Il
sindaco Morra non risponde alla nostra richiesta di incontro.
L’importanza del confronto con il partenariato sociale è stabilita
anche nei regolamenti europei
Speravamo
che con il cambio di amministrazione si riuscisse ad andare oltre le
parole, invece fatti concreti ancora non se ne vedono ed il
Centro sociale per anziani a Canosa di Puglia resta un miraggio.
Polemiche sterili a parte e battibecchi tra maggioranza e opposizione
della politica canosina su come intervenire in modo positivo e
concreto su alcuni temi del sociale, nulla di nuovo all’orizzonte.
“Riteniamo che si debba preferire il dialogo, costruttivo e
responsabile, evitando inutili botta e risposta che non
contribuiscono ad aumentare ‘il sale della democrazia’. Il
confronto ed il coinvolgimento delle rappresentanze sociali e
produttive, e delle associazioni, deve essere una priorità.
Approfondire gli argomenti che coinvolgono l’intera collettività
come quello del Centro sociale per anziani e delle politiche sociali,
sono argomenti che per la loro importanza necessitano non
dell’autosufficienza dell’assessore di turno, bensì un impegno
dell’intera collettività”, commentano
il segretario generale Spi Cgil Bat, Felice Pelagio e il segretario
generale Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis.
“Il
passaggio naturale pe prendere decisioni deve essere la dialettica
come momento di riflessione ed i fatti come ultimo momento per
consegnare i risultati alla città. Lo
Spi e la Cgil Bat, in rappresentanza degli interessi collettivi dei
pensionati e degli anziani, hanno chiesto un incontro al Sindaco ma
le due organizzazioni sindacali non sono state mai convocate. Pur
riconoscendo l’impegno che l’amministrazione comunale sta
mettendo in atto non possiamo dimenticare l’obiettivo principale
che è quello di riconsegnare alla città il Centro sociale per
anziani perché le risorse finanziarie ed economiche della
collettività devono essere trasformate in servizi ed è il minimo
che si possa esigere”.
“Tra
l’altro se si vuole cambiare la Cgil Bat, lo Spi Cgil Bat,
unitamente alla Camera del lavoro comunale, sono convinte che la
necessita, così come
è previsto nel Piano di Zona Sociale, sia la consultazione con il
partenariato pubblico e sociale, previsto anche dal regolamento UE
1301/2013 (sviluppo piano sostenibile) affinché si possono
utilizzare i fondi di investimento pubblico.
Tra l’altro la progettualità 2014/20 del F.E. di sviluppo prevede
accordi di partenariato sociale, e quindi l’obbligatorietà, atteso
anche l’importanza del nuovo bando di rigenerazione urbana con
tutto il pezzo dell’inclusione sociale e della povertà. Il comune
di Canosa di Puglia potrebbe candidare, anzi sarebbe auspicabile che
lo facesse, il rione Catello, una zona che necessita di interventi
per riqualificare, attrezzare ed includere quel pezzo di territorio
diciamo ‘trascurato’. Ciò potrebbe rappresentare una nuova
opportunità pe la città che, lungi dall’essere una masseria come
sostengono in molti in modo spregiativo, possa diventare un esempio
di sviluppo produttivo, economico, sociale ed occupazionale. Se
vogliamo essere diversi dobbiamo pensare ad un’amministrazione che
veicoli questa città per promuovere attività. Canosa
di Puglia, rispetto agli altri comuni della Bat, detiene il triste
primato di avere più disoccupati e inoccupati, purtroppo moltissimi
di questi sono giovani che non cercano neanche più lavoro perché
rassegnati e conviti che non si riuscirà più a ripartire.
Tutto ciò dal punto di vista politico è imperdonabile. Non possiamo
più attendere, indugiare ancora – concludono Pelagio
e Deleonardis
- significa non invertire la rotta ma continuare nella presunzione e
nel personalismo che distrugge le capacità e le risorse del
territorio in cui viviamo”.
Michela
Alicino
Ufficio
stampa Cgil Bat
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