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giovedì 20 settembre 2018

TRINITAPOLI : Addio al compagno Tonino Andriano detto Vidoq - "....io torno al silenzio ma saranno i fatti a parlare per me"

Tonino Andriano, il giorno della sua liberazione a Trinitapoli
Con grande tristezza annunciamo che il compagno Tonino Andriano detto (solo dagli amici) con affetto Vidoq ci ha lasciati.

Non scriverò un necrologio di parole al miele, a lui non piacerebbe. 


Lascerò parlare lui, con le sue parole. Anni fa volle lasciare il suo testamento politico. Non amava auto celebrarsi, anzi in privato amava sminuire il suo ruolo a vantaggio dei suoi compagni di lotta. Inoltre in privato ci insegnava a rispettare sempre i nostri avversari politici, sia nelle loro fortune, che nelle loro sconfitte. 


Intervistare all’ex segretario della CGIL degli anni 70’ Antonio Andriano detto “Tonino Vidoch”. 

martedì 25 marzo 2014

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Scusi la curiosità, ma c’è lo chiedono in molti, tra i più giovani : Come nasce il suo soprannome Vidoch ?

Nessun mistero, semplicemente era legato ad una presunta somiglianza ad un attore francese, il tutto era dovuto alla mia popolarità tra i contadini, che andando al cinema cercavano sempre di trovare somiglianze con i personaggi più in vista dell’epoca.

Come nasce la tua attività sindacale ?

Niente clamori, ero un semplice bracciante avventizio, che si iscrisse al sindacato nel lontano 1968, per ragioni di classe. Successivamente negli anni 70’ diventai un dei dirigenti sindacali e quindi mi trovai a vivere un’epoca che ha fatto la storia bracciantile a Trinitapoli. In cui si trasformò la figura del Bracciante che in realtà era chiamato volgarmente :” garzone” o peggio , “uomo a padrone”, in piccolo imprenditore agricolo. Quelli furono gli anni delle grandi lotte bracciantili non solo a Trinitapoli, ma in tutta  Italia. Infatti nel 68 si creo un movimento, che partì dalle università, poi raggiunse le grandi industrie del nord per arrivare fino al Mezzogiorno , quindi Trinitapoli nelle grandi aziende agricole.


Cosa produssero le lotte dei braccianti o meglio dei “cafoni” ?

Allora si combatteva contro un sistema politico, che fermava la costituzione italiana, davanti ai cancelli delle fabbriche. Invece con queste lotte,si riuscì a sfondare i cancelli ,che frenavano i diritti dei lavoratori e  nacque la legge 300, (ndr. chiamata lo statuto dei lavoratori) . Queste lotte di rivendicazione di diritti volevano difendere la dignità dell’uomo, prima ancora che del Garzone. Infatti sconfissero la cultura medievale, che considerava il “Padrone” proprietario delle cose e quindi degli esseri umani. A queste lotte non partecipò solo la sinistra sindacale dell’epoca che io rappresentavo , ma anche ,le forze sindacali cattoliche come la Cisl, che avevano a cuore la dignità dell’uomo.

Scusi, signor Andriano ma come hanno influito queste lotte, sul tessuto socio-economico di Trinitapoli ?

Quelle lotte, non produssero “solo i diritti dei lavoratori”, ma anche dei diritti sanitari, i sussidi di disoccupazione, assegni famigliari per tutti, maternità alle donne, diritto a riscuotere se si era malati ed infine i 35 anni di contributi per aver diritto alla pensione.
Quindi questa massa di denaro nelle tasche delle famiglie dei braccianti,   che io considererei una equa ridistribuzione della ricchezza,  contribuì ad un grande sviluppo economico del paese. In parole povere, i braccianti,  non accumularono questi soldi in banca , ma li investirono per acquistare terreni che i “grandi padroni”, lasciavano incolti o al massimo a seminativo ( ndr. Coltivazione grano).  Quindi l’economia locale vide improvvisamente trasformare, semplici braccianti, in piccoli imprenditori agricoli, che producevano ricchezza e furono il motore per lo sviluppo di altri settori collegati all’agricoltura e non.
Quindi nacquero commercianti, cantine, opifici, tomaifici, artigiani e naturalmente, per costruire tutto questo anche : studi tecnici di professionisti che fornivano servizi legali, di contabilità e costruzione.

Perchè la fine dei grandi latifondisti “o padroni” come li chiama lei, secondo alcuni, ha portato la povertà al paese ?

Le rispondo semplicemente, che tutte le attività produttive che abbiamo visto nascere in questi ultimi 40 anni, sono state create da figli di ex “lavoratori a padrone”, e non dai figli dei vecchi proprietari terrieri. Questo dato non smentibile, è la prova della veridicità della mia ricostruzione storica, ed è inutile dilungarci.

Scusi ma sono confuso, lei sostiene che tutto lo sviluppo socio-economico, non viene dai ricchi proprietari terrieri dell’epoca, ma viene da semplici “Garzoni”, poi diventati piccoli imprenditori agricoli ? Non crede di esagerare ?

Non esagero affatto, anzi le ribadisco, che il motore economico furano proprio questi ex”garzoni”, come li chiama lei, che lavorando la terra in autonomia, produssero ricchezza, che investirono in case di proprietà, mandarono i figli a scuola, facendoli laureare. La riprova di quello che dico sono gli studi professionali ,anche loro come lei, figli di semplici garzoni, che diventarono con le loro battaglie imprenditori agricoli. Infatti sono i braccianti i veri protagonisti della storia di Trinitapoli e del suo sviluppo economico, degli ultimi 40 anni, senza di loro qui non ci sarebbe niente da raccontare e da vedere. Comunque, a scanso di equivoci, i giovani possono sempre chiedere ai loro padri e nonni, cosa erano e cosa siamo.

Va bene Singnor Andriano, gliela diamo per buona,  non voglio girarci intorno, le chiedo a bruciapelo. Oggi le cose vanno male, il paese è pieno di disoccupati e le piccole e medie aziende chiudono. Lei contro chi protesterebbe ?

Contro una politica sbagliata, a tutti i livelli e di tutti i colori, che ha agito solo in favore della finanza, a scapito delle piccole e medie imprese e quindi in parole povere il popolo delle Partite Iva. Quindi ci vorrebbe un cambio di tendenza a livello mondiale, europeo e nazionale che inverta la logica. Infatti prima il sistema finanziario era l’infrastruttura del settore produttivo, invece oggi agisce in maniera slegata, puntando solo su giochi finanziari finalizzati a creare denaro dal nulla.

Si ma qui siamo a Trinitapoli.

Infatti Trinitapoli, insieme all’Italia buona, il suo sviluppo lo deve ad una società fondata sul lavoro e non sulla speculazione finanziaria. Quindi, mi lasci dire, che io torno al silenzio ma saranno i fatti a parlare per me.

 


Ciao Tonino. è stato un onore conoscerti.

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