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giovedì 28 giugno 2018

ANDRIA : DEHORS - ARRIVANO SANZIONI E DIFFIDE PER LE OCCUPAZIONI RITENUTE “ABUSIVE”


La data è quella del 22 giugno e la firma è quella del Dirigente al Settore Sviluppo Economico, ing. Felice Piscitelli. Il contenuto? “Diffida alla rimozione immediata delle strutture abusivamente installate sull’area esterna agli esercizi pubblici nelle aree interessate”. Si, nella nota viene espressamente indicato “...strutture abusivamente installate...” e questo fa irritare non poco gli esercenti i quali, ora, si trovano in una situazione di enorme difficoltà, proprio all’avvio della stagione estiva. In merito ai contenuti della diffida è intervenuto il Presidente Unibat, Savino Montaruli, il quale ha dichiarato: “mentre ad Andria si era in attesa delle decisioni concordate con la Soprintendenza che portassero alla definitiva approvazione del nuovo Regolamento sui dehors, gli esercenti si sono visti notificare le diffide da parte del Settore Sviluppo Economico, con l’obbligo a “rimuovere immediatamente le strutture abusivamente installate sull’area esterna ai pubblici esercizi, costituenti un dehors per la somministrazione di alimenti e bevande in assenza di titolo abilitativo e a ripristinare immediatamente lo stato dei luoghi”. Inoltre viene comunicato che: “... decorso inutilmente il termine massimo di 15 giorni dalla notifica dell’atto di diffida, sarà comminata, con successivo provvedimento, la sanzione della sospensione dell’attività di pubblico esercizio fino alla rimozione delle cause che hanno determinato la violazione”. Una situazione drammatica, per certi versi, ma anche molto curiosa, per altri. A parte il fatto che la decisione del Dirigente va esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto richiesto dal Sindaco Giorgino in un incontro alla presenza di un gruppo di esercenti e dell’ex assessore al ramo, si assiste ad un paradosso. Infatti oggi si diffida gli esercenti dichiarando che quelle opere sono stare realizzate “abusivamente” mentre con lo stesso identico Regolamento ancora oggi vigente, cioè quello approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 77 del 14/11/2011, negli anni precedenti, più in particolare negli anni 2015, 2016 e 2017 lo stesso Settore Sviluppo Economico, ancorché guidato da altro Dirigente e da diverso Assessore, aveva autorizzato quelle strutture che, quindi, non attendevano altro che il rinnovo delle stesse autorizzazioni non avendo mutato lo stato dei luoghi. Di fronte a questa incongruenza due solo le cose: o è stato commesso un abuso negli anni passanti, anche rispetto al rilascio delle autorizzazioni, o viene commesso un abuso oggi definendo quelle stesse strutture “abusive”, negando il rinnovo delle autorizzazioni. In ogni caso – prosegue Montaruli – i cittadini, le associazioni di categoria e soprattutto gli esercenti stavamo aspettando chiarimenti rispetto all’iter avviato da molti mesi dal comune di Andria con la Soprintendenza mentre si vedono arrivare diffide, sanzioni e chissà cos’altro ancora visto che nella lettera di diffida il Dirigente parla espressamente di “strutture abusivamente installate” quindi sappiamo benissimo quali ulteriori, gravissime conseguenze, non solo di carattere amministrativo, potrebbero esserci a carico degli esercenti ritenuti dal comune di Andria trasgressori e rei di aver costruito opere abusive” – ha dichiarato Montaruli.
Intanto questi provvedimenti stanno facendo tremare anche le città vicine, in particolare quella di Trani ove esistono situazioni sovrapponibili a quelle di Andria. Gli esercenti, dal canto loro, si stanno organizzando per agire legalmente ritenendosi enormemente danneggiati e burlati da provvedimenti ingiustificati, discordanti e dissimili da una realtà all’altra – fanno sapere da Unibat.


                                                                                         Area Comunicazione Unibat

lunedì 18 giugno 2018

ANDRIA : GIORGINO INCIAMPA SUI DEHORS


UNIBAT: “IL SINDACO SI E’ RESO FINALMENTE CONTO CHE LA CITTA’ E’ FERMA, DA ANNI”

Una presa di coscienza più che un’azione politico-amministrativa quella del Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, che azzera la giunta politica dopo aver ripetutamente sollecitato cambi di marcia che non si sono verificati, in nessun comparto.
Una notizia non attesa ma prevedibile quella che sta facendo discutere gli ambienti politici e sociali andriesi in queste ore. Proprio dall’Associazione di Categoria più radicata ed operativa, anche nella città di Andria, giungono alcune riflessioni sulla situazione di stallo e sulla necessità di un repentino e necessario cambio di marcia e di guardia.
Ad esternare le preoccupazioni di Unibat è il suo Presidente, Savino Montaruli che dichiara: “ancora una pesante ma prevedibile tegola si abbatte sulla città federiciana con un’acclarata presa d’atto del fallimento politico ma anche di governo della città. In questa vicenda ne sono coinvolti tutti: classi politiche di maggioranza, di opposizione e staff dirigenziale sempre più precario e “ballerino”. Riconosciamo a Nicola Giorgino il coraggio di aver preso atto della condizione di stallo della città e di apprestarsi ad assumere decisioni pesanti, pesantissime ma necessarie, anche a costo di rompere definitivamente il fragilissimo equilibrio politico in fortissima crisi d’identità, anche alla luce della crescente disaffezione dell’elettorato nei confronti della politica tradizionale distrutta dai Partiti che, nonostante continui ricorsi a cambi di machere, con evoluzioni pseudo-civiche, restano governati e condotti, in solitudine, dai soliti noti protagonisti del fallimento di un intero territorio. Andria deve recuperare anni di inerzia e di immobilismo; Andria deve individuare le sue priorità e perseguirle fino in fondo; Andria deve capire dove vuole andare e con chi voglia farlo. Una delle recenti vicende che ha determinato la concausa della decisione di Giorgino è sicuramente stata quella relativa ai Dehors, che il sottoscritto continua a seguire passo passo essendo memoria storica della sciatteria e del pressapochismo con i quali politici e dirigenti hanno sinora affrontato la questione, causando danni ed incertezze negli imprenditori e malcontento nei cittadini e fruitori del centro storico andriese. L’ultima, recente riunione al comune di Andria sul tema ha manifestato palesemente la rottura tra il Corpo dirigenziale e quello politico/Amministrativo che spingeva per ulteriori soluzioni provvisorie evidentemente non risolutive e foriere di ulteriori incertezze e rischi per gli operatori che vedono svanire i propri investimenti, addirittura costretti a chiudere gli esercizi e trasferirsi in altre città. Credo – prosegue Montaruli – che ulteriori elementi siano stati alla base della decisone di Nicola Giorgino, in primis l’evidente mancato compimento delle azioni programmatiche: dall’assenza di politiche del turismo; lo sfacelo in materia di sviluppo economico in una città che ancora non riesce a dotarsi di minimi strumenti di Pianificazione Strategica e regolamentari previsti dalla legge; la mortificazione delle politiche di concertazione e di coinvolgimento del mondo associazionistico, almeno di quello non asservito, con l’esclusione dai tavoli di confronti addirittura di strutture ed organismi istituzionali quali ad esempio le Consulte. Tutto questo, unitamente al fallimento delle politiche della Salute e sulla drammatica questione Sicurezza ha rappresentato la palese dimostrazione di una classe politica autoreferenziale che non ha mai tollerato l’esercizio del democratico dissenso, sempre avvezza ad isolare coloro che, come noi, non hanno mai avuto timore di esprimere il “pensiero diverso”. Questo ha portato allo stato delle cose che vede Andria ultima in tutto, avendo perso tutti quei primati che fino a vent’anni fa la rendevano capofila ed in primissimo piano nelle sedi istituzionali, politiche e nelle statistiche economiche, occupazionali e di coesione sociale. L’assoluto fallimento delle politiche in materia di viabilità ma anche di ambiente sono sotto gli occhi di tutti e quei danni sono difficilmente recuperabili in quanto, nel silenzio assoluto dei compiacenti, si sono perpetrati nel tempo ed oggi hanno causato le emergenze in corso. Da un settore all’altro sarebbe facile paragonare i ritardi e le inefficienze ma tutto questo ad una persona comunque intelligente qual è il Sindaco Giorgino, non è sfuggito quindi evito di calcare la mano ed affondare la lama. Alla mia città, al suo tessuto sociale e produttivo auguro tempi migliori, nella certezza che ora più che mai il compito di Giorgino è quanto mai arduo, stretto tra le pressioni di quel che resta di partiti politici ormai fine a se stessi e la mancata consapevolezza del fallimento da parte di coloro che sono stati protagonisti, in negativo, di tutto quello che Andria oggi è diventata: una città disorientata, disillusa e profondamente in crisi di rapporti e di visione futura. Il compito più difficile per Nicola Giorgino? Scegliere nel mazzo di carte a disposizione, visto che quelle carte sono già tutte sbiadite e definitivamente consumate” – ha concluso Montaruli di Unibat.

                                                                                                                       Area Comunicazione Unibat

giovedì 14 giugno 2018

DEHORS: SE ANDRIA PIANGE, TRANI NON RIDE.


IL COMUNE DI ANDRIA NON AUTORIZZA MA CHIEDE LA TASSA RIFIUTI PER GLI SPAZI NON AUTORIZZATI
MONTARULI (UNIBAT): “FOLLIA AMMINISTRATIVA”

“Dehors, se Andria piange Trani non ride”: con ironia ma con altrettanto sconcertante realismo si alza, ancora una volta ed ancora quale unica voce del mondo associazionistico, il grido di Unibat che, tramite il suo Presidente Savino Montaruli, torna sull’argomento aggiungendo ulteriori elementi di riflessione dopo la brutta notizia che ha scosso la città di Andria ma ha anche acceso una discussione politica e civica nella vicina città di Trani.
Ad Andria si era in attesa dei rinnovi in deroga delle concessioni già rilasciate dal comune ai titolari di pubblici esercizi indotti ad investire risorse importanti per dotare gli esercizi di spazi esterni attrezzati di completamento e di servizio alle attività autorizzate ma invece della notizia attesa ne arriva un’altra di natura completamente opposta cioè arrivano i verbali della Polizia Municipale e gli ordini di ripristino dei luoghi, sollecitati anche dalla Soprintendenza. In una recente riunione, sempre racchiusa a pochi intimi che sembrano unici ben accetti a Palazzo San Francesco, la situazione è apparsa subito molto ingarbugliata. Mentre il Dirigente non firma alcun rinnovo di autorizzazione, non ritenendo, giustamente, di assumere responsabilità riconducibili a terzi, la reazione è la “disobbedienza civile” con gli esercenti che decidono di installare comunque i manufatti rischiando moltissimo, ben oltre le sanzioni amministrative relative al codice della strada così come altri esercenti decidono di avviarsi verso lo smontaggio dei dehors realizzati con fatica e sacrificio dopo aver ottenuto, negli anni passati, le autorizzazioni in barba alla Soprintendenza da parte degli uffici comunali e dirigenti incaricati. Un caos le cui conseguenze potrebbero rivelarsi estremamente gravi, specie per l’Ente comunale che sarà chiamato al risarcimento del danno ma anche per la città che ancora una volta si vede avvolta in un alone di assoluta incertezza con le imprese che scappano via e il tessuto economico in fortissimo risentimento di fronte a cotanto pressapochismo ed incompetenza.
Montaruli Savino, leader sindacale andriese, conoscitore del delicato argomento, ha dichiarato: “quello che sta accadendo ad Andria ed agli imprenditori andriesi è di una gravità inaudita e un comune che non sa dare risposte è un’istituzione inutile. Io sono particolarmente risentito da tutto quanto sta accadendo perché io sono colui che, anni addietro quando qualcuno neppure conosceva cosa significasse la parola dehor, ha posto la questione delicata all’attenzione del competente Ufficio commercio, sia ai dirigenti che ai politici di riferimento di allora. Quando il sottoscritto ha affermato che per la regolamentazione bisognasse interessare la Soprintendenza è stato ridicolizzato e tacciato di incompetenza mentre oggi ho la conferma che gli incompetenti erano altri, con la differenza che la loro incompetenza ha prodotto danni e veniva altresì pagata a prezzo d’oro con denaro pubblico, per incarichi ricoperti con superficialità. Sono in contatto con i “disperati” cioè gli esercenti i quali si sentono ancor più beffati in queste ore visto che il comune, da un lato nega il rinnovo delle autorizzazioni e dall’altro arriva persino ad inviare le richieste di pagamento della tassa rifiuti relativamente proprio a quegli spazi esterni che non vuole autorizzare. Una sciatteria amministrativa che sta superando addirittura i brutti ricordi delle amministrazioni precedenti. Come Associazione di categoria stigmatizziamo fortemente questa situazione venutasi a creare ad Andria mentre nella vicina città di Trani, come è noto, abbiamo sollecitato l’Amministrazione comunale ad avviare quella concertazione negata che anche nel comune marinaro ha determinato incertezze e messo a rischio un’intera visione collettiva della città senza identità e senza prospettive di certezza. Lo stiamo facendo con stimati professionisti e referenti della Società Civile sensibili al problema che amano la propria città. Se questo territorio è la parte della Puglia della quale nessuno si interessa; se la Puglia che piace non è questa le responsabilità sono precise e inconfondibili. Se ci meritiamo tutto questo? Forse si, anzi sicuramente visto lo spirito di rassegnazione che coinvolge tutti coloro che restano in silenzio e che con i loro silenzi stanno scrivendo la brutta storia di questo territorio” – ha concluso Montaruli. 


                                                                                                                     Area Comunicazione Unibat

martedì 15 maggio 2018

ANDRIA : MANCATO RINNOVO CONCESSIONI PER I DEHORS - PIOVONO MULTE MENTRE ANCORA NULLA SI SA DEL NUOVO REGOLAMENTO.


TRAFFICO, CAOS, ASSENZA DI PREVENZIONE E CONTROLLI STANNO VANIFICANDO GLI SFORZI ECONOMICI DI IMPRENDITORI CHE CI HANNO CREDUTO.

Periodicamente torna d’attualità la drammatica situazione che sta vivendo il centro storico andriese. Pagine strappate di un brutto libro già scritto nel momento in cui, da anni, sono state trascurate forme minime di intervento che avrebbero dovuto “accompagnare” uno sviluppo che si è verificato essere di cartone e per nulla solido. Un Regolamento che costituisse una sorta di Protocollo d’Intesa tra le parti coinvolte è stato di fatto cestinato dall’Amministrazione comunale che ha appena cominciato a discuterlo per poi dimenticarsene; una serie di interventi richiesti che non sono mai arrivati per timore di perdere il controllo e di manomettere equilibri che non si sa ancora su che fili siano mantenuti; interventi strutturali che periodicamente vengono annunciati ma che sembrano delle vere e proprie illusioni che camminano sulle gambe degli illusionisti di professione; interventi di sostegno infrastrutturale per riqualificare i luoghi più significativi e allestimento di servizi turistici che non sono mai neppure stati presi in considerazione. Ma chi si occupa del centro storico ad Andria? Quale assessore, quale autorità, quale delegato? I sabato sera nel centro storico sono di una drammaticità unica e il degrado sociale che viene registrato nelle ore serali, fino a tarda notte, è pari se non superiore a quello che si registra nei più degradati quartieri periferici metropolitani, abbandonato a se stesso ed alla mercé dei vandali indisturbati. Il Regolamento per l’installazione dei Dehors, stranamente, né è stato ancora approvato né tantomeno è mai neppure iniziata la concertazione allargata come invece è accaduto a Canosa di Puglia ove tale regolamento fra qualche giorno sarà approvato in consiglio comunale. A rincarare la dose, quasi a sottolineare l’enorme condizione di disagio e di illegalità in cui si trovano le strutture oggi nel centro storico andriese arrivano addirittura le multe da parte dell’Autorità competente cioè i Vigili Urbani. Un tappeto di multe che gli esercenti sono costretti a pagare senza peraltro aver mai ottenuto risposte su come comportarsi e su quali percorsi avviare per ottenere il rinnovo delle concessioni da tempo scadute. Qualora tali controlli dovessero giungere da parte di altre Autorità potrebbero seriamente diventare un dramma con conseguenze non solo dal punto di vista amministrativo.
Il Presidente Unibat, Savino Montaruli afferma: “a chi giova tutto questo? Perché le voci delle Associazioni di Categoria non asservite, quelle degli esercenti, dei residenti, dei tecnici, dei giovani, dei cittadini, delle Forze dell’Ordine e della 3^ Consulta comunale non sono mai state ascoltate? Quale strategia della distruzione si nasconde dietro tutto questo? Se si voglia invogliare gli imprenditori a lasciare questa città per investire altrove allora non c’è tanto ulteriore sforzo da fare perché è già attualità mentre se qualcuno crede di dover fornire qualche spiegazione dimostrando altresì la propria esistenza in Ente allora si dia una mossa perché non è scritto da nessuna parte che chi occupa posti di potere possa permettersi di tutto e possa distruggere ciò che con enorme fatica i giovani imprenditori andriesi, grazie anche ai risparmi delle proprie famiglie, hanno tentato di costruire in una città, quella di Andria, che avrebbe potuto essere il vero motore di sviluppo e di crescita dell’intero territorio che ancora non fa parte della Puglia che piace” – ha concluso Montaruli.


                                                                                                    Area Comunicazione Unibat

giovedì 22 febbraio 2018

TRANI : DEHORS, ANCHE IN CASO DI TEMPORANEITA' E' INDISPENSABILE IL PERMESSO DI COSTRUIRE CHE NON E' ASSORBITO DA ALTRI ATTI.

UNIONECOMMERCIO: A TRANI NON NE HANNO TENUTO CONTO. UN ERRORE PER L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE IL MANCATO CONFRONTO CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA INDIPENDENTI E CON I TECNICI PROFESSIONISTI.
 
E sempre attualissimo il dibattito, a Trani, sul nuovo Regolamento sui Dehors che, dopo le questioni sollevate da Unimpresa Bat con il suo Presidente Savino Montaruli e da numerosi Professionisti tecnici, sembra ora far acqua da più parti e perdere quell’alone di genialità del quale era stato auto incensato. Uno dei punti che ora rimetterebbe in discussione anche un’altra parte sostanziale del provvedimento sarebbe relativo a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, III Sezione Penale, con la sentenza n. 21988 del 28 aprile 2016 cioè che “occorre il permesso a costruire per la costruzione di dehors al servizio di un esercizio di somministrazione”. La mancanza di tale permesso configura ipotesi di reato per violazione delle norme in materia edilizia, art. 44 del D.P.R. 380/2001 e art. 633 e 639-bis C. P.
Il recente intervento sia dei Liberi Professionisti che del Presidente UniBat Montaruli si incentra proprio sugli aspetti urbanistici e sui titoli autorizzatori previsti per tali installazioni. Siamo quindi in un contesto esterno alle disquisizioni con la Soprintendenza, che pure pretende un dettaglio dei beni e dei luoghi da sottoporre a tutela, cosa che a Trani non pare sia neppure stata definita con precisione come invece sta avvenendo ad Andria che alla fine approverà il Regolamento più aggiornato e più efficiente del territorio.
Così come è stato scritto ed acclarato ma evidentemente trascurato e non considerato nell’elaborazione ed approvazione del Regolamento tranese: “le strutture esterne ai locali, poste su suolo pubblico, per le loro peculiarità di occupazione di spazio esterno ad un pubblico esercizio, attrezzate con arredi, costituiscono “una nuova volumetria suscettibile di autonoma utilizzazione”. Inoltre, non può essere neanche definita struttura precaria atteso che “la precarietà  non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all’opera dall’utilizzatore, sono irrilevanti le caratteristiche costruttive, i materiali impiegati e l’agevole rimovibilità, l’opera deve avere una intrinseca destinazione materiale ad un uso realmente precario per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo e deve, inoltre, essere destinata ad una sollecita eliminazione alla cessazione dell'uso (vedi, da ultimo, Sezione 3, Sentenza n. 966 del 26.11.2014).
Cosi come si legge sul sito web del SILB  CONFCOMMERCIO, a firma dell'avv. Attilio Pecora:
I dehors vengono sempre più frequentemente utilizzati dai pubblici esercizi di ristorazione e, spesso, anche dalle discoteche per organizzare servizi pre-trattenimento o semplicemente per accogliere la clientela in attesa di accedere all’interno del locale. Si pone pertanto il problema della qualificazione giuridica di tali strutture, soprattutto sotto il profilo urbanistico-edilizio per individuarne correttamente il sistema autorizzatorio. Spesso si ritiene, erroneamente, che i dehors  una volta ottenuta dall'Ente competente l'autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico ove ubicarli siano liberamente installabili in quanto realizzati con materiali precari e destinati ad un uso transitorio o comunque periodico. La giurisprudenza amministrativa si è occupata di detta problematica ed è oramai consolidato l'indirizzo che afferma invece, per la installazione di tali manufatti, la necessità del permesso di costruire ex art. 10 del d.P.R. n. 380/2001. I dehors si presentano solitamente come l'insieme di elementi mobili smontabili e facilmente amovibili, normalmente ubicati su suolo pubblico, attrezzati con pedane, arredi di tavoli e sedie, chiusi perimetralmente con teli plastificati e posti al servizio di pubblici esercizi. Orbene, un'opera edilizia può dirsi precaria ed in quanto tale non bisognevole di permesso di costruire solo quando è caratterizzata appunto da una precarietà non solo strutturale ma soprattutto  funzionale; ciò significa che l’utilizzo di strutture agevolmente smontabili e amovibili non è da sola circostanza sufficiente ad escludere la necessità del suddetto titolo autorizzatorio. Occorre difatti, principalmente, che la funzione sia precaria, cioè che il manufatto sia effettivamente destinato a soddisfare esigenze temporanee. La giurisprudenza ha sul punto statuito, oramai pacificamente, che i dehors non rispondono ad esigenze temporanee in quanto sono stabilmente legati al perdurante esercizio dell'attività commerciale; il che determina l’irrilevanza della loro agevole smontabilità. A ciò consegue pertanto la obbligatorietà del permesso di costruire, la cui eventuale carenza è sanzionata sotto il profilo penale in aggiunta alla misura amministrativa della riduzione in pristino. Occorre altresì ovviamente anche munirsi della autorizzazione all'occupazione del  suolo pubblico da parte del Comune.
Da UnioneCommercio hanno dichiarato: "alla luce di questi altri elementi mai considerati o peggio trascurati fino all'approvazione del Regolamento sui Dehors a Trani, l'Amministrazione comunale si vuole decidere a cambiare strada e ad attivare i previsti processi partecipativi o intende ancora continuare ad andare avanti da sola con questi risultati? A questo punto crediamo sia diventato inevitabile".
 

 
UnioneCommercio - Imprese per le Città
PUGLIA

lunedì 19 febbraio 2018

TRANI : DEHORS , UNIONECOMMERCIO - E ORA CHE IL PROBLEMA LO SI AFFRONTI DIRETTAMENTE CON LA SOPRINTENDENTE

Dopo i due interventi precisi, mirati e molto attinenti da parte dell’Associazione di Categoria UniBat, a mezzo scritto del proprio Presidente provinciale signor Savino Montaruli, ora ad intervenire sul delicato argomento che sta facendo emergere una serie di riflessioni dopo l’approvazione del Regolamento Dehors in consiglio comunale a Trani, è l’Associazione UnioneCommercio Puglia – Imprese per le Città.
In una nota l’Associazione pugliese prende spunto proprio dai precedenti interventi e dell’ultimo in ordine di data da parte dell’architetto Aldo Pinto, il quale sulle pagine di una Testata ha formulato osservazioni tecniche molto appropriate e, nello specifico, ha altresì lamentato, proprio esattamente come aveva fatto il Presidente UniBat Montaruli, il mancato confronto e coinvolgimento da parte dell’Amministrazione comunale tranese dei Professionisti. L’architetto entra nel merito della questione e risponde a quella che egli definisce “la richiesta effettuata dall' amministrazione comunale”, evidentemente in modo tardivo rispetto all’iter procedurale avviato in solitudine e senza un confronto diffuso e democratico con tutte le parti in causa e con la città.
"Ha ragione – dicono da UnioneCommercio – l’architetto quando afferma che “è stato approvato un regolamento senza considerare minimamente alcun ordine professionale; senza contattare i fiduciari dei vari ordini che da 3 anni a questa parte si sono messi a disposizione della pubblica amministrazione costituendo un tavolo tecnico (mai ufficializzato) ed essendo disponibili ad accogliere ogni richiesta pervenuta dai tecnici comunali, dai vari dirigenti, e dal sindaco stesso.”, così come ha ragione quando afferma che “Il regolamento approvato non considera affatto la salvaguardia architettonica e paesaggistica della città di Trani, proponendo una serie di articoli mirati solo ed esclusivamente allo sviluppo degli esercizi commerciali, attraverso la totale mancanza di disegni tecnici, e la mera pubblicazione di cataloghi di arredi.”
"Condividiamo perfettamente - aggiungono da Bari – l’invito dell’architetto a “rispondere in modo forte e deciso proponendo all' amministrazione di rivedere completamente il Regolamento approvato, di fare un passo indietro, per evitare di rovinare ulteriormente quella che definiscono "la perla dell'Adriatico".
"Come Associazione che abitualmente si confronta con esperti e professionisti, invitiamo l’Amministrazione comunale tranese, in primis l’assessore alle Attività Produttive, a porre un freno a quei facili entusiasmi che evidentemente si stanno rivelando frettolosi e forse pure infondati, alla luce di ciò che sta emergendo e delle tante posizioni critiche. E’ urgente ed inderogabile un incontro pubblico alla presenza della Soprintendente competente per territorio per analizzare quel Regolamento approvato, chiedendo espresso parere della medesima Soprintendente che non pare sia allegato alla Deliberazione in modo da apportarvi immediatamente, prima che entri in attuazione, le modifiche necessarie, urgenti e richieste."

UnioneCommercio - Imprese per le Città

PUGLIA 

lunedì 5 febbraio 2018

TRANI : DEHORS, DOPO CANOSA ANCHE A TRANI UN INCONTRO PUBBLICO LUNEDI’ NELLA SALA AZZURRA DEL COMUNE.

MONTARULI: “SPERO SIA STATA INVITATA ANCHE LA SOPRINTENDENTE DOTT.SSA BONOMI PER I TANTI CHIARIMENTI SUL “CASO TRANI” GIA’ TRATTATO A CANOSA. L’ASSESSORE D’AGOSTINO CONTINUA A BALLARE DA SOLA”.

Dopo l’incontro tenutosi lo scorso mercoledì 31 gennaio nella città di Canosa di Puglia, durante il quale la dott.ssa Simonetta BONOMI, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia ha anche bacchettato la città di Trani in merito alla recente approvazione del Regolamento sui dehors, anche la città marinara della Bat si attrezza convocando un incontro pubblico programmato per il giorno lunedì 5 febbraio 2018, alle ore 16,00 nella Sala Azzurra del comune.
L’invito è stato indirizzato ad Architetti, Ingegneri, Geometri, Imprenditori della città di Trani, anche se non si conosce quali canali di informazione siano stati utilizzati vista l’inesistenza dell’informazione sugli Organi di Stampa e che solo grazie alla presente nota di Unimpresa Bat ne viene data divulgazione pubblica e diffusa. L’incontro si pone l’obiettivo di fornire chiarimenti ed approfondimenti sul nuovo Regolamento Dehors, approvato in consiglio comunale il 27 ottobre u.s.
Un incontro molto atteso perché sino ad ora del delicato argomento non si è ancora parlato diffusamente e pubblicamente a Trani nonostante sia già stato approvato dai competenti organismi già da molti mesi. Un incontro evidentemente tardivo che non recepisce i suggerimenti e le osservazioni che, come sta avvenendo a Canosa, avrebbero dovuto essere recepiti nelle fasi preliminari che evidentemente il comune di Trani ha inteso perseguire in solitaria o in compagnia di pochi fedelissimi.
Eppure anche a Trani di chiarimenti ce ne saranno da dare da parte degli “esperti” e degli “storici” che hanno pubblicato sui giornali di aver scritto la storia della città. Eppure è fortissima l’esigenza e la richiesta degli esercenti, anch’essi evidentemente esclusi da tutte le fasi preliminari di concertazione, di ottenere quella certezza del diritto così come lo chiedono i Tecnici, i Liberi Professionisti e tutte quelle Associazioni di Categoria fuori dal “Sistema”, stranamente e forzatamente escluse da un percorso di condivisione peraltro obbligatorio, previsto e richiesto anche dalle vigenti leggi.
Evidentemente contrariato per il percorso anomalo intrapreso dal comune di Trani e dall’Assessore alle Attività Produttive, dott.sa D’Agostino, il Presidente UNIBAT, Savino Montaruli ha dichiarato: “l’assessore D’Agostino intende continuare a ballare da sola visto lo stato di isolamento nel quale ha voluto rinchiudersi, attorniata da qualche fedelissimo compiacente che evidentemente non riesce a svolgere il ruolo istituzionale che compete. Abbiamo appreso di un incontro che si terrà lunedì pomeriggio nella Sala Azzurra a Trani. Mi auguro che all’incontro pubblico sia anche stata invitata la Soprintendente competente per territorio, dott.ssa Simonetta Bonomi la quale, già nello scorso incontro a Canosa, ha dichiarato la sua assoluta disponibilità a partecipare ad incontri come quello di Trani. La presenza della Soprintendente ritengo sia fondamentale a Trani visto che sono tantissimi i dubbi suscitati dal Regolamento approvato, addirittura giudicato da qualche polisindacalista essere una pagina di storia della città, dimenticando che intere enciclopedie di brutta storia, anche a Trani, sono state scritte da coloro, tecnici, burocrati e politici che sino ad oggi hanno completamente ignorato di dotare la città, ad esempio, di un Regolamento Centro Storico, Buffer Zone, Zona Ambientale, che già prevedesse modalità di intervento di Arredo Urbano, Norme di Speciale Tutela e Linee di Indirizzo per l’Esecuzione degli Interventi Edilizi, Norme sul Colore, sui Materiali e altri elementi che caratterizzano l’aspetto esteriore degli edifici, così come hanno ignorato che il rispetto del Codice dei Beni Culturali, anche in relazione all’installazione dei dehors, non nasce oggi e che nel frattempo, da anni, costoro hanno solo provocato danni avendo completamente ignorato la figura della Soprintendenza ed elargendo a larga manica autorizzazioni che oggi si rivelano carta straccia e che producono pure danni agli esercenti i quali sono ora costretti a rimuovere quei manufatti, anche se autorizzati, gettando alle ortiche ingenti investimenti e un’intera programmazione economica messa in discussione, avendo anche rischiato conseguenze pesantissime, anche penali, in seguito ad eventuali controlli. Altro che scrivere la storia di Trani. Dalla lettura del Regolamento “storico” approvato dal comune di Trani, infatti, emergono enormi elementi di dubbio e di incertezza perché non si può relegare il tutto a semplici passaggi burocrati, stilistici e procedurali. La questione, invece, è di gran lunga un’altra e riguarda un percorso completamente ignorato dal comune di Trani, come affermato dalla Soprintendente, cioè la mancata individuazione di quelle che sono le caratteristiche dei luoghi e la loro conservazione e tutela. Così come stiamo facendo ad Andria – ha dichiarato Montaruli – anche a Trani si sarebbe prioritariamente dovuto individuare in modo preciso ed inequivocabile quali fossero quei luoghi, al fine di comprendere la diversità degli interventi da parte dei richiedenti le occupazioni che, peraltro, non possono prescindere da aspetti squisitamente urbanistici rispetto ai manufatti installati o da installare quali dehors con maggior grado di complessità strutturale: pedane, montanti verticali, paramenti, copertura, tende a rullo scorrevoli verso il basso i quali necessitano evidentemente di titoli abilitativi di natura edilizia che non sono stati adeguatamente individuati ed articolati nel provvedimento adottato a Trani. In merito al decoro urbano, così come ha affermato la dott.ssa Bonomi a Canosa, è importantissimo porre attenzione a quelli che sono gli spazi urbani soggetti a tutela dove ci sono gli edifici vincolati e questo l’esercente non lo sa e nel regolamento non viene indicato quindi è molto importante che le planimetrie, che non sono allegate al provvedimento adottato a Trani, siano molto chiare. Questo a Trani non è avvenuto, come confermato dalla Soprintendente a Canosa rispondendo proprio alle osservazioni di un rappresentante di categoria tranese presente all’incontro canosino. Questo percorso virtuoso, invece, lo si sta facendo a Canosa, ad Andria e a Foggia. Perché a Trani si è omessa questa procedura obbligatoria? Perché la dott.sa Assessora D’Agostino non ci ha dato la possibilità di darle questi suggerimenti mancanti impedendoci di partecipare ai Tavoli di Lavoro? Altro elemento da sottolineare è la confusione che viene fatta tra autorizzazioni paesaggistiche e  quelle di tutela monumentale, che è l’argomento che investe la città di Trani. Se è vero che per tavolini e sedie non c’è bisogno di autorizzazione paesaggistica è pur vero che un centro storico non è detto che sia vincolato paesaggisticamente. Si tratta quindi di tutela monumentale ed in applicazione dell’art. 21 del Codice dei Beni Culturali l’autorizzazione ad ogni intervento in genere su ogni bene culturale la competenza al rilascio è della Soprintendenza che è obbligata a rilasciarla. Ecco perché ai fini di tale procedura nelle planimetrie i luoghi preventivamente da salvaguardare devono essere ben chiari e specificati. A Trani dove sono? Il centro storico ha un suo regime di cautela e la Soprintendenza deve sempre essere consultata per quello che avviene all’interno dei centri storici e questo non riguarda solamente quegli immobili vincolati ma anche gli spazi di interesse artistico o storico quindi non è detto che sia uno spazio di pregio ma anche semplicemente un’area o un luogo che abbia un significato per la storia della città di Trani, anche di quella urbanistica. A Trani questo è stato fatto? Nel corso dell’incontro di lunedì siamo certi che saranno moltissimi gli elementi da mettere in discussione considerata la delicatezza della tematica, soprattutto la leggerezza con la quale la medesima è stata sinora affrontata. Altro che aver scritto la storia!” – ha concluso Montaruli di UNIBAT.


                                                                                                                                              Ufficio Relazioni Esterne

                                                                                                                                                      UNIMPRESA BAT

giovedì 1 febbraio 2018

CANOSA DI PUGLIA : DEHORS - PARTE LA CO-PROGETTAZIONE.

AD ANDRIA? ANCORA TUTTO TOP SECRET MENTRE PER LA SOPRINTENDENZA QUELLO DI BARLETTA E’ IL PEGGIOR REGOLAMENTO.
MONTARULI: “BARLETTA HA SEMPRE VOLUTO CHIUDERSI IN SE STESSA E QUESTI SONO I RISULTATI”.

Sono cominciati gli incontri pubblici di co-progettazione del Regolamento comunale per l’arredo urbano e dehors (attrezzature ed arredi esterni ai locali destinate all’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande) nella città di Canosa di Puglia.
Un primo incontro si è tenuto mercoledì 31 gennaio 2018, organizzato dal comune di Canosa di Puglia. All’incontro ha partecipato anche la dott.ssa Simonetta BONOMI, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, la quale si è soffermata in particolare sulle esigenze di salvaguardare e tutelare il patrimonio culturale ed artistico per contemperare tale salvaguardia con l’installazione dei dehors.
Un percorso condiviso con i cittadini e con la comunità economica locale fortemente interessata a giungere ad un provvedimento finale che garantisca la certezza del diritto.
All’incontro a Canosa di Puglia ha partecipato, invitato, anche il Presidente UNIMPRESA Bat, Savino Montaruli il quale ha preso atto dell’azione propositiva avviata dal comune di Canosa ed ha colto l’occasione per ricordare la delicatissima situazione venutasi a determinare nelle altre città della provincia Bat. Montaruli ha dichiarato: “mentre a Canosa viene avviato un percorso di condivisione molto opportuno ed auspicabile per giungere alla stesura ed approvazione del nuovo Regolamento comunale, nella città di Andria tutto viene ancora oggi tenuto Top Secret. Nonostante la Soprintendente, nel corso dell’incontro canosino, si è manifestata disponibile ad intervenire in tutti i comuni ove fosse richiesta la sua presenza, Andria, ad oggi, non ha ancora inteso avviare tale percorso di condivisione e di concertazione. Stessa cosa a Barletta mentre Trani ha scelto vie brevi e contestabili. Questo non significa che non si stia lavorando alla risoluzione della problematica ma sta di fatto che non si sente alcuna esigenza di un confronto pubblico e di coinvolgimento e questo va stigmatizzato perché è gravissimo. Non va meglio nelle altre città. Anzi – prosegue Montaruli – le parole della Soprintendente nei confronti della città di Barletta sono state durissime e severe. Mentre nella città di Eraclio in queste ore si alza il dibattito polemico proprio sulla questione dehors, la dott.ssa Bonomi ha testualmente affermato che il Regolamento di Barletta è il peggiore, non concertato ed indegno per una bella città come quella. Non sappiamo – ha detto Montaruli – con chi e quando il comune di Barletta si sia confrontato sul nuovo Regolamento sui dehors, recentemente approvato, che addirittura viene così aspramente criticato dalla Soprintendente competente, sta di fatto che nella città della Disfida l’Amministrazione comunale continua a negare qualunque confronto sui temi del commercio e dello sviluppo economico, limitando la propria visione di concertazione a qualche soggetto amico che evidentemente dimentica quale sia il suo ruolo cioè quello di essere parte intermedia tra l’Ente e la base di interesse generale. I risultati sono pasticci come questi se non peggiori, come accaduto in tante altre circostanze. Tornando all’incontro di Canosa voglio sottolineare che la presenza e disponibilità della Soprintendente che ha un ruolo fondamentale nell’iter procedurale ma anche autorizzatorio, avrebbe dovuto rappresentare un modus operandi che anche quegli altri comuni avrebbero dovuto intraprendere per svolgere seriamente ed opportunamente il ruolo istituzionale altrimenti mortificato. Ad Andria si sta dunque continuando a rischiare tantissimo, anche rispetto ai rinnovi delle autorizzazioni e le parole della dott.ssa Bonomi in merito alle gravissime conseguenze in caso di controlli che comporterebbero automatica denuncia alla Procura per illeciti in atto sono state chiare. L’invito dunque è quello di colmare i ritardi accumulati; avviare iter di partecipazione attiva e diffusa portandoli a conoscenza di tutte le Associazioni di Categoria, degli Esercenti, dei Cittadini, dei residenti, dei Liberi Professionisti e di tutti i soggetti interessati alle decisioni che devono essere assunte e dell’impatto che esse avranno sul presente e soprattutto sul futuro dell’asseto urbanistico, commerciale, strutturale, storico e turistico delle nostre città. Questa pianificazione e questa visione delle città non può e non deve essere ad esclusivo appannaggio né della politica né tantomeno di pochi soggetti che non sono in grado di svolgere la loro funzione ed il loro ruolo istituzionale. Dall’incontro di Canosa appare evidente che non bisogna abusare della buona sorte perché la situazione è molto delicata e se dovesse crollare da un momento all’altro le conseguenze sarebbero gravissime, anche per tutto l’apparato dirigenziale e politico che fino ad oggi ha ignorato completamente le procedure della Soprintendenza rilasciano autorizzazioni a iosa, senza alcun ritegno, creando false aspettative e soprattutto consentendo investimenti di enorme valore economico che oggi sono vanificati perché ormai manca poco allo smontaggio di quei manufatti sui quali gli esercenti hanno investito i propri risparmi e per i quali un’intera programmazione economica e commerciale era stata impiantata e andrebbe completamente ripensata e riorganizzata. Quanti resisteranno? Quali le conseguenze di tutto ciò? Per il momento continuiamo a seguire con attenzione e scrupolo l’evolversi della situazione ma non escludiamo che a quelle responsabilità, anche personali e patrimoniali, qualcuno venga chiamato a risponderne, non solo ad Andria” – ha concluso il Presidente UNIBAT Montaruli.


                                                                                                           Ufficio Relazioni Esterne

UNIMPRESA BAT

venerdì 29 dicembre 2017

ANDRIA : DEHORS A RISCHIO SMANTELLAMENTO.

MONTARULI (UNIBAT): “SE IL COMUNE NON APPROVA IL REGOLAMENTO ENTRO QUALCHE GIORNO SI PERDE IL DIRITTO AL PRINCIPIO DI CONTINUITA’”

Una spada di Damocle pende sulle decine e decine di pubblici esercenti che hanno investito nella città di Andria allestendo i cosiddetti dehors (strutture esterne ai locali). Il comune di Andria, ad oggi, non ha ancora approvato il Regolamento concordato con la Soprintendenza di Foggia. Una situazione di enorme incertezza che colpisce soprattutto il cuore della città di Andria; da Piazza Catuma a Corso Cavour passando per via Porta Castello.
Ancora una volta sul delicato tema non ha fatto mancare la sua voce il Presidente UNIBAT, Savino Montaruli, che periodicamente, anche con contatti diretti e frequenti con la Soprintendenza a Bari ed a Foggia, si è interessato della delicata vicenda.
Il sindacalista andriese ha dichiarato: “la mattina di giovedì 28 dicembre ho trascorso molto tempo presso il Settore Sviluppo Economico del comune di Andria ed ho voluto personalmente sincerarmi circa l’iter che sta seguendo l’approvazione del Regolamento comunale che dia un minimo di certezze agli esercenti ancora oggi sbandati e disorientati. Qualora il comune non approvi con la massima urgenza entro qualche giorno, il suddetto Regolamento significherebbe che tutti i dehors delle aree d’Ambito interessate, quindi quelle più centrali della città, dovranno provvedere allo smantellamento immediato delle strutture e dovranno adeguarsi da subito a quanto prescritto dalla Soprintendenza chiedendo una nuova autorizzazione direttamente alla Soprintendenza con tutte le conseguenze del caso, anche in merito alla tempistica di rilascio. Questo sarebbe un danno economico e d’immagine gravissimo ed insopportabile. Al contrario, in caso di approvazione del Regolamento, sarà data la possibilità di usufruire del rinnovo delle attuali autorizzazioni per un altro anno salvo l’obbligo, nel corso del 2018, di predisporre i nuovi Progetti per gli allestimenti che dovranno essere sostitutivi di quelli esistenti. Una confusione enorme che ancora una volta si riversa su chi ha voluto investire in questa città ma che vede sempre più a rischio le proprie attività lavorative. Come UNIBAT torniamo a chiedere all’Amministrazione comunale e agli Uffici competenti interventi immediati e celeri che evitino il peggio. In caso di assenza di tali interventi non escludiamo formali richieste di intervento da parte delle competenti Autorità al fine di accertarne responsabilità per quanto potrebbe derivarne. Da parte nostra siamo disponibili alla task force purché si arrivi a soluzione di un problema che anche nelle altre città, al di la dei proclami di proclamatori di professione, non è stato per nulla risolto” – ha concluso Montaruli.




                                                                     Area Comunicazione UNIBAT

giovedì 25 maggio 2017

ANDRIA : PROBLEMA DEHORS. LA SOPRINTENDENZA ASSICURA - FRA QUALCHE GIORNO SARANNO PRONTE LE NUOVE REGOLE CHE TUTTI DOVRANNO OSSERVARE.

UNA TELEFONATA LUNGA VENTI MINUTI TRA LA SOPRINTENDENZA E IL RAPPRESENTANTE DELLA 3^ CONSULTA COMUNALE.

Una situazione di incertezza ancora tutta in evoluzione quella relativa ai dehors nella città di Andria. La rabbia degli esercenti “bloccati” nei loro investimenti e finiti nel limbo del buio assoluto si mescola con l’urgenza di conoscere quale sarà la loro sorte e quella di decine di attività imprenditoriali del centro storico che hanno investito nei dehors, arredi esterni ai locali per la somministrazione al pubblico di alimenti, pasti e bevande.
Questa mattina la lunghissima telefonata tra il rappresentante della 3^ Consulta della città di Andria, Savino Montaruli, e il dott. Del Conte, dirigente della Soprintendenza che sta lavorando il copioso fascicolo sulla sua scrivania.
Una telefonata durata venti minuti che ha consentito di fare il punto della situazione e di apprendere che entro qualche giorno sarà reso noto il Regolamento che riguarderà sia le nuove installazioni che quelle già posizionate. Sarà inoltre resa nota la destinazione di tutti quei manufatti realizzati senza il parere della Soprintendenza quindi qualunque situazione di “abuso” non sarà più tollerata, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.
Una telefonata cordiale quella di stamattina che ha denotato la volontà di procedere con celerità dopo che da mesi le Associazioni di Categoria, almeno quelle pochissime sensibili al problema, stanno incitando il Settore Sviluppo Economico di Andria a procedere con celerità per evitare ulteriori danni agli esercenti ed inasprire ancor di più la delicata situazione che lascia anche presagire l’avvio di azioni legali di tutela o di salvaguardia, oltre che risarcitorie.
Da Unimpresa Bat fanno sapere che stanno continuando a monitorare la situazione e che se non arriveranno immediate le risposte attese si procederà con un esposto alla competente Autorità di Controllo.

Area Comunicazione

UNIBAT

giovedì 5 maggio 2016

ANDRIA : DOPO LA TASSA RIFIUTI ARRIVANO GLI AUMENTI DELLA TOSAP ANCHE PER I DEHORS.

I PUBBLICI ESERCENTI DI CORSO CAVOUR: “ABBIAMO INVESTITO DECINE DI MIGLIAIA DI EURO PER LE STRUTTURE ESTERNE ED OGGI NON POSSIAMO SUBIRE QUEST’ALTRO SALASSO.”
DALL’UFFICIO TRIBUTI CONFERMANO CHE CI SONO STATI GLI AUMENTI PERCHE’ IL COMUNE DI ANDRIA HA SUPERATO I CENTOMILA ABITANTI E LE REGOLE CAMBIANO.
MONTARULI (UNIBAT): “QUALCUNO CI SPIEGHI QUALI SIANO STATI I VANTAGGI PER AVER SUPERATO I CENTOMILA ABITANTI. UNA VERA BEFFA”.

Mentre da settembre 2015 si è ancora in attesa che si svolga l’incontro richiesto da UNIMPRESA BAT alla Dirigente del Settore Risorse Finanziarie del comune di Andria, dott.ssa Grazia Cialdella, tornata oggi al suo posto di lavoro dopo un intermezzo, alla Funzionaria Responsabile di Settore, sig.ra Rosa De Blasiis e alla Dirigente del Settore Commercio per un chiarimento che non è mai arrivato circa numerosi aspetti applicativi della Tassa Rifiuti alle Attività Produttive, in particolare sugli avvisi di scadenza di pagamento inviati agli esercenti su aree pubbliche di prodotti alimentari e somministrazione di alimenti e bevande, arriva la conferma dello spauracchio che già lo scorso anno proprio UNIMPRESA BAT aveva sollevato circa una notizia ancor più allarmante che tale si sta rivelando in queste ore cioè l’aumento della tassazione locale TOSAP (Tassa Occupazione Suolo Pubblico) che interessa anche e soprattutto quelle attività che più si sono sviluppate recentemente nella città di Andria quindi bar, ristoranti, pizzerie ed esercizi similari che occupano gli spazi e le aree esterne ai locali, con sacrificio ed investimenti non indifferenti.
Tassa per l’Occupazione di suolo pubblico, quindi, che i bollettini che in questi giorni stanno arrivando confermano essere stata aumentata almeno del 20% mentre quegli stessi locali stanno subendo da qualche anno un evidente calo delle vendite di oltre il 30%.
Gli Uffici comunali confermano gli aumenti e li giustificano col fatto che la città di Andria abbia superato i centomila abitanti.
La preoccupazione ora investe anche i quasi seicento ambulanti del mercato di Andria che potrebbero essere chiamati a versare ingenti somme nelle casse comunali a fronte di un mercato fatiscente ormai da molti anni ed in progressivo declino.
La tassazione quindi potrebbe anche interessare questa categoria, come avviene in tutti gli altri comuni italiani ma Andria ne è esentata in virtù della Deliberazione n.10 del 12.03.2002, approvata dal Consiglio Comunale di allora con la quale venne integrato l’art.32 del Regolamento Comunale T.O.S.A.P. esentando talune occupazioni dal pagamento della relativa Tassa quali: occupazioni con tende, vetrinette, lampade e fioriere poste a fronte di esercizi pubblici/commerciali; innesti o allacci a impianti di erogazione di pubblici servizi; occupazioni in occasione di manifestazioni pubbliche, ricorrenze e festività, non aventi finalità di lucro; occupazioni poste in essere dai portatori di handicaps o quelle realizzate a favore degli stessi da altri soggetti; occupazioni per la manutenzione della facciate degli edifici di civili abitazioni; occupazioni per il mercato settimanale; occupazioni occasionali non superiori a due ore. Le suddette esenzioni, quindi, riguardano sia le occupazioni permanenti che quelle temporanee.
Una Deliberazione tuttora vigente ma frequentemente disattesa visto che in talune circostanze, specie quando si è trattato di occupazioni per eventi senza scopi di lucro, il comune di Andria avrebbe continuato a percepire, indebitamente, somme a tale titolo ma questa è un’altra storia e riguarda il recente passato dove molte regole, soprattutto quelle a vantaggio del cittadino, sono saltate completamente nella preoccupante, generalizzata indifferenza.
Ambulanti quindi preoccupati perché si tratterebbe di una tassazione che inciderebbe in media di quasi trecento euro l’anno su ciascun operatore quindi un introito per le casse comunali di quasi duecentomilaeuro l’anno cui il comune ha deciso, da decenni ed ancora oggi, di rinunciare.
In questi giorni, intanto, stanno giungendo i bollettini di pagamento Tosap, con gli importi aumentati ed esercenti pubblici di Corso Cavour hanno contattato la Direzione UNIBAT, Associazione di riferimento sindacale dalla quale hanno dichiarato: “esercenti mortificati, delusi, amareggiati ed umiliati perché in nessun paese normale si verificano certe situazioni. Gli imprenditori hanno investito risorse personali, familiari, acceso mutui e chiesto soldi ad amici e parenti per l’orgoglio della città e per sviluppare la sua economia in un’ottica di progresso e di crescita garantendo anche occupazione e posti di lavoro. Oggi viene chiesto ancora di dare senza ricevere praticamente nulla in cambio. Hanno sopportato gli aumenti stratosferici degli anni passati della Tassa Rifiuti ed oggi viene loro richiesto anche l’aumento della Tassa di Occupazione di Suolo Pubblico per le occupazioni esterne con i dehors che con tanta fatica e sacrificio hanno allestito. Sono state spese decine e decine di migliaia di euro per realizzare quelle strutture al servizio della città e dei consumatori. Spesso quelle strutture, in molti giorni della settimana, sono vuote quindi improduttive ma di questo nessuno se ne occupa. Arredo urbano inesistente, atti vandalici continui e reiterati, risse, problemi di sicurezza e di ordine pubblico stanno portando all’esasperazione e questo altro salasso proprio non ci voleva”.
Montaruli Savino, Presidente UNIBAT ha aggiunto: “dall’Ufficio Tributi mi confermano che, come da noi preannunciato già a settembre scorso sugli Organi di Informazione, i grossi aumenti sono determinati dal fatto che la città di Andria abbia superato i centomila abitanti quindi le regole sono cambiate. Personalmente avrei da scrivere molto su questo ma mi limito a chiedere a me stesso: quali sono o siano stati i vantaggi per Andria d’aver superato i centomila abitanti? Fino ad ora l’unico risultato che è anche una vera e propria beffa è l’aumento sproporzionato ed inatteso della tassazione locale. Dov’è in questo il progresso?” – si è chiesto il leader sindacale andriese.

        Area Amministrativa
UNIMPRESA BAT