È del tutto regolare a Barletta la Tassa sui rifiuti
(TARI), a conferma dello scrupolo con cui l’Amministrazione comunale cura i
rapporti con i contribuenti.
In questi giorni campeggia su tutte le testate
giornalistiche nazionali e locali la questione della TARI “gonfiata”. Ed è bene
rassicurare e dimostrare che ciò a Barletta non è accaduto.
Ma andiamo per ordine. Con la legge di stabilità per
il 2014, il legislatore aveva introdotto l’Imposta Unica Comunale (IUC),
comprendente l’imposizione sugli immobili, Imposta Municipale Unica, ovvero
propria (IMU, che aveva definitivamente sostituito la vecchia ICI, Imposta
comunale sugli immobili), il Tributo sui Servizi indivisibili (TASI) e la Tassa
sui Rifiuti (TARI).
Nel 2016, il legislatore ha imposto un blocco sulle
aliquote dei tributi locali, fatta eccezione per la TARI, il cui meccanismo
prevede che la collettività, distinta in utenze domestiche e utenze non
domestiche, corrisponda un prezzo che garantisca la copertura integrale dei
costi sostenuti per l’erogazione del servizio di raccolta e smaltimento, più in
generale del servizio di igiene urbana, anche per responsabilizzare i
contribuenti sulla raccolta differenziata.
L’errore di cui tanto si parla in questi giorni e che
molti Comuni sembrano aver commesso, sta proprio nelle modalità di calcolo;
tant’è che lo stesso Ministero dell’Economia è dovuto intervenire per chiarire la
questione e sgomberare ogni dubbio interpretativo, confermando così che non
riguarda Barletta. La questione investe le bollette delle utenze domestiche,
con riferimento alla cosiddetta “quota variabile”, in quanto il totale della bolletta
si compone di:
1.
una quota fissa, ottenuta
moltiplicando la tariffa (a sua
volta individuata in base al numero dei componenti della famiglia) per la superficie complessiva (metri quadrati) dell’alloggio e dei locali
che ne costituiscono pertinenza;
2.
una quota variabile,
definita sulla base del numero dei
componenti del nucleo familiare.
La quota fissa, quindi, è data dalla “tariffa parte
fissa” per il “numero dei metri quadrati” della superficie dell’immobile, che
comprende anche le pertinenze (box e cantine, poichè per utenze domestiche si
intendono tutti i locali destinati a civile abitazione).
Per la quota variabile, di conseguenza, si applica la
tariffa corrispondente al numero dei componenti, prescindendo dalla superficie,
come si è fatto a Barletta. Inaltree città, invece, tale quota variabile
sarebbe stata applicata anche alle pertinenze, che però, civilisticamente,
vengono assimilate all’abitazione principale, come d’altronde già avviene per
l’IMU e la TASI.
I due schemi illustrano meglio il sistema di calcolo.
La simulazione è impostata su un nucleo familiare di 3 componenti che vive in
un immobile di 100 metri quadrati e possiede un box di 20 metri quadrati, per
un totale di 120 metri. Applicando correttamente le tariffe, la famiglia è
tenuta a pagare complessivamente € 397,16, come accade a Barletta.
Metodo
corretto applicato a Barletta
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Utenza
domestica
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Tariffa
parte fissa (al mq)
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Tariffa
parte variabile
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Abitazione principale, 100 mq.
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€ 1,79 x 100 mq = € 179,00
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€ 182,36
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Pertinenza, 20 mq.
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€ 1,79 x 20 mq = € 35,80
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Totale di € 397,16 così composto
|
€ 214,80
|
€ 182,36
|
Nei casi di duplicazione della quota variabile, come
altri Comuni avrebbero inteso applicare, la famiglia si rsarebbe ritrovata a
pagare 579.52 euro, ovvero € 182,36 in più.
Metodo
errato
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||
Utenza
domestica
|
Tariffa
parte fissa (al mq)
|
Tariffa
parte variabile
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Abitazione principale, 100 mq.
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€ 1,79 x 100 mq = € 179,00
|
€ 182,36
|
Pertinenza, 20 mq.
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€ 1,79 x 20 mq = € 35,80
|
€ 182,36
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Totale di € 579,52 così composto
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€ 214,80
|
€ 364,72
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Nel confermare la corretta applicazione da parte del
Comune di Barletta (sulla quale l’Ufficio Tributi resta a disposizione per ogni
eventuale ed ulteriore chiarimento), è doveroso rilevare che l’applicazione del
primo metodo nella nostra città è avvenuta grazie al proficuo confronto che
l’Amministrazione ha avuto per tempo con le rappresentanze istituzionali e gli
operatori per individuare scelte di gestione del servizio e modalità
amministrative del tributo che consentissero di non far gravare sui
contribuenti ulteriori oneri rispetto a quelli dovuti da una corretta applicazione
normativa sui rifiuti, anche per corrispondere allo straordinario sforzo dei
cittadini per raggiungere a Barletta livelli del 70% circa della raccolta
differenziata.
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