; connivenze fatte di silenzi,
di compiacimenti e persino di enormi interessi da parte di soggetti
riconducibili ad Organizzazioni i cui scopi statutari, storicamente, dovrebbero
essere quelli della salvaguardia e tutela della piccola impresa ma che non
hanno resistito ai colossi della distribuzione sempre disponibili a dispensare
privilegi e commesse. Tornando ai D.U.C. alcuni comuni stanno provvedendo o
hanno già provveduto a deliberare gli interventi. Quasi la totalità lo hanno
fatto senza alcuna forma di compartecipazione attiva delle Associazioni
presenti sui territori e realmente rappresentative, anche se penalizzate perché
non appartengono alla cricca del mondo della politica e del Polisindacato.
Poiché scopo principale dei D.U.C. non è quello di pagare le parcelle dei
progettisti; non è quello di foraggiare le società di capitali e di servizi di
diretta emanazione di alcune, solite, “privilegiate” Associazioni storiche di
Categoria, che di quelle società ne sono pure proprietarie, bensì quello di
giungere alla creazione del Centri Commerciali Naturali nelle città, allora il
piatto è bello e servito visto che quei Centri Commerciali naturali già ci sono
e si chiamano Mercati, non ipermercati. I fondi dei D.U.C. quindi non servano
ad “accontentare” qualche amico sindaco in cerca di spiccioli per cambiare le
lampadine sul corso principale della propria città mal amministrata e non
servano neppure alla schiera di questuanti al servizio di quelle associazioni
che, illegittimamente, hanno avuto l’esclusiva gestionale solo grazie alle loro
intrusioni para politiche. Quei fondi invece servano a mettere in sicurezza le
aree mercatali, a riqualificarle, a renderle più attraenti e produttive; a rimuovere
le illegalità e le illegittimità che si consumano in quel contesto e
soprattutto a dare valore all’attività più antica del mondo che in tempi di
vacche magre, con i comuni con la lingua di fuori a chiedere sempre più soldi
ai cittadini, stanno sopperendo a tutto quanto le istituzioni e gli Enti fino a
ieri spendaccioni e spreconi, oggi non riescono più a far fronte. Nessuno pensi
di presentare pacchi e pacchetti già confezionati perché questa volta la musica
è cambiata. E questo vale per tutti, anche per quei comuni dal passo lungo come
quello di Barletta che ha fatto tutto da solo scordandosi che quelli sono soldi
pubblici della comunità e che gli interventi vanno concordati. Ma quello, in
quella città, è un vezzo antico e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Praticamente uno sfacelo continuo.
Il
Presidente UNIBAT
Savino Montaruli
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