Il dibattito sulla deliberazione di giunta
comunale, organismo esecutivo dell’apparato politico amministrativo, continua
ad animarsi ad Andria svegliando tardivamente anche i dormienti che, ora e solo
ora, si accorgono che il problema esisteva ed esiste, pur essendo restati in
silenzio assoluto in questi lunghi mesi.
Dopo che alcuni esponenti della rete di impegno
sociale e civico cittadino, hanno tenacemente sollevato la problematica,
affrontandola per la ricerca delle soluzioni possibili onde evitare la
soppressione del servizio mensa nelle scuole cittadine, me compreso in qualità
di soggetto partecipante sin dal primo incontro alle sedute di 4^ Commissione
consiliare essendo stato io stesso promotore dei successivi approfondimenti a
partire dalla riunione di Prima Consulta, della quale faccio parte essendo
stato democraticamente eletto dalle associazioni del Forum cittadino quale
esponente indipendente dalla politica, oggi e solo oggi ci si accorge che
esiste un problema che va ben oltre la “mangiatoia” a cui qualche esimio
rappresentante politico o scaltro dirigente vorrebbe ricondurre una questione
che invece è molto più profonda ed articolata. Altro che mangiatoia, qui sono
in ballo le “Politiche del Lavoro” e la capacità di un’amministrazione
comunale, della politica e delle agenzie educative locali di mettere al centro
degli obiettivi comuni “il Lavoro”. Millantare volontà di attuare strumenti adeguati
per affrontare il problema della disoccupazione, in una città che manifesta il
più alto valore percentuale in assoluto di inoccupati, con percentuali triple o
addirittura quadruple rispetto al dato nazionale; con una popolazione giovanile
in fuga senza ritorno e con enormi quote di disoccupazione femminile, è azione
becera e strumentale che non porta a nulla. Da anni la nostra associazione di
categoria indipendente UNIBAT ha sollecitato la costituzione di un serio e
partecipato tavolo di emergenza sociale che affrontasse nel merito la questione
occupazionale in città, con analisi che siano anche corrispondenti alla reale
condizione del territorio visto che tassi di disoccupazione che superano anche
il 60% è impensabile che possano essere lo specchio della realtà.
Evidentemente, chiaramente, le politiche del lavoro
poco o nulla interessano ai gruppi di potere così come configuratisi nella
realtà politica ed amministrativa locale, combinati con frange di polisindacato
spesso asservito e sovente dormiente se non accondiscendente.
La questione della refezione scolastica dunque è
diventato il sintomo più lampante e preoccupante di questo vuoto. In tutto il
dibattito sviluppatosi recentemente sul tema della soppressione della mensa
nelle scuole, se non fosse stato per la nostra singola e chiara presa di
posizione e per quella delle mamme lavoratrici con le quali, insieme, abbiamo
sollevato la problematica relativa alle conseguenze della soppressione del
servizio mensa sull’organizzazione familiare dei tempi lavoro/famiglia, con il
servizio mensa che rappresenta fattore fondamentale per la realizzazione di
tale conciliazione, tutto ciò sarebbe passato in secondo piano rispetto alla
“mangiatoia”.
Questa assenza di attenzione verso la problematica
del Lavoro è ulteriore segnale di superficialità e di distrazione in un quadro
politico - amministrativo che ha basato gran parte della propria azione
sull’esaltazione della realtà virtuale mentre le condizioni reali del
territorio e delle sue emergenze sociali, economiche e strutturali, venivano
sacrificate e ridotte a politiche dell’apparenza.
Il servizio mensa continuerà a tenere banco anche
nelle prossime settimane e le valutazioni che stanno emergendo grazie ad un
dibattito pubblico allargato che, anche se in ritardo è stato comunque
attivato, darà i suoi frutti, con il servizio di refezione pubblica che sarà
“salvato” nel rispetto delle fasce più deboli, dei diritti degli alunni, delle
famiglie e nel rispetto di un orientamento che vada nella direzione di
potenziare il servizio e non di demolirlo e distruggerlo perché nell’arte della
distruzione e della demolizione, anche morale e psicologica di coloro che
vengono ritenuti “avversari” per il sol fatto che pensano diversamente, alcuni
soggetti in questa città sono molto ben preparati ed efficienti.
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