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giovedì 24 agosto 2017

BAT : DAI D.U.C. (DISTRETTI URBANI DEL COMMERCIO) I FONDI PER METTERE IN SICUREZZA LE AREE MERCATALI.

I fondi dei D.U.C. – Distretti Urbani del Commercio a disposizione non solo del commercio di vicinato a sede fissa ma anche dei mercati e delle aree mercatali. Una novità importantissima in quanto potrebbe rappresentare elemento di reale attenzione verso i mercati e soprattutto il corretto utilizzo dei fondi milionari della Regione Puglia per contrastare la Grande Distribuzione Organizzata che ha fatto e continua a far man bassa del piccolo commercio. La storia ha già scritto libri interi sulle connivenze che hanno fatto si che gli ipermercati proliferassero in quasi vent’anni ininterrottamente nella Regione Puglia; connivenze fatte di silenzi, di compiacimenti e persino di enormi interessi da parte di soggetti riconducibili ad Organizzazioni i cui scopi statutari, storicamente, dovrebbero essere quelli della salvaguardia e tutela della piccola impresa ma che non hanno resistito ai colossi della distribuzione sempre disponibili a dispensare privilegi e commesse. Tornando ai D.U.C. alcuni comuni stanno provvedendo o hanno già provveduto a deliberare gli interventi. Quasi la totalità lo hanno fatto senza alcuna forma di compartecipazione attiva delle Associazioni presenti sui territori e realmente rappresentative, anche se penalizzate perché non appartengono alla cricca del mondo della politica e del Polisindacato. Poiché scopo principale dei D.U.C. non è quello di pagare le parcelle dei progettisti; non è quello di foraggiare le società di capitali e di servizi di diretta emanazione di alcune, solite, “privilegiate” Associazioni storiche di Categoria, che di quelle società ne sono pure proprietarie, bensì quello di giungere alla creazione del Centri Commerciali Naturali nelle città, allora il piatto è bello e servito visto che quei Centri Commerciali naturali già ci sono e si chiamano Mercati, non ipermercati. I fondi dei D.U.C. quindi non servano ad “accontentare” qualche amico sindaco in cerca di spiccioli per cambiare le lampadine sul corso principale della propria città mal amministrata e non servano neppure alla schiera di questuanti al servizio di quelle associazioni che, illegittimamente, hanno avuto l’esclusiva gestionale solo grazie alle loro intrusioni para politiche. Quei fondi invece servano a mettere in sicurezza le aree mercatali, a riqualificarle, a renderle più attraenti e produttive; a rimuovere le illegalità e le illegittimità che si consumano in quel contesto e soprattutto a dare valore all’attività più antica del mondo che in tempi di vacche magre, con i comuni con la lingua di fuori a chiedere sempre più soldi ai cittadini, stanno sopperendo a tutto quanto le istituzioni e gli Enti fino a ieri spendaccioni e spreconi, oggi non riescono più a far fronte. Nessuno pensi di presentare pacchi e pacchetti già confezionati perché questa volta la musica è cambiata. E questo vale per tutti, anche per quei comuni dal passo lungo come quello di Barletta che ha fatto tutto da solo scordandosi che quelli sono soldi pubblici della comunità e che gli interventi vanno concordati. Ma quello, in quella città, è un vezzo antico e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Praticamente uno sfacelo continuo.


                                                                                                                      Il Presidente UNIBAT

                                                                                                                          Savino Montaruli

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